Cadono i Titoli di Stato e aumentano i tassi sui mutui in banca

La crisi finanziaria degli ultimi mesi si è riverberata sul prodotto bancario più comunemente utilizzato dagli italiani, i mutui prima casa, attraverso l’aumento dello spread, ovvero della percentuale che viene sommata al costo del denaro per determinare il c.d. tasso nominale. Tra giugno e settembre 2011 si è verificato un rincaro significativo di tale valore […]

La crisi finanziaria degli ultimi mesi si è riverberata sul prodotto bancario più comunemente utilizzato dagli italiani, i mutui prima casa, attraverso l’aumento dello spread, ovvero della percentuale che viene sommata al costo del denaro per determinare il c.d. tasso nominale.
Tra giugno e settembre 2011 si è verificato un rincaro significativo di tale valore che si è accresciuto dello 0,30% per i tassi fissi e di circa lo 0,10% per i tassi variabili. Secondo fonti attendibili, lo spread medio per un mutuo a vent’anni si attesta intorno all’ 1,59% per i tassi fissi e intorno all’ 1,41% per quelli variabili. «L’aumento del costo totale del mutuo – osserva l’avv.to Michela Russo, Responsabile Nazionale dello Sportello Utenti Bancari di Federcontribuenti è frutto di una errata politica finanziaria, nonché di una netta riduzione della credibilità del nostro paese, che ha portato alla perdita di valore dei titoli di Stato, sempre meno sicuri. L’incertezza del debito pubblico italiano ha spinto le banche a procurarsi denaro sul mercato ad un costo più elevato, rendendo, di conseguenza, l’accesso al credito meno agevole. Secondo l’Associazione Bancaria Italiana, l’aumento dello spread ha inciso anche sul tasso medio dei mutui già erogati e, nei prossimi mesi, il valore attuale dello spread renderà ancor più caro il ricorso al prestito. In una situazione globale di difficoltà economica in cui versa la famiglia italiana, l’aumento della spread ridurrà notevolmente la possibilità per chi ha bisogno di prestiti per l’acquisto della casa, bene assolutamente primario. Già si è assistito ad una chiusura del sistema bancario nei confronti delle famiglie, a seguito dei default di mutui un tempo concessi con troppa facilità».
Conclude la Federcontribuenti: « E’ ora di impostare nuove politiche in favore delle classi meno abbienti al fine di favorire un più facile accesso al credito: è evidente che nuove best practices devono caratterizzare l’attività degli istituti di credito italiano i quali non possono più agire in modo diverso a seconda di coloro che si rivolgono a chiedere denaro a credito. In altri termini, è ora di finirla con il credito facile ai Cragnotti o Tanzi di turno, mentre al cittadino vengono richieste garanzie eccessive e poco riscontrabili»

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