Ancora una vittima della pirateria stradale

Il giovane corpo coperto di sangue, è stato ritrovato nei boschi intorno ad Arezzo, riverso in un canale di scolo, al ciglio di una strada, senza più vita. Per questo gli inquirenti hanno pensato ad un investimento da parte di un’auto pirata. Allison Owens, giovanissima (23 anni) giuda turistica originaria dell’Ohio, specializzata in escursioni in […]

Il giovane corpo coperto di sangue, è stato ritrovato nei boschi intorno ad Arezzo, riverso in un canale di scolo, al ciglio di una strada, senza più vita. Per questo gli inquirenti hanno pensato ad un investimento da parte di un’auto pirata. Allison Owens, giovanissima (23 anni) giuda turistica originaria dell’Ohio, specializzata in escursioni in mountain bike nel cuore della Toscana, era uscita per fare footing domenica sera, senza più far ritorno nella casa che divideva con altre ragazze. Sono state loro a denunciarne la scomparsa, non vedendola rientrare nell’abitazione a San Giovanni Valdarno. Il corpo era riverso, con varie lesioni traumatiche, lungo la statale che da San Giovanni va verso Montevarchi ed alcuni testimoni hanno riferito di aver sentito la sgommata di una macchina e poi delle grida. Secondo le prime ricostruzioni la giovane sarebbe stata catapultata dentro al fosso dopo essere stata investita da un’auto: quel tratto della Statale è noto per i numerosi incidenti che si verificano. Come si ricorderà, a Ferragosto, il ministro dell’Interno Roberto Maroni, ha proposto di introdurre nel Codice Penale il reato di “omicidio stradale”, con l’appoggio di vari partiti, di destra e di sinistra. La questione era stata riportata d’attualità dalla pubblicazione, a inizio di mese, di drammatiche statistiche sul costo degli incidenti legati ai “pirati della strada”, tornata sulle prima pagine dei giornali con la morte di 4 giovani turisti francesi, uccisi sulla A26 da un imprenditore albanese che guidava ubriaco contromano.  Il costo in termini di vite umane dell’incoscienza e dell’irresponsabilità dei pirati della strada, nel 2011, ammonta ad oggi a quasi 80 vittime in 348 incidenti: il 44,7%  in più rispetto al 2010, cui si sommano quasi 500 feriti. Secondo il portale dell’Asaps (Associazione sostenitori amici della polizia stradale), mentre il numero complessivo degli incidenti stradali in Italia diminuisce, nel primo semestre 2011 i casi di pirateria stradale con vittime è aumentato del 39%. Come dire più di 2 morti e 16 feriti a causa dei pirati ogni settimana. In testa alle regioni più pericolose a causa della pirateria stradale, sono Lombardia e Lazio. Insomma, come si scrisse in agosto sul Corriere, il numero annuo delle morti è pari a quello che si otterrebbe con 18 sismi aquilani. Inoltre, sempre Ania, ha sottolineato che: “8 incidenti su 10 sono dovuti a comportamenti umani sbagliati: distrazione, mancato rispetto delle regole, alcol e droga. Soprattutto alcol nei giovani”. Secondo un recente report dell’Osservatorio il Centauro – Asaps, nel 33,5% degli eventi il pirata identificato è stato arrestato: si tratta, in questo caso, di soggetti ai quali le forze di polizia arrivano genericamente da sole nella quasi immediatezza del sinistro. Le manette sono scattate 77 volte nel primo semestre 2011 e in 89 occasioni nel medesimo periodo del 2010 (-13,5%). Denunciato a piede libero invece il 66,5% degli autori. In questi casi la denuncia scatta per coloro che si presentano da soli, spesso consapevoli di essere ad un passo dall’identificazione, e che dunque evitano la custodia cautelare. In questo senso, i primi sei mesi di quest’anno, hanno portato al deferimento di 153 persone contro le 106 del precedente periodo. Il Report ha inoltre rilevato come la partecipazione attiva di cittadini stranieri a questo crimine stradale, segua una tendenza stabile. Nel primo semestre del 2011, i conducenti immigrati o turisti che sono fuggiti dopo uno schianto sono stati 54, più del 2010 quando furono 47: tuttavia, analizzando la percentuale di stranieri coinvolti sul totale dei pirati identificati, scopriamo che siamo passati dal 24,1% del primo semestre 2010 al 23,5% dell’ultimo periodo disponibile. Continua a crescere in maniera lenta ma costante, la partecipazione del sesso femminile a questa particolare forma d’incidentalità stradale. Le “bandane rosa” responsabili di fuga a seguito di sinistro stradale sono state quest’anno 21, contro le 15 del 2010. Si tratta del 9,1% degli autori noti contro il 7,7% del 2010 e il 6,2% del 2009. Infine uno sguardo alle categorie più deboli della strada: gli anziani e i minori Circa gli anziani, le vittime over 65 sono state 49, il 10,3% del totale (473 tra morti e feriti): nella rilevazione dello scorso anno il bollettino si era fermato a 34.  Ancor più drammatico il dato relativo al numero di gravi incidenti in cui sono coinvolti bambini.  Nei primi 9 mesi del 2011 l’Osservatorio dell’Asaps, la più grande associazione di sicurezza stradale italiana, quello che raccoglie i dati delle giovani vittime della strada, ha registrato 379 incidenti gravi nei quali hanno già perso la vita 52 bambini e 425 sono rimasti feriti. Terribile il terzo trimestre (luglio – agosto – settembre) con addirittura 21 bambini morti sulle strade. Delle 52 giovanissime vittime ben 38, pari al 73%, erano trasportate a bordo dei veicoli  e questo aspetto ripropone drammaticamente il tema del fissaggio dei nostri piccoli sui seggiolini. Non si conosce il dato di quante, fra queste 38 vittime, fossero regolarmente fissate, anche  se si  può ritenere che una percentuale significativa non fosse trasportata a norma. In particolare nei casi di espulsione dall’abitacolo del mezzo dopo lo schianto. Due bambini sono stati travolti con la loro bicicletta, mentre 11 erano a piedi per strada. In un solo caso il bambino era su un ciclomotore. Tornando al’ultimo episodio di pirateria ad Arezzo, osservava anni fa Alberto Moravia, che molti abitanti dell’Ohio conducono una doppia vita: una pubblica, noiosa, abitudinaria, rispettabile; una segreta e intima devastata da voglie furiose e da deliri inconfessabili. Non so se questo sia vero, non essendo mai stato né in Ohio né in alcuno Stato degli USA, ma so che l’unica, giovanissima vita di Allison è stata spezzata, su una strada a pochi chilometri da una città italiana che adorava e che aiutava a far conoscere all’estero. E mi viene in mente un libro di racconti, intitolato appunto “Racconti dall’Ohio” di Anderson Sherwood, in cui si assiste alla trasformazione antropologica di una società che, passando da uno sviluppo agricolo ad uno industriale, diviene così cinicamente mostruosa da perdere anche il senso del valore prezioso di una vita e convincersi che tutto sia possibile, anche non fermarsi dopo aver distrutto, su una strada,  una giovanissima esistenza. 

Carlo Di Stanislao

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