Afghanistan: dieci anni fa la rabbiosa risposta degli Usa

Era il 7 ottobre 2001 quando le forze militari statunitense e britanniche cominciarono a bombardare sull’Afghanistn, contro le forze talebane e quelle di al-Qaeda. La rabbiosa decisione avvenne dopo l’attacco terroristico alle torri gemelle a New York. Un’unico obbiettivo, catturare o uccidere Osama bin Laden, il capo dei terroristi ritenuto responsabile dell’attentato. I militari USA […]

Era il 7 ottobre 2001 quando le forze militari statunitense e britanniche cominciarono a bombardare sull’Afghanistn, contro le forze talebane e quelle di al-Qaeda. La rabbiosa decisione avvenne dopo l’attacco terroristico alle torri gemelle a New York.
Un’unico obbiettivo, catturare o uccidere Osama bin Laden, il capo dei terroristi ritenuto responsabile dell’attentato.
I militari USA uccisi hanno toccato quota 1.777, negli altri contingenti si contano 956 vittime di cui 45 italiane. Nonostante l’uccisione di Osama, i talebani stanno offrendo una dimostrazione di forza, attaccando il cuore di Kabul e uccidendo obiettivi illustri. Sono quasi raddoppiati gli attacchi kamikaze rispetto al 2010.
Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha annunciato il ritiro di 30mila militari dal territorio militare entro la prossima estate. Nella giornata di ieri centinaia di persone di Kabul hanno protestato contro l’occupazione degli USA e il presidente Hamid Karzai, ritenuto un fantoccio asservito a Washington.

L’operazione ‘Enduring freedom‘ conta dieci anni di bombe e circa 2500 caduti di cui 45 italiani.

Marco Comellini, Segretario del Partito per la tutela dei Diritti di Militari e Forze di polizia (Pdm) dichiara “L’opinione pubblica è pienamente convinta dell’inutilità della missione militare in Afghanistan che ci è costata un prezzo elevatissimo in termini di vite umane e di risorse economiche sottratte al Paese, senza che di contro vi fossero stati quei seppur minimi risultati sperati per la pace e la democrazia di quel paese.
E’ sempre più forte la voce della maggioranza degli italiani che vogliono la fine di queste inutili missioni di guerra e il Ministro della difesa La Russa sembra finalmente averlo capito e ieri, infatti, ha confermato il ritiro delle nostre Forze armate a partire dal 2012.
Speriamo allora che quelle di La Russa non siano le solite parole vuote di contenuto, come del resto lo sono stati tutti i proclami e gli annunci fatti fino ad oggi dai membri del Governo, come ad esempio quelli sulla fine della guerra contro Gheddafi che, nonostante fosse stata autorizzata solo fino al 30 settembre scorso, sta continuando nell’indifferenza delle massime istituzioni e quindi in aperta violazione della nostra Costituzione.
Eliminare dai compiti delle Forze armate le missioni internazionali – che ipocritamente chi governa continua a chiamare di pace – significherebbe anche eliminare tutte quelle spese per gli inutili armamenti che gravano pesantemente sulle tasche dei contribuenti e ciò permetterebbe al Paese di superare agevolmente questo drammatico periodo di crisi e nel contempo di destinare cospicue risorse economiche a quei servizi essenziali per i cittadini, come la scuola e la sanità che l’ultima manovra finanziaria ha drasticamente tagliato.”

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