Pannuti (Ant) e le “false speranze” ai malati di tumore: contro l’accanimento terapeutico e contro l’abbandono

“Il messaggio che sempre più va diffondendosi nella cosiddetta ‘società civile’ è che gli anziani non servono più, i Malati ‘terminali’ ancora meno, c’è sempre meno denaro e prima o poi tutti gli Operatori della Sanità pubblica si convertiranno all’idea che l’eutanasia sia un bene necessario per l’umanità. Tutti gli Operatori Sanitari – di questo […]

“Il messaggio che sempre più va diffondendosi nella cosiddetta ‘società civile’ è che gli anziani non servono più, i Malati ‘terminali’ ancora meno, c’è sempre meno denaro e prima o poi tutti gli Operatori della Sanità pubblica si convertiranno all’idea che l’eutanasia sia un bene necessario per l’umanità. Tutti gli Operatori Sanitari – di questo sono assolutamente sicuro – eccetto quelli che lavorano per ANT”.

Con queste parole Franco Pannuti, padre della Fondazione ANT – che dal 1985 ad oggi ha fornito assistenza socio-sanitaria gratuita a domicilio a 84.000 Sofferenti in fase avanzata o avanzatissima della malattia – commenta la recente notizia che ha avuto grande risonanza sulla stampa internazionale, in seguito alla diffusione di un articolo pubblicato su Lancet Oncology da un gruppo di 37 esperti guidati dal professor Richard Sullivan del King’s College di Londra, convinti che la medicina moderna dia ai malati terminali di cancro «false speranze» prescrivendo loro costosissime medicine quando non ci sono più i presupposti.

Secondo questo studio «I dati dimostrano che una sostanziale percentuale delle spese per cure anti-cancro avvengono nelle ultime settimane e mesi di vita e che in larga percentuale dei casi queste cure non solo sono inutili ma anche contrarie agli obiettivi e alle preferenze di molti pazienti e famiglie se fossero state adeguatamente informate delle loro opzioni». Nel loro rapporto, frutto di 12 mesi di indagine e che in Gran Bretagna ha fatto molto scalpore, i medici sostengono che, in alcuni casi, ai malati terminali non dovrebbero essere prescritte nuove terapie non sperimentate ma soltanto cure palliative. I 37 medici affermano che una «cultura dell’eccesso» nei reparti oncologici ha reso i costi delle terapie anti-cancro insostenibili soprattutto alla luce di un progressivo aumento dei nuovi casi della malattia. Circa 12 milioni di persone ricevono ogni anno una diagnosi di cancro nel mondo e la cifra potrebbe salire a 27 milioni nel 2030. Secondo gli autori dello studio questa prospettiva fa sì che il mondo occidentale «si sta avvicinando a una crisi»: nella sola Gran Bretagna il costo delle terapie oncologiche è salito a oltre 5 miliardi di sterline da 2 miliardi nel 2002.

“Noi gridiamo forte il nostro no all’accanimento terapeutico, e il nostro no all’abbandono: questo è il credo di ANT da sempre – prosegue Pannuti. Siamo per la difesa della vita in dignità, sino all’ultimo respiro, con la forza delle nostre parole, dei nostri convincimenti, e soprattutto con l’esempio che il nostro personale sanitario porta ogni giorno all’interno delle case di oltre 3.500 Malati oncologici. E se i “tecnici della Sanità”, inglese o italiana che sia, intendono riportare il discorso su un piano meramente economico, ricordo che il concetto di sussidiarietà e l’integrazione di risorse tra pubblico e privato a volte portano frutti straordinari, come l’esempio di ANT è in grado di ben testimoniare”.

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