Studenti in piazza contro lo smantellamento della scuola pubblica

E’ terminata a Roma la manifestazione degli studenti che hanno sfilato nella capitale in 2mila. Sono piu’ di 90, le citta’ in cui gli studenti sono scesi in piazza contro lo smantellamento della scuola pubblica. Davanti al ministero dell’Istruzione, insegnanti e lavoratori hanno manifestato assieme ai ragazzi. Non sono mancati momenti di tensione a Roma […]

E’ terminata a Roma la manifestazione degli studenti che hanno sfilato nella capitale in 2mila. Sono piu’ di 90, le citta’ in cui gli studenti sono scesi in piazza contro lo smantellamento della scuola pubblica.

Davanti al ministero dell’Istruzione, insegnanti e lavoratori hanno manifestato assieme ai ragazzi. Non sono mancati momenti di tensione a Roma e Milano con lanci di uova e slogan contro le banche “Noi la vostra crisi non la paghiamo”.
Alcuni palloncini pieni di vernice sono stati lanciati contro la polizia durante il corteo a Roma. La vernice ha imbrattato alcune macchine parcheggiate e alcuni blindati.

“Oggi solo 2000 studenti, che sono il numero più o meno di due o tre licei, hanno bloccato tutta Roma deviando il percorso del corteo. Questo è un problema”, lo ha riferito il sindaco di Roma Gianni Alemanno. “Io continuo a ribadirlo – prosegue – non perché voglia contestare la possibilità di protestare”, ma “servono regole condivise per garantire il diritto alla protesta ed il diritto alla mobilità. Mi auguro – ha concluso – che il senso di responsabilità di tutti venga aumentato”.

I principali motivi della protesta? Primo fra tutti i tagli all’istruzione, l’obiettivo è quello di protestare contro “l’opera di smantellamento della scuola pubblica”. Il sindacato Unicobas spiega le motivazioni, “Al drastico calo dei finanziamenti per l’istruzione, nel Paese che già spende la più bassa percentuale di Pil nella Ue e retribuisce peggio insegnanti e Ata, s’accompagnano le economie sulla pelle degli alunni con una controriforma minimalista che smantella la qualità del sistema formativo italiano a vantaggio dei diplomifici privati. La manovra del Governo condanna il grosso dei 130.000 precari alla disoccupazione e introduce un inaccettabile ribaltamento del diritto del lavoro con la clausola dell’azzeramento della carriera per buona parte delle nuove assunzioni”

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