Allarme “malati di gioco”

I dati del fenomeno “malati di gioco” evidenziano un problema che sta crescendo con l’aumentare dello sviluppo del settore. La categoria più a rischio (40%) per la dipendenza da gioco sono le donne, in particolare quelle tra i 25 e i 45 anni. Solo il 25% dei giovani fino a 21 anni è in pericolo ludopatia, […]

I dati del fenomeno “malati di gioco” evidenziano un problema che sta crescendo con l’aumentare dello sviluppo del settore. La categoria più a rischio (40%) per la dipendenza da gioco sono le donne, in particolare quelle tra i 25 e i 45 anni. Solo il 25% dei giovani fino a 21 anni è in pericolo ludopatia, mentre gli uomini tra i 35 e i 50 anni rappresentano il 35% dei soggetti a rischio. Tra il 2003 e il 2010 la raccolta è stata di 309 miliardi, con una proiezione per il solo 2011 di ben 70 miliardi di euro finali. Ma non tutto è rose e fiori, tanto che il comparto ha destato l’interesse preoccupato anche dell’Antimafia, che ha evidenziato “costi sociali devastanti” di cui “nessuno si preoccupa veramente”. Secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, il 3% della popolazione adulta italiana, cioé 1,5 milioni di soggetti, è vittima di una esagerazione, cioé tende a porre il gioco al vertice delle priorità di vita. La maggioranza dei soggetti a rischio (il 32%) afferma di giocare esclusivamente per guadagnare, solo il 21% per divertimento. Corse (78%), partite (86%), Bingo (come nel caso della donna che ha “venduto” la figlioletta a Pescara) e Lotto (65%) rappresentano i giochi preferiti dai giocatori di sesso maschile, mentre le donne mettono in cima alle preferenze poker online (42%), slot (46%) e altri giochi (48%). “Questo gioco compulsivo – spiega l’Antimafia – sfrutta, tra l’altro, ampie aree di disagio sociale, soprattutto tra i giovani e gli anziani. E’ stato verificato che nei giorni di riscossione delle pensioni e anche in quelli immediatamente successivi, la partecipazione ai giochi registra un’impennata altamente significativa”. La ludopatia è una “vera e propria forma di dipendenza patologica”, che mette in discussione la sopravvivenza economica delle famiglie e non è inserita nell’elenco delle malattie riconosciute dal Servizio sanitario nazionale. Tra i primi reparti a fare le spese della crisi e dei conseguenti tagli sono stati proprio quelli aperti per curare questo tipo di particolare dipendenza. Appartamenti ipotecati, gente che perde il lavoro, negozi che passano di mano, famiglie distrutte: le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti. E a suscitare allarme contribuisce il fatto che le ludopatie crescono soprattutto tra i giovani, grazie a forme pubblicitarie che presentano il giocatore come un vincitore e indicano nel gioco la soluzione ai problemi economici”. I Monopoli sono da tempo impegnati nel diffondere una sempre maggiore conoscenza della realtà del gioco che consenta di implementare progetti di prevenzione, informazione e sensibilizzazione per un approccio equilibrato da parte del pubblico al mondo dei giochi. Spiccano tra questi l’iniziativa di formazione sul gioco legale e responsabile delle scuole secondarie “Giovani e Gioco”, il progetto nazionale sulle dipendenze comportamentali “il Gioco è una cosa seria” coordinato dalle Asl/Sert della regione Piemonte, il servizio di helpline nazionale di assistenza alle persone che hanno problemi con il gioco.

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