Premiata Dermatologia Aquilana

Nel corso del 50° Congresso Nazionale della Associazione Dermatologici Ospedalieri Italiani (ADOI), svoltosi a Palermo dal 5 all’8 ottobre scorsi, alla Unità Operativa Complessa di Dermatologia, del Dipartimento di Medicina (diretto dalla dott.ssa Sabrina Cicogna), della ASL 01 Avezzano-Sulmona-L’Aquila, è stato assegnato il Premio “Fracastoro” per la ricerca più originale del 1° decennio del 2000. […]

Nel corso del 50° Congresso Nazionale della Associazione Dermatologici Ospedalieri Italiani (ADOI), svoltosi a Palermo dal 5 all’8 ottobre scorsi, alla Unità Operativa Complessa di Dermatologia, del Dipartimento di Medicina (diretto dalla dott.ssa Sabrina Cicogna), della ASL 01 Avezzano-Sulmona-L’Aquila, è stato assegnato il Premio “Fracastoro” per la ricerca più originale del 1° decennio del 2000. Il prestigioso riconoscimento per lo studio, dei dottori Carlo Di Stanislao, Giovanni Flati, Francesco De Angelis e Anna Silvia Biamonte, “Agopuntura in Dermatologia”, pubblicato a gennaio 2010 sulla rivista Dermatological Experiences, in cui si riassume il lungo iter storico della dermatologia in Medicina Cinese, si presentano i risultati di studi clinici aquilani sull’impiego dell’agopuntura in corso di zoster, prurito uremico e colestasico, dermatite atopica, acne polimorfa giovanile, alopecia areata ed orticaria cronica e si forniscono utili spunti sulla spiegazione scientifica dei risultati ottenuti, attraverso una modulazione di mediatori cutanei e neurologici definiti neuropepitidi, argomento già affrontato dallo stesso gruppo di studio con ricerche del 2004-2005, pubblicate sulle riviste Pandora e  Dermatologia Ambulatoriale. Nel corso dello stesso Congresso, il dott. Carlo Di Stanislao, dirigente medico della stessa Unità Complessa diretta dal dottor Giovanni Flati e responsabile della Struttura Semplice di Allergologia, è stato premiato come “Dermatologo dell’anno”, per i suoi studi sulla patogenesi immunologica delle prurigini e della dermatite atopica, riassunti in un lavoro, del giugno scorso, pubblicato sulla rivista Medical Allergist. Sempre la dermatologia aquilana (con allora l’aggiunta dei dottori Giovanni Bologna e Giorgio Donati), aveva ricevuto il Premio per il “Miglior Lavoro Scientifico di Fine Millennio”, dalla Società Italiana di Dermatologia e Veneeologia, nel 2001, per una ricerca sulla Terapia Integrata dell’Herpes Zooster, che aveva ricevuto un analogo riconoscimento anche nel 2000, dalla Società Italiana di Geriatria Ospedaliera. Infine, per l’insieme degli studi sviluppati dalla Unità Operativa e pubblicati sulle riviste specialistiche La Clinica Europea, Chronica Dermatologica, Sillabo Medico, La Medicina Estetica, Kosmè e Dermakos, fra il 1997 ed il 2010, la lettura magistrale con cui si aprirà il III Seminario di Aggiornamento della Società Italiana di Dermatologia e Malattie Sessualmente Trasmesse (SIDeMAST), che si svolgerà a Francavilla a Mare, l’11 e 12 novembre prossimi, è stata affidata al Dott. Carlo Di Stanislao, che parlerà di “Eccipienti e Veicoli nell’assorbimento percutaneo”, soffermandosi sul ruoli degli emollienti e dei fitosomi, con particolare riferimento al complesso escina ß-sitosterolo fitosoma nell’eczema e del dimero Gingko biloba fitosoma, nei preparati anti-invecchiamento. E’ dal 1990, con un articolo sulla Rivista TMA, che il dermatologo aquilano si occupa dell’argomento, con premi ricevuti, sullo stesso tema, nei congressi ADOI del 1991 e del 1997 e lavori, redatti con i dott. Giovanni Bologna e Giovanni Flati, sull’impiego topico di fitosomi di Cardo mariano in corso di psoriasi, di Sophora flavonica in corso di acne, di Rehmannia glutinosa e Zenzero nella alopecia areata e di Calendula nella disreattività da secchezza cutanea. Infine, il 10 novembre, in occasione dell’annuale incontro della Accademia di Storia della Medicina, il dottor Carlo Di Stanislao, cinefilo irriducibile e presidente dell’Istituto Cinematografico Lanterna Magica de L’Aquila, presenterà la relazione “La pelle al cinema”, rassegna su segni cutanei nella filmografia mondiale, con ampia disanima di pellicole che mostrano personaggi con cicatrici, tatuaggi, vitiligine, albinismo, dimorfismi vari sia congeniti che acquisiti, con una riflessione,  sull’idea stessa che la deformazione ha avuto in passato, a metà fra valore sacrale, profetico ed estetico. L’immagine mostruosa o deformata appartiene agli dei del caos, precedenti quindi ad ogni ordine cosmico: ha quindi concentrata in se l’energia di un mondo originario ancora non delimitato dalla legge. Essi fanno parte del mondo del silenzio prima che la parola della divinità produca le sue leggi e le sue forme perfette. Anche nel cinema, come nelle pagine della letteratura, si consumano i drammi psicologici degli individui imprigionati nelle deformità del proprio corpo, tema che si ritrova già nella creatura del dottor Frankenstein o in quello di grande successo, ispirato a un lavoro dello scrittore Gaston Leroux (1868-1927), relativo al  Fantasma dell’opera, messo in scena già nel 1925 da Rupert Julian, con Erik, il mostruoso personaggio interpretato da Lon Chaney, con il cui ruolo si consacra l’uomo dai mille volti specializzato nei ruoli horror. Un’analoga vicenda ispirata al Notre-Dame de Paris di Victor Hugo, capolavoro del romanzo gotico, è quella del gobbo Quasimodo innamorato della bella zingara Esmeralda, portato sugli schermi nel 1923 da Wallace Worsley (Nostra signora di Parigi), interpretato da Lon Chaney. Ingiustamente accusata di omicidio, la giovane viene salvata da Quasimodo che la porta a Notre Dame dove si consuma il tragico finale. La storia viene in seguito ripresa in Notre Dame (1939) di William Dieterle e in Notre Dame de Paris (1956) di Jean Delannoy, interpretato da Anthony Quinn e Gina Lollobrigida. A proposito di deformità un posto d’onore occupa il film shock del 1932 di Tod Browining, Freaks (letteralmente I Diversi) un’allucinante storia di sentimenti, misfatti e vendette che si consumano dietro le quinte di un circo. Mentre, in tempi più recenti, notevolmente mostruosa la “Donna Scimmia” di Marco Ferreri, del 1964. A parte queste pellicole interamente dedicate al tema, più spesso, i personaggi affetti da deformità rappresentano delle fugaci apparizioni in numerosi film. Tra queste si può per esempio ricordare la figura del monaco Salvatore de Il nome della rosa che parla un linguaggio incomprensibile e finisce ingiustamente sul rogo con l’accusa di eresia. Di queste apparizioni fugaci e dei contenuti allusivi e metaforici legati al tema del diverso, Giovanni Flati e Carlo Di Stanislao, parleranno, infine, in un articolo che sarà pubblicato ad inizio 2012, su La Provincia Medica Aquila, organo ufficiale dell’Ordine Dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della Provincia de L’Aquila.  

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