Kenya: lo scellino segna un minimo storico: 103 per dollaro

 I consumatori accusano il colpo seguito al crollo dello scellino keniano a livelli senza precedenti. Per la prima volta nella storia del paese, la moneta locale segna un minimo storico di 103 scellini per dollaro, mentre analisti prevedono che potrebbe superare il record di 120 scellini nei prossimi mesi se rimane incontrollato. Lo scellino ha […]

 I consumatori accusano il colpo seguito al crollo dello scellino keniano a livelli senza precedenti. Per la prima volta nella storia del paese, la moneta locale segna un minimo storico di 103 scellini per dollaro, mentre analisti prevedono che potrebbe superare il record di 120 scellini nei prossimi mesi se rimane incontrollato. Lo scellino ha inoltre subito una batosta da parte delle altre maggiori monete mondiali. All’inizio di ottobre, il tasso di cambio dello scellino era di 155 con la sterlina e 135 con l’euro. Ma il regolatore, la Banca Centrale del Kenya (Cbk), sembra sia stato colto alla sprovvista e gli istintivi tentativi di domare il crollo incontrollato non hanno portato alcun frutto. Gli osservatori si sono domandati come mai la Cbk, diretta da un professore, non sia stata in grado di fermare la caduta dello scellino, ora valutato come una delle peggiori monete al mondo. Sul fatto che la moneta stia andando male non c’è dubbio. Sin dall’inizio dell’anno, lo scellino ha registrato un ribasso del 26%, spingendo l’inflazione ad una crescita vertiginosa e minacciando le prospettive di crescita dell’economia. Un anno fa, lo scellino era riuscito a raggiungere una stabilità di 80 scellini sul dollaro. Ma tutto ciò adesso è storia.

Mentre lo scellino continua nella sua caduta libera, vari tentativi di spiegazione sono stati proposti. Da parte sua la Cbk ha attribuito la caduta dello scellino alle pratiche disoneste di cinque banche commerciali che sono state accusate di accumulare il dollaro per fini speculativi. Senza fare i nomi delle banche, il governatore della Cbk Njuguna Ndungu ha avvisato che le banche colpevoli avrebbero subito delle misure punitive. L’avvertimento è stato seguito da un intervento della Cbk per vendere il mercato valutario estero direttamente a segmenti mirati dell’economia a settembre. Ma anche questo non sembra abbia funzionato, con lo scellino che continuava a precipitare. Analisti hanno avvisato che la decisione potrebbe portare a favoritismi e scatenare una crisi anche più grande.

“E’ una decisione presa nel panico e il rischio dell’escludere banche commerciali è che il nuovo sistema non sarà aperto e trasparente. Quelle nelle buone liste prospereranno e le altre troveranno difficoltà nelle attività in quanto non ci sono leggi o controlli appropriati per guidare l’implementazione della nuova struttura”, dice James Shikwati, direttore del gruppo di esperti sulle linee politiche Network Economico Interregionale (Iren). Nonostante ciò, osservatori attribuiscono anche il crollo dello scellino all’alta domanda di dollaro causata da problemi nella zona dell’euro e ad una politica monetaria debole. Non ha facilitato le cose il fatto che il ministro delle Finanze Uhuru Kenyatta che poteva imporre una politica monetaria indotta dal Consiglio dei ministri per stabilizzare lo scellino si trovasse all’Aia per due settimane per la conferma delle processo sulle accuse contro il suo ruolo nella violenza post-elettorale del 2007-2008.

“Le società stanno davvero comprando dollari. Non un unico grosso acquirente, ma telecomunicazioni, importatori di petrolio, rivenditori. Tutti, indiscriminatamente,” ha detto Dickson Magecha, operatore di borsa alla Standard Chartered Bank di Nairobi. L’accresciuta domanda del dollaro è stata aggravata da acquisti in preda al panico che hanno portato a più uscite che afflussi con gli operatori di borsa che vendono sottocosto azioni a rischio. “Lo scellino è certamente in caduta libera e l’inconsistenza mostrata dalla Cbk mostra che questa non sta migliorando la situazione”, ha detto Kennedy Butiko, vice capo del tesoro alla Banca dell’Africa. “Se il regolatore non è soddisfatto della crescente domanda sul dollaro, deve essere persistente e coerente”.

Altre mosse fatte dalla Cbk per proteggere lo scellino sono state quella di restringere l’accesso alla sua finestra di sconto. All’inizio di ottobre, il regolatore ha aumentato il tasso della Banca Centrale (Cbr), il tasso a cui fa prestiti alle banche commerciali nel suo ruolo di prestatore come ultima risorsa dal 7 all’11%. Le banche commerciali hanno a loro volta scaricato il peso sui beneficiari dei prestiti alzando i tassi di interesse, i costi dei prestiti e la gestione dei mutui esistenti. Essendo il Kenya importatore netto di beni, il crollo dello scellino ha portato ad un’escalation del costo della vita mentre l’inflazione cresce a livelli inimmaginabili. Lo scellino è stato sotto attacco per mesi a causa di una crisi di fiducia nei confronti della capacità della Cbk di difendere la moneta, con l’inflazione che è salita al 25% in ottobre, più del triplo dell’obiettivo governativo del 5%. I prezzi dei beni primari come lo zucchero, il grasso da cucina e la farina di mais sono quasi raddoppiati solo durante gli ultimi due mesi. Le aziende subiscono anche il problema dell’aumento dei costi di produzione. L’Organizzazione Centrale dei Sindacati (Cotu), l’associazione generale dei lavoratori, ha avvertito che le compagnie faranno ricorso ai tagli se la Cbk non si muove velocemente per stabilizzare lo scellino.

Il venditore di petrolio Total Kenya è una delle compagnie maggiormente colpite dal deprezzamento dello scellino. Il suo profitto di metà anno è crollato 73,8 punti percentuali. E’ interessante notare che mentre il costo del greggio si è andato stabilizzando nel mercato internazionale, i benefici non sono ancora arrivati a livello locale a causa dell’indebolimento dello scellino. Di conseguenza, il costo del carburante è cresciuto, portando ad un aumento del costo del trasporti per i pendolari.

Ancora più colpiti sono gli importatori ed i genitori di quei bambini che studiano all’estero e che devono pagare le tasse scolastiche in moneta straniera. “Solo sei mesi fa, mandavo 100 dollari al mese a mia figlia che studia in India. Ora devo mandarne 150”, lamenta Geoffrey Odhiambo, un elettricista di Nairobi. Essendo gli esportatori nei mercati del tè e del caffè gli unici beneficiari dell’indebolimento dello scellino, gli analisti avvertono che difficilmente continueranno a fare guadagni per un periodo più lungo. “Gli esportatori hanno un vantaggio, ma una moneta debole non si è mai dimostrata una soluzione a lungo temine. Rende pigri gli esportatori”, dice Aly Khan, un analista di mercati di Rich Investment

Zachary Ochieng, traduzione di Sara Marilungo

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