L’Aquila,Verini e Leopardi: una proposta seria e concreta per la ricostruzione

Negli ultimi giorni si è sviluppata tra commissario e sindaco, l’ennesima inconcludente discussione sulla questione della fideiussione che, a seconda delle rispettive malsane idee dei 2 famigerati artefici della non-ricostruzione aquilana, dovrebbe essere a carico dei proprietari (chiodi) o dei progettisti (cialente). Fatto è che, come su ogni argomento, questa lite a mezzo stampa, non […]

Negli ultimi giorni si è sviluppata tra commissario e sindaco, l’ennesima inconcludente discussione sulla questione della fideiussione che, a seconda delle rispettive malsane idee dei 2 famigerati artefici della non-ricostruzione aquilana, dovrebbe essere a carico dei proprietari (chiodi) o dei progettisti (cialente).

Fatto è che, come su ogni argomento, questa lite a mezzo stampa, non risolve il problema e impantana ulteriormente la ricostruzione, ferma al palo proprio perché invece di cercare soluzioni, i famigerati “gianni e pinocchio”, preferiscono essere sul giornale per accusarsi di incapacità reciproche che, oramai è chiaro, a nostro parere sono di entrambi.

Non volendo noi contribuire al loro teatrino, preferiamo proporre una soluzione, su questo argomento, che ci appare come l’unica sensata e portatrice di diversi aspetti positivi. Noi pensiamo che la fideiussione per le unità abitative singole, debba esser effettuata dalle ditte che si aggiudicano i lavori di ristrutturazione. Questa nostra idea nasce da alcune considerazioni:

  1. Una fideiussione di una impresa con un bel portafoglio-lavori, costa molto meno di quanto costerebbe a un singolo individuo, proprietario o progettista che sia.

  2. La fideiussione bancaria, in questo caso, sarebbe anche una sorta di certificazione economica della ditta, sapendo che le banche eseguono controlli approfonditi prima di concederla, e quindi permetterebbe ai proprietari di esser certi riguardo lo stato patrimoniale dell’impresa da loro scelta, evitando le ditte inaffidabili.

 Poniamo questa nostra proposta all’Ance, l’associazione delle imprese di costruzione affinchè ne valuti la fattibilità, e ai 2, commissario e sindaco, sperando che possa esser per loro uno spunto per trovare una soluzione ad un problema, abbandonando finalmente il terreno delle polemiche inutili, sterili e, lasciatecelo dire, dimostrazione evidente dell’inadeguatezza di fronte ad una situazione che meriterebbe altri atteggiamenti, altri attori, altre velocità.

 Verini Enrico , Maurizio Leopardi

Una risposta a “L’Aquila,Verini e Leopardi: una proposta seria e concreta per la ricostruzione”

  1. Luca Centofanti ha detto:

    Caro Enrico, carissimo Maurizio,
    vi do del tu perche siete miei dipendenti.
    Vi pago per risolvere i problemi ma da quello che scrivete penso che vi dovrei licenziare in tronco.
    la questione fideiussione, ormai divenuta per voi (in generale) una questione di voti sia se applicata al cittadino, sia se applicata all’impresa non potrebbe far altro che complcare ulteriormente le cose.
    per quanto riguarda i cittadini si apre un discorso di disparità sociale nel senso che le imprese potrebbero orientarsi verso le categorie forti tralasciando quelle più deboli
    per quanto riguarda le imprese sarebbe come condannare a morte le imprese, anche di certe dimensioni, che ancora non riescono ad incassare i soldi derivanti da lavori di riparazione con finanziamento diretto.
    La soluzione non è quindi a chi indirizzare la fideiussione, la prima soluzione è cestinare questo discorso.
    la soluzione vera è togliere gli incarichi ai professionisti che se ne sono accaparrati troppi e distribuirli agli stessi in modo proporzionale alla disponibilità in termini di personale degli studi tecnici. In questo modo si aumenterebbe la produttività dei professionisti stessi, si obbligherebbero gli studi tecnici che sfruttano i neo laureati ad assumerli per poter avere diritto alla gestione di un maggior numero di pratiche, si ridistribuirebbe il lavoro su tuttele fasce della popolazione, si eviterebbero le estenuanti attese e le conseguenti perdite dei diritti assistenziali ai cittadini che, poco tutelati da tecnici senza un minimo di etica professionale, vedonio procedere a rilento le proprie pratiche.
    Capisco che facendo questo discorso potreste perdere il posto di lavoro perchè perdereste molti voti ma credo che la popolazione poco colta apprezzerebbe molto.
    Luca Centofanti

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