L’Aquila, Carispaq: serata finale del premio Bonanni

Ieri sera, presso il Ridotto del Teatro Comunale dell’Aquila, si è tenuto l’evento centrale della decima edizione del Premio intitolato a Laudomia Bonanni: una vera e propria serata di celebrazione per il decennale di un premio che è diventato ormai occasione consolidata per rinnovare l’orgogliosa appartenenza ad una città che trae dignità da una cultura […]

Ieri sera, presso il Ridotto del Teatro Comunale dell’Aquila, si è tenuto l’evento centrale della decima edizione del Premio intitolato a Laudomia Bonanni: una vera e propria serata di celebrazione per il decennale di un premio che è diventato ormai occasione consolidata per rinnovare l’orgogliosa appartenenza ad una città che trae dignità da una cultura millenaria.

E’ proprio l’orgoglio che si legge sui volti di Stefania Pezzopane, Fondatrice del Premio e Presidente della Giuria e di Antonio Battaglia, Presidente della Carispaq: l’orgoglio di accogliere un pubblico numeroso in una sala di un edificio cardine in centro storico, lo scenario che ha visto crescere in prestigio. “La partecipazione numerosa è dimostrazione di un tessuto sociale vitale- afferma Antonio Battaglia- ma il tessuto sociale non è niente se non in prospettiva di una rinascita di questa città. In tanti hanno deposto le armi ma vi è la necessità di conservare a tutti i costi le nostre tradizioni, per questi tutti, ognuno nel proprio ambito dobbiamo sperare e impegnarci per un risultato che abbiamo nel cuore”.

Il premio dovrebbe, inoltre, rappresentare un modello di collaborazione per le istituzioni locali ai fini del raggiungimento di un obiettivo comune in una “città litigiosa”, queste le parole d’accusa della Pezzopane, che ha sottolineato più volte l’integrità da parte della macchina organizzativa, intesa come volontà di lavorare con cooperazione e onestà intellettuale, di una manifestazione su cui “nessuno ha messo gli artigli”, al contrario dell’avidità e della volontà di manipolazione con cui molti sciacalli bramano arpionare L’Aquila terremotata.

“La poesia non come distrazione sciocca ma come incontro tra cittadini non necessariamente innamorati della poesia, ma desiderosi di stare insieme in occasioni di cultura”: questa la motivazione che ha sospinto il lavoro della giuria a proseguire durante le edizioni successive al terremoto, spiega la Pezzopane.

La poesia che ricostruisce la fiducia nella realtà sociale e nella politica, così John Dean, atteso ospite internazionale, ha affermato nel corso dell’incontro con gli studenti del liceo scientifico dell’Aquila l’apporto della poesia nella società civile: ha aggiunto, durante la serata, che di ricostruzione spirituale ha bisogno tutta l’Europa, tramite un percorso guidato da onestà e semplicità.

Ricchissima la serata, che ha coperto un programma di tre ore complessive, all’insegna di una contaminazione di linguaggi: la lettura delle liriche delle opere vincitrici si è alternata alla musica dell’Istituzione Sinfonica Abruzzese, il confronto con gli intellettuali presenti tra premiati e giuria si è arricchito di filmati audiovisivi, la freschezza della presenza di voci giovani è stata intrecciata all’autorevolezza delle voci affermate. Il filo rosso è stato quello temporale: la città ha bisogno di avvertire un senso di continuità tra passato, presente e futuro. La serata non poteva che iniziare con una lettura di uno stralcio tratto dall’ultima opera di Laudomia Bonanni, “La rappresaglia”, scelto in vista dell’anno di celebrazione dei 150 anni di unità d’Italia: la figura di una combattiva partigiana, La Rossa, a ricordare quanto sangue e quanta sofferenza sia costata per l’affermazione dell’identità territoriale di questo Paese. Sangue e sofferenza che, implicitamente, potrebbero essere correlati alla storia degli aquilani, ma che devono preludere, come nel dopoguerra ad una ricostruzione.

Tanti, quest’anno, i momenti di altissima cultura all’insegna del ricordo: in primis l’omaggio ad Andrea Zanzotto morto lo scorso 18 ottobre, tramite la riproposizione in video della sua immagine e della sua voce. “Un interprete sensibile dell’esperienza di vita e dei sentimenti del suo popolo, una personalità civilmente impegnata nella difesa del patrimonio culturale e dei valori nazionali della nostra Italia” con le parole del Presidente della Repubblica si è voluto sottolineare l’immagine di uno dei più grandi poeti del Novecento.

La presenza in giuria di una scrittrice di rilevanza internazionale, Maria Luisa Spaziani, ha dato modo di esplorare un lato inedito, addirittura comico-paradossale, di uno dei poeti che ha rinnovato le modalità dello scrivere, Eugenio Montale. Lo si è fatto grazie al libro, recentemente pubblicato per Mondadori “Montale e la Volpe”, in cui la Spaziani ricorda episodi, ora ironici, ora commoventi di un lungo sodalizio. Le immagini di un Montale in grado di essere canzonatorio, come di assurgere alla solennità del vate hanno accompagnato questo percorso.

La letteratura si è alternata, inevitabilmente, ai ricordi della storia del nostro territorio: Giustino Parisse, con un dolore che non può fare a meno di rinnovarsi, ha presentato il libro in cui ha raccolto i temi di scuola della figlia, Maria Paola, morta a seguito del sisma che ha sbriciolato Onna.

La premiazione, parte centrale dell’evento, che ha forse coperto una spazio troppo ridotto per importanza delle opere in concorso e degli intellettuali presenti in sala, ha riguardato le 3 sezioni previste, rispettivamente trattate durante la serata:

–          Sezione B, poesia inedita riservata agli studenti di un Istituto Superiore dell’Aquila: il vincitore di quest’anno è lo studente del Liceo scientifico di L’Aquila Sasha Del Vecchio che ha letto una poesia in cui emerge la lotta di bisogni opposti: l’adeguamento all’ordinarietà del reale e la lotta alla banalità;

–          Sezione C, opera prima di poesia di un autore che non abbia superato il 35° anno d’età: Antonio Lillo è stato proclamato vincitore con “L’innocenza del male”; ha letto un componimento nel dialetto della sua terra, Locorotondo, ribadendo un attaccamento alle origini premessa stessa della serata;

–          Sezione A, poesia edita: terzo finalista è Alberto Casadei con la raccolta “Macadamia”, che ha scelto di leggere uno stralcio da “Genetica” poesia a valenza gnoseologico-interpretativa che affronta problemi relativi alla genesi e allo sviluppo storico dell’umanità, argomento considerato ormai inattingibile dalla poesia, e invece scommessa e limite di ogni creazione poetica.

Secondo finalista è Roberto Mussapi con “L’incoronazione degli uccelli nel Giardino”: ha letto uno stralcio del favolistico dialogo tra pesci e uccelli, materia di letteratura infantile che sempre ha notazioni filosofico-conoscitive.

Il primo premio è spettato a uno delle voci più incisive del giornalismo italiano, Oliviero Beha, che con Meteko ha dimostrato la capacità di espressione anche tramite linguaggio poetico, grazie alla forza tagliente dell’epigramma.

Elisa Giandomenico

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