Berlusconi, i lavoratori non sono schiavi

“La rete di protezione sociale, in specie sul tema del lavoro, e’ tutto sommato abbastanza solida in Italia, e nessuno vuole sfilacciarla”. Lo dice il presidente del consiglio Silvio Berlusconi in una lettera al Foglio domani in edicola. “Il problema- aggiunge- e’ di ridurre le cattive abitudini, scongiurare un’estensione abnorme del lavoro precario, offrire un […]

“La rete di protezione sociale, in specie sul tema del lavoro, e’ tutto sommato abbastanza solida in Italia, e nessuno vuole sfilacciarla”. Lo dice il presidente del consiglio Silvio Berlusconi in una lettera al Foglio domani in edicola.

“Il problema- aggiunge- e’ di ridurre le cattive abitudini, scongiurare un’estensione abnorme del lavoro precario, offrire un futuro qualificato ai giovani e alle donne rimuovendo solo e soltanto le rigidita’ improprie che impediscono l’allargamento della base occupazionale e produttiva, per avvicinarci agli obiettivi del Trattato di Lisbona sulla partecipazione al mercato del lavoro, purtroppo ancora lontani. Gli imprenditori del XXI secolo non sono i padroni delle ferriere dell’Ottocento, non si svegliano al mattino con l’impulso di liberarsi di manodopera per gonfiare profitti. E i lavoratori sono titolari di forza contrattuale e di diritti, non schiavi sociali. Non dobbiamo sottometterci alla caricatura di noi stessi”.

Il premier denuncia una “campagna fatta di ipocrisie e falsita’” sulla lettera di intenti all’Unione europea. “Di fronte al compimento di una fase critica e turbolenta- spiega- e dopo che in Europa il nostro e altri governi hanno chiesto e ottenuto impegni finanziari a difesa dell’euro, dando assicurazioni sulle riforme e un calendario impegnativo per la loro realizzazione, si va purtroppo dipanando una campagna fatta di ipocrisie e falsita’, che tende a rovesciare come un guanto il senso delle cose. Ci siamo impegnati per la crescita, per lo sviluppo, per piu’ efficaci regole di concorrenza, di competitivita’, di mobilita’ sociale, non per deprimere l’economia e rilanciare la lotta di classe, che come ho detto in Parlamento e’ finita da un pezzo”.

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