Cooperante italiana in mano di al Qaida

Rossella Urru, la cooperante italiana rapita domenica scorsa insieme con due colleghi in un campo sahawari in Algeria sono in mano di al Qaida nel Maghreb islamico (Aqmi). Lo ha dichiarato un mediatore alla France. “I tre ostaggi europei sono vivi. E’ uno dei rapitori, membro dell’Aqmi, che ci ha comunicato questa informazione. Aqmi ha […]

Rossella Urru, la cooperante italiana rapita domenica scorsa insieme con due colleghi in un campo sahawari in Algeria sono in mano di al Qaida nel Maghreb islamico (Aqmi). Lo ha dichiarato un mediatore alla France.

“I tre ostaggi europei sono vivi. E’ uno dei rapitori, membro dell’Aqmi, che ci ha comunicato questa informazione. Aqmi ha detto che faranno conoscere più avanti le loro rivendicazioni. Per il momento, gli ostaggi stanno bene” ha riferito il mediatore che si trova in un Paese dell’Africa occidentale. “Sappiamo che due uomini armati e con l’uniforme di Polisario hanno lasciato passare i veicoli su cui si trovavano gli ostaggi”, ha aggiunto.

Un funzionario del Mali ha voluto smentire con forza ancora una volta la presenza di ostaggi nel deserto del suo paese.

Rossella Uru, 27anni di Samugheo, in provincia di Oristiano è una rappresentate del Comitato Italiano Sviluppo dei Popoli (CISP). Era con altri due volontari, Ainhoa Fernandez de Rincon, membro dell’Associazione Amici del Popolo Saharawi dell’Extremadura, e Enric Gonyalons, membro dell’organizzazione spagnola Mundobat quando sono stati rapiti.

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