L’Aquila, zona franca e restituzione tasse: serve un provvedimento come in Liguria

Vorrei dire chiaro al Presidente-Commissario, Chiodi ed al Sindaco, Cialente che la politica e le Istituzioni che loro rappresentano non contano nulla e che continuare ad implorare il sottosegretario, Letta, per avere un tozzo di pane per gli aquilani è soltanto umiliante. Da due anni, il sistema produttivo del comprensorio aquilano aspetta la zona franca per poter rilanciare […]

Vorrei dire chiaro al Presidente-Commissario, Chiodi ed al Sindaco, Cialente che la politica e le Istituzioni che loro rappresentano non contano nulla e che continuare ad implorare il sottosegretario, Letta, per avere un tozzo di pane per gli aquilani è soltanto umiliante.

Da due anni, il sistema produttivo del comprensorio aquilano aspetta la zona franca per poter rilanciare l’economia e l’occupazione, e per evitare l’ulteriore impoverimento della città e la fuga dei giovani, senza lavoro e senza futuro.

Da due anni, gli Aquilani chiedono che la restituzione delle tasse avvenga con la riduzione al 60% e diluita nel tempo, com’è avvenuto per gli altri terremoti, senza dover elemosinare una proroga ad ogni scadenza del termine.

Chiodi e qualche altro esponente del centrodestra che governa il Paese, ad ogni circostanza tranquillizzano e rassicurano gli aquilani, dopo una lettera alla U.E. o dopo una telefonata a… Santo Letta, subito seguito da Cialente, che giustamente risentito chiama anche lui il benefattore dell’Aquila.

Poi, scopri che il Governo Berlusconi, senza aspettare telefonate o proteste, delibera con urgenza e doverosamente di aumentare le accise sui carburanti di circa uncentesimo a litro per far fronte ai danni ingenti dell’alluvione, che ha colpito le Cinque terre in Liguria.

Una tassa di scopo o un provvedimento straordinario, come questo sulla benzina, qui  da noi non è preso nemmeno in considerazione.

I soldi, quando si vuole, si trovano!

Allora, c’è un problema che si chiama carenza di forza e di credibilità del Governo regionale, più portato ad assecondare il Potere centrale che a far valere le ragioni delle popolazioni locali, così come c’è un’inadeguatezza della classe politica regionale, fatta di parlamentari e consiglieri regionali, che non fanno fronte comune e che non assumono la ricostruzione dell’Aquila come una priorità e come un’opportunità per lo un nuovo sviluppo dell’Abruzzo.

Se il Governo ha figli e figliastri, è anche colpa della politica regionale, che abbaia e si divide, senza portare a casa le risorse che servono alla rinascita di un territorio.

Lelio De Santis

 

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