Disattenzioni del personale sanitario: raddoppiano le segnalazioni

Meno errori diagnostici e terapeutici, salgono pero’ le disattenzioni del personale sanitario. Questo e’ quanto emerge dal quattordicesimo rapporto PiT Salute ‘Diritti al taglio’ del Tribunale per i diritti del malato-Cittadinanzattiva, che prende in esame il contenuto di 23.524 segnalazioni dei cittadini relative al periodo di tempo che va dallo 1 gennaio al 31 dicembre […]

Meno errori diagnostici e terapeutici, salgono pero’ le disattenzioni del personale sanitario. Questo e’ quanto emerge dal quattordicesimo rapporto PiT Salute ‘Diritti al taglio’ del Tribunale per i diritti del malato-Cittadinanzattiva, che prende in esame il contenuto di 23.524 segnalazioni dei cittadini relative al periodo di tempo che va dallo 1 gennaio al 31 dicembre 2010. Le segnalazioni provengono dal PiT Salute sede centrale (2.205) e dai PiT Salute locali e dalle sezioni territoriali del Tribunale per i diritti del malato (21.319). Nel particolare, infatti, cresce la “malpractice, dal 18% nel 2009 al 18,5% nel 2010”: nel rapporto si legge che se da una parte i cittadini segnalano meno i presunti errori diagnostici e terapeutici “che dal 63% del 2009 sono scesi al 58,9% nel 2010”, di contro le segnalazioni sulle disattenzioni del personale sanitario sono piu’ che raddoppiate “passando dal 5,8% del 2009 al 12,9% del 2010”.

Per ‘disattenzione’, quindi cattiva assistenza e mancanza di professionalita’, il rapporto intende, ad esempio, “la cattiva abitudine di lasciare i farmaci sul comodino senza accertarsi che siano assunti dai pazienti; la mancata applicazione delle sbarre di protezione ai letti di malati semi-coscienti, anziani, non autosufficienti; lasciare il degente in un luogo esposto alla corrente d’aria o sotto il getto dell’aria condizionata; la carenza di controlli sulle forniture delle bombole di ossigeno, di altri presidi o apparecchiature; la mancata segnalazione di gradini, pavimenti bagnati, porte in vetro; l’abbandono di materiale in prossimita’ delle vie di fuga”.

Gli errori terapeutici sono stati segnalati in una percentuale maggiore di quelli diagnostici “(rispettivamente 55,3% e 44,7%). Ortopedia, chirurgia e oncologia le aree piu’ a rischio di errori in terapia, mentre per la diagnosi i maggiori rischi si concentrano in oncologia, ortopedia e ginecologia/ostetricia”.

Tra le altre cose, le persone continuano a evidenziare difficolta’ nel comunicare ai medici i propri sintomi. Secondo quanto emerge dalle lamentele, i sanitari compilano anamnesi “affrettate” e redatte “in poco tempo ed in ambienti caotici”. Ulteriore difficolta’ lamentata dai cittadini e’ quella di “non riuscire ad avere un unico referente con il quale rapportarsi”. Permane poi il problema delle cartelle cliniche “che non sono ancora completamente informatizzate, con parti scritte a mano, non sempre comprensibili e con impaginazioni che non seguono la cronologia degli eventi”. Le segnalazioni inerenti le infezioni nosocomiali si mantengono pressoche’ costanti, “rispetto ai dati del 2009 (6,7%), con una lievissima flessione (6,6%) nel 2010”. Quindi le condizioni igieniche delle strutture, segnalate in peggioramento, “che dal 43,4% sono passate al 46,9%”.

Aumenta anche la segnalazione di strutture fatiscenti che passa dal “20,2% del 2009 al 27,5% del 2010”. In salita le segnalazioni da parte dal personale che “lavora in ambiente a rischio (soprattutto personale infermieristico) a contatto con pazienti infetti, dal 3,2% del 2009 all’8,5% del 2010”.

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