Dai Laboratori Nazionali del Gran Sasso i Pilastri della nuova Cosmologia

“Ci sono due modi in cui puoi vivere la vita. Uno sta nel non ritenere possibile il miracolo. L’altro sta nel ritenere ogni cosa un miracolo”(Albert Einstein). Profumo di Premio Nobel tra le vette del Gran Sasso d’Italia. Le misure non mentono. I dati sembrano esatti e confermano che dal Cern di Ginevra e dai […]

“Ci sono due modi in cui puoi vivere la vita. Uno sta nel non ritenere possibile il miracolo. L’altro sta nel ritenere ogni cosa un miracolo”(Albert Einstein). Profumo di Premio Nobel tra le vette del Gran Sasso d’Italia. Le misure non mentono. I dati sembrano esatti e confermano che dal Cern di Ginevra e dai Laboratori Nazionali del Gran Sasso dell’Infn, si stanno ponendo le fondamenta dei Pilastri della Nuova Cosmologia. Perché questa è la storia più straordinaria che ci sia. I neutrini dell’esperimento CNGS sembrano viaggiare più veloci della luce:“the neutrinos broke the light barrier”. Occorre aggiornare le nostre attuali conoscenze sulla struttura dello spaziotempo, magari senza stravolgere le utilissime teorie di Albert Einstein che finora sono state tutte confermate. La scoperta potrebbe superare, per importanza, la notizia del “primo contatto” dell’umanità con una razza intelligente extraterrestre. Evento che, a questo punto, potrebbe benissimo essersi già verificato! Mi spiego. Se gli esperimenti dei neutrini tachionici (superluminari) sono giusti e se è corretta la deduzione dell’inversione del principio fondamentale di causa-effetto, potreste leggere questo articolo prima ancora di averlo scritto. I vecchi pilastri della cosmologia, della filosofia e, in definitiva, della nostra stessa civiltà, tuttavia, sono pronti ad assorbire un colpo così forte? È giunta l’ora che i filosofi, dopo tre secoli di silenzi e di “lontananze” dai fisici, partecipino attivamente alla più grande scoperta dell’umanità per aiutare gli scienziati e i non addetti ai lavori, a capire che cosa affettivamente è stato osservato e scoperto al fine di elaborare insieme una teoria che possa certificare e celebrare il trionfo della ragione umana, con l’aiuto di DIO, scongiurando il “terremoto” che altrimenti scaturirebbe dal “vuoto” intellettuale spinto, pur consapevoli del fatto che la Natura aborre il vuoto. Perché i nuovi test realizzati ai Laboratori Nazionali dell’Infn del Gran Sasso dalla Collaborazione Opera, utilizzando dei particolari fasci di neutrini molto più brevi nel tempo e opportunamente distanziati, inviati dal Cern di Ginevra, avrebbero confermato i risultati resi noti lo scorso 23 settembre 2011 sulla velocità dei neutrini superluminari. I nuovi test sembrano escludere una parte dei potenziali errori sistematici che avrebbero potuto essere addebitati alla misura precedente. “Una misura così delicata che ha profonde implicazioni per la fisica, richiede un eccezionale livello di approfondimento” – fa notare Fernando Ferroni, dal 26 ottobre 2011 il nuovo Presidente dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare. Il prof.  Ferroni è Ordinario presso l’Università La Sapienza di Roma. Da sempre si è occupato di aspetti sperimentali della fisica delle particelle elementari. Ha lavorato al Cern di Ginevra, dapprima in esperimenti sui neutrini fino agli anni ’80 e poi all’esperimento L3 al LEP. Nei primi anni ’90 ha iniziato la sua collaborazione con l’esperimento BaBar alla macchina PEP2 di SLAC a Stanford, per lo studio della violazione di CP nei decadimenti del quark “bottom”. È autore di alcune centinaia di articoli scientifici ed ha partecipato a numerosi comitati internazionali nell’ambito della fisica delle alte energie. “L’esperimento Opera, grazie al particolare adattamento dei fasci di neutrini del Cern, ha realizzato un test importante per la consistenza dei suoi risultati. Il risultato positivo dei test ci rende più fiduciosi sulle misure, anche se la parola decisiva può essere detta solo dalla realizzazione di esperimenti analoghi in qualche altra parte del mondo”. I lavori sono già in corso. Il 17 novembre 2011 la Collaborazione Opera ha sottoposto il “paper” sulle misure della velocità dei neutrini alla rivista scientifica JHEP e, contemporaneamente, al sito ArXiv. Il periodo passato dal seminario tenuto il 23 settembre 2011 al Cern, è stato utilizzato sia per preparare un pre-print più leggibile, incorporandovi suggerimenti arrivati dalla comunità scientifica internazionale, sia per verificare ulteriormente i principali argomenti dell’analisi dei dati, sia per condurre nuovi test con i particolari fasci di neutrini dal Cern. Questi fasci sono caratterizzati da una migliore definizione del “tempo di estrazione” dei protoni. I “pacchetti” di neutrini, cioè, sono lunghi solo 3 nanosecondi e spaziati gli uni dagli altri di 524 nanosecondi. Molto più stretti e separati rispetto a quelli della misura annunciata a settembre: in quel caso i fasci duravano 10.500 nanosecondi e erano distanziati da 50 milioni di nanosecondi. Questi nuovi test avrebbero permesso di prendere una misura più accurata della velocità dei neutrini tachionici utilizzando peraltro una minore intensità dei fasci. In questa fase l’esperimento Opera ha collezionato 20 eventi analizzati individualmente: altri potranno essere registrati nei test previsti per il 2012. Questo traguardo è stato reso possibile da una stretta collaborazione con il team del Cern che lavora sul più potente acceleratore della Terra, Lhc. I fisici fanno sapere che la Collaborazione Opera continuerà a prendere dati nel corso del 2012 anche utilizzando al Cern un nuovo rivelatore di muoni collocato dietro l’assorbitore di adroni che consentirà di realizzare ulteriori studi indipendenti. Nella comunità scientifica internazionale regna ancora l’incredulità. Stefan Soldner-Rembold, un professore di fisica della particelle all’Università di Manchester, ha espresso grande cautela. “Questo risultato è molto eccitante – ha dichiarato lo scienziato – ma è ancora molto difficile credere che qualcosa possa muoversi a una velocità superiore alla luce. Se fosse vero, la scoperta rivoluzionerebbe la fisica moderna”. Certamente i nuovi parametri sperimentali inducono a un generoso ottimismo. La struttura del raggio di neutrini è stata ulteriormente perfezionata. Ciò abbassa di molto una delle principali fonti di errore di tutto l’esperimento. Tuttavia le misure sono così complesse e i risultati così inattesi e straordinari (nel senso che sono frutto di misure estremamente precise e non di una teoria fisica fondamentale di partenza) che molti fisici sarebbero più indotti a credere allo sbarco degli extraterrestri sulla Terra che non alla bontà dei risultati acquisiti. È normale negli ambienti scientifici dove la forte competitività si sposa con la collaborazione di grandi gruppi di ricerca, consapevoli del fatto che, a differenza di quel che accade nel mondo politico italiano che non cambia (magari si trasforma!), qui tutto può essere messo in discussione in pochissime ore. Per ricominciare daccapo. Anche da zero. Almeno fino a quando altri esperimenti indipendenti in corso di allestimento negli Stati Uniti e in Giappone, del tutto analoghi alla prova CNGS, non confermeranno le misure europee, dubitare è lecito. Occorreranno molti anni prima del Premio Nobel italiano, ma non c’è fretta. Il celebre scienziato Brain Cox ha detto che se i risultati di Opera dovessero essere definitivamente confermati, allora si aprirebbero scenari cosmologici del tutto nuovi e inattesi. Sarebbe la più grande scoperta dell’umanità giunta, grazie all’intuizione del fisico italiano Antonino Zichichi fondatore nel 1979 dei Laboratori Nazionali del Gran Sasso, dal totalmente inatteso. Dall’Antimateria ai neutrini, al nuovo acceleratore Super B che sarà costruito vicino Roma, la fisica italiana, attraverso l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) sta raccogliendo, tutti insieme, i frutti e risultati di progetti avviati 20 anni fa. “Contrariamente a ciò che spesso accade nel nostro Paese – rivela il prof. Fernando Ferroni – l’Infn lavora su programmi a lunga scadenza”. Come il Large Hadron Collider (Lhc) del Cern di Ginevra. “Ci sono voluti venti anni per realizzarlo e funzionerà per altri venti”. Il prossimo progetto ambizioso in arrivo è il Super B. “È appena nato, grazie all’approvazione del Governo, ed è fra gli impegni maggiori dal punto di vista scientifico”. Si prevede di completare la definizione dei dettagli nel 2012 e di costruirlo nei prossimi sei anni. Come prevede il progetto, l’acceleratore nascerà nell’area di Tor Vergata, vicino Roma, a soli tre chilometri dai Laboratori di Frascati dell’Infn. “I Laboratori di Frascati – rileva il presidente Infn – costituiranno l’infrastruttura portante di questa nuova impresa”, punto di riferimento per uffici, studi e servizi. “È una forma non ancora sperimentata, ma che riusciremo a definire senza difficoltà”. Tra le altre novità di rilievo, molto presto arriveranno sorprese dai dati dal cacciatore di Antimateria e Materia Oscura AMS (Alpha Magnetic Spectrometer) installato all’esterno della Stazione Spaziale Internazionale. “Sta funzionando benissimo” – annuncia il prof. Ferroni. “Abbiamo lavorato per venti anni per arrivare a tutti questi risultati: tanto ci è voluto per costruire esperimenti che rivoluzionano la fisica, ma questi sono i tempi con cui lavoriamo”. Una cosa è certa. Conquisteremo, prima o poi, anche le altre stelle.

Nicola Facciolini

Una risposta a “Dai Laboratori Nazionali del Gran Sasso i Pilastri della nuova Cosmologia”

  1. Iltachione ha detto:

    Sono vincenzo russo,io mi sono formato al pensiero sineterico di Carmelo Ottaviano, avendolo poi evoluto nella teoria unificata dell’universo fisico e mentale.

    Le propongo uno dei risultati della mia ricerca, inviato al CERN.

    2 mail COMPLETA al CNR : come proposta di lavoro ai ricercatori.
    Teoria unificata ,sineterica e tachionica : “ Il tachione il dito di Dio “.
    Premesso che la mia teoria prevede che : non esiste un universo reale fuori dalla mente dell’osservatore, ma solo un Universo virtuale incluso in essa:

    In merito ai neutrini che viaggiano più veloci della luce.
    La mia teoria unificata dell’universo fisico e mentale: Il tachione il dito di Dio ,disponibile sulla pagina web http://www.webalice.it/iltachione , prevede quanto segue:
    La vera velocità della luce si potrebbe ”determinare” solo nel vuoto assoluto dove sarebbe addirittura infinita, così come fu per un istante nella fase inflazionaria del Big Bang .
    Quella raggiunta dai neutrini nell’esperimento del CERN è superiore solo a quella della luce attuale ,perché i neutrini interagiscono molto meno ,con l’energia diffusa nello spazio tempo luminale.
    In pratica i neutrini viaggiano come se fossero in un vuoto più rarefatto di quello intergalattico ,trovandosi in uno stato di temperatura inferiore ai tre gradi K della radiazione residuata dal Big Bang.
    Sono la cenere freddissima, delle reazioni nucleari stellari .Sono più entropici ed agiscono in modo antientropico. Ovvero perdono ulteriore massa ,(calore), per divenire tachinici.
    Sono neutri alla carica elettrica di calore ,residuata nello spazio tempo intergalattico e alla carica barionica degli elementi materiali e dell’atmosfera ,che è composta di alcuni di essi elementi.
    Viaggiano nell’energia oscura come materia oscura,(leggi energia fredda e materia fredda). Viaggiano cioè stando già fermi e presenti in ogni luogo dello spazio tempo. Ovvero sono quasi nello stato di quiete assoluta
    che precedette il Big Bang e quindi esistono maggiormente approssimati presso il centro dell’Universo .
    Ciò equivale a dire che senza muoversi sono quasi presso ogni ente particella elementare esistente ,così come se viaggiassero a velocità quasi tachionica,(istantanea).
    Essendo maggiormente prossimi a 0 gradi K sono quasi fuori dallo spazio tempo in una dimensione quasi di Planck ,ovvero maggiormente vicina ad essere a spaziale e a temporale .
    Il tempo misurato dal CERN è dunque quello necessario a rilevarli cerebralmente. Ovvero è il tempo che occorre alla mente per indicarli partiti dal Cern e giunti al gran Sasso strumentalmente. Sono tachini materiali,letti dai tachioni mentali ,come loro casi particolari. Non sono quasi più un moto fisico ma sono quasi un moto mentale puro ed istantaneo ,anche nelle misure fisiche. Convergono alla conoscenza istantanea della mente come cosa già nota nel software della memoria mentale.
    La loro informazione giunge alla mente alcuni istanti prima dell’informazione cerebrale luminosa e restano invisibili. La luce rimane però la velocità limite del visibile e non modifica la teoria della relatività.
    I neutrini sono invece la velocità maggiormente approssimata alla velocità mentale istantanea, convergendo nella memoria a riposo del software.
    I fotoni viaggiando invece nello spazio tempo visibile ,che è meno vicino a zero gradi K assoluti , interagiscono con la radiazione residua del Big Bang . Sono quindi un hardware visibile.
    Pertanto i fotoni interagendo con l’energia di fondo ,anche negli spazi intergalattici rallentano rispetto ai neutrini, non potendo divenire superluminali in un Universo già illuminato da sé medesimi.
    Per motivi identici e contrari gli elementi non possono superare la velocità della luce ,poiché diverrebbero troppo caldi, ossia tenderebbero ad avere una massa infinita, ovvero nulla.
    L’infinito in atto ed il nulla in atto sono infatti solo approssimazioni della mente, alle proprie ipotesi ipotetico deduttive. Vale a dire che sono sistemi Coerenti ma FINTI ,costruiti con numeri immaginari.
    Con ciò ci si approssima all’Essere che li pensa in se medesimo e non al nulla e all’infinito presunti erroneamente come veramente esistenti fuori dalla mente.
    I neutrini viaggiano infatti nelle condizioni di un super conduttore più freddo dell’energia di fondo .
    Infine tra il Cern ed il laboratorio del gran Sasso la luce,posta sulla stessa distanza in atmosfera ,interagirebbe anche con l’aria,ed è già noto che negli elementi chimici la luce rallenta.
    Ora necessita che ai fisici si affianchino i filosofi ,per dipanare le incongruenze semantiche tra la relatività di Einstein e la fisica quantistica.
    L’energia oscura e la materia oscura sono quindi tutta l’energia entropica di movimento già persa nello spazio tempo ,con tutta la velocità di fuga già spesa da ogni particella e fotone visibile.
    Sono l’attuale buio del cielo stellato notturno. Sono il freddo o cenere del moto già speso dal Big Bang ad oggi.
    Ovviamente sono ad un livello scalare inferiore ai tre gradi ancora posseduti dai fotoni visibili. Sono tachini fisici o cenere nucleare ,che convergono a tachioni mentali.
    L’esperimento del Cern dimostra dunque che la fisica del visibile costruita con numeri immaginari,(cardinali pitagorici) converge a numeri continui mentali,(ordinali parmenidei).
    La Mente invisibile include dunque l’Universo visibile. Non c’è Universo fuori dalla mente dell’osservatore.
    Si l’esperimento del CERN veramente rivoluziona la conoscenza ontologica dell’esistente invisibile,essendo la dimostrazione della nuova semantica dell’Universo, ma non modifica la teoria della relatività del visibile.
    “Semplicemente” la include nella teoria unificata tachionica ,come un suo caso particolare. Il mondo mentale invisibile, include il mondo cerebrale “visibile”,dell’apparenza “ fisica” virtuale.
    Per riassumere: 732 Km al buio non sono equivalenti a 732 Km illuminati.
    Buona lettura da Vincenzo Russo filosofo neo eleatico pitagorico

    Come appare dallo schema i neutrini compiono un tragitto più breve di spazio freddo e contratto, la luce deve seguire invece la curvatura terrestre alla temperatura dell’atmosfera .
    In pratica raffreddandosi i neutrini accelerano perdendo massa. Si può anche dire si fermano presso ogni luogo spaziale barionico e bosonico.

    In merito all’azione a distanza tra le particelle generate in coppia,la mia teoria prevede quanto segue:
    Nella mente dell’osservatore ogni coppia di particelle generate ,consiste di una sola realtà immaginaria di spazio e luoghi di velocità istantanea, determinati dall’onda di pressione istantanea,(già completa e reciproca tra le due particelle ad ogn’istante successivo alla creazione di coppia),che corre tra le due particelle in moto,come se l’onda fosse un corpo rigido. Ovvero la MENTE segue costantemente entrambe le posizioni e ne tiene conto istantaneamente senza dover percorrere lo spazio immaginario in un tempo immaginario per riconoscerle presenti alla propria coscienza. L’osservazione cerebrale è invece fatta con i sensi e con gli strumenti e deve tener conto dell’ipotesi di spazio, di moto, di tempo e di percorrenza dello spazio da parte dell’informazione alla velocità propria,che può al massimo essere quella della luce.
    La fisica quantistica ci porta dunque all’interpretazione istantanea mentale ,(l’invisibile memoria di software) e la fisica relativistica all’interpretazione sensoriale,(il visibile hardware).
    In pratica ogni coppia di fotoni determina 300000 Km al secondo di spazio tempo comune,così come se ciascun fotone si spostasse a soli 150000 Km al secondo. L’onda di pressione si apre invece a 300000 Km al secondo di velocità complessiva. Pertanto nella Mente l’onda di pressione è istantanea ,perché è come se viaggiasse a oltre 600000 Km al secondo. L’informazione mentale è dunque tachionica mentre quella cerebrale va al massimo dalla velocità luminale fotonica, decadendo verso lo 0 assoluto, nelle dinamiche della materia in fisica ,chimica e biologia.
    Ritardare le misurazioni per ingannare le particelle non influenza dunque la conoscenza completa dell’esperimento ,perché esso è già noto per intero allo sperimentatore, che lo conosce a velocità tachionica,fin dalla sua teorizzazione.
    In conclusione la velocità dei fotoni rimane la velocità limite delle cose visibili ,che convergono alla velocità della luce.
    La velocità dei neutrini converge invece alla velocità tachionica delle cose invisibili ,che convergono a 0 gradi K.

    Ancora sui neutrini ,dopo la conferma del primo esperimento del CERN:
    I neutrini sono energia scura.
    Quindi hanno una temperatura inferiore all’energia visibile.
    Da ciò la loro velocità è tachinica e converge all’invisibile stato di quiete assoluta pre big bang e non al visibile moto uniforme limite e post big bang della luce. Occupa più stati contemporaneamente.
    La conclusione è dunque che la teoria della relatività ci descrive correttamente e in modo teoricamente immodificabile ,ciò che avviene dopo l’emissione d’energia al big bang.
    Ovvero mediante qubit d’informazione,dotati di velocità di fuga ,ci descrive i fenomeni che convergono alle quattro dimensioni dello spazio tempo “materiale”(leggi visibile).
    I neutrini ci descrivono invece l’assorbimento entropico dell’informazione ,che converge a 0 gradi K assoluti, e mediante un salto quantistico di decelerazione perde dimensioni ,convergendo verso un livello più prossimo allo stato di quiete assoluta. (Il livello più prossimo al punto originario è la lunghezza uni dimensionale di Planck).
    L’origine dell’universo è stata infatti una energia d’informazione puntiforme e continua , a dimensionata e a temporale, che si quantizzò su tre dimensioni spaziali ,aventi in comune un’unica dimensione temporale.
    In definitiva stiamo descrivendo un modello in numeri ordinali ,che trasferisce l’informazione continua in informazione quantizzata, espressa in numeri cardinali.
    Possiamo identificare con questo modello un modello di pensiero mentale continuo ,che viene visto dai sensi e dagli strumenti come un pensiero cerebralizzato.
    Questo è il modello d’unificazione dell’Universo fisico e mentale disponibile sul sito: http://www.webalice.it/iltachione
    Dalla visione olistica del Tutto ,si passa alla visione quantizzata dei valori particolari esaminati come corpi e/o valori separati.
    Così come si passa dalla memoria continua del software ,alla visione quantizzata dell’Hardware .
    i neutrini dunque che sono più vicini allo stato di quiete assoluta ,sono come più prossimi alla memoria del Big Bang e quindi ,essendo quasi al centro dell’universo ,sono più velocemente prossimi ad ogni singola particella visibile. Hanno un’azione a distanza abbreviata di percezione mentale ,per l’osservatore ed i suoi strumenti.
    Non si tratta però di velocità fisica di particelle a quattro dimensioni ma di percezione mentale d’informazione continua. I neutrini si avvertono prima .
    Pertanto i neutrini stando quasi fermi presso la Mente e la Memoria degli osservatori ,sono in uno stato come se fossero più veloci ,stando invece quasi fermi ovunque nell’Universo mentale.
    Sono cosi dei tachini a tre due e una sola dimensione ,che si approssimano ai tachioni mentali degli osservatori .
    Per questo gli osservatori e gli strumenti li percepiscono prima dei fotoni ,che viaggiano nell’atmosfera luminosa.
    Per dirla in parole povere i 730 Km al buio attraversati dai neutrini ,passando sotto la superficie terrestre come energia oscura come in un semiconduttore a fisico, non sono equiparabili ed equivalenti a 730 Km di spazio luminale.
    Ciò significa che .Siccome i neutrini non possono attraversare campi d’energia luminosa ,ma passano attraverso tunnel quantistici d’energia oscura mentale pura.
    Così la luce non può attraversare stati d’energia oscura.
    Quindi la luce resta la velocità limite dei fenomeni visibili ,senza richiedere alcuna modifica della teoria della relatività.
    I neutrini ci portano invece alla velocità mentale delle ragioni invisibili delle cose visibili.
    CONCLUDENDO:
    Ciò che si è scoperto realmente con i neutrini ,consiste del fatto che l’informazione visibile quantizzata in quattro dimensioni di spazio tempo visibile ,ha origine dall’informazione a tre ,due, una e 0 dimensioni nell’ invisibile mondo della mente.
    Non c’è Universo senza l’osservatore e senza colui che pensa all’Universo e agli esperimenti ,prima di farli concretamente.

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