La proposta di Napolitano e la grana di Monti

Due giorni fa, facendo infuriare la Lega, Giorgio Napolitano, ha riparlato di una introduzione secca dello ‘ius soli’:  il diritto ad acquisire la cittadinanza per chi nasce sul territorio nazionale; definendo una “follia, un’assurdità” che non venga riconosciuta la cittadinanza ai bambini nati in Italia da genitori stranieri, “un diritto elementare” che dovrebbe corrispondere anche […]

Due giorni fa, facendo infuriare la Lega, Giorgio Napolitano, ha riparlato di una introduzione secca dello ‘ius soli’:  il diritto ad acquisire la cittadinanza per chi nasce sul territorio nazionale; definendo una “follia, un’assurdità” che non venga riconosciuta la cittadinanza ai bambini nati in Italia da genitori stranieri, “un diritto elementare” che dovrebbe corrispondere anche al bisogno del paese di aprire a nuove “energie” che rinnovino una “società vecchia e sclerotizzata”.  Subito si è affiancato alla proposta del Presidente il neo ministro all’Integrazione Andrea Riccardi, che su Famiglia Cristiana ha scritto: “L’Italia ha bisogno di una visione strategica, di cui l’integrazione degli immigrati è un capitolo importante. Penso soprattutto ai loro figli”.  Entusiasmi, naturalmente, da Anna Finocchiaro e da tutto il Pd, ma anche da parte di Pier Ferdinando Casini (Udc), che condivide “pienamente l’appello del presidente Napolitano” e Nichi Vendola (Sel), secondo il quale Napolitano ha pronunciato parole “di assoluta saggezza e straordinaria modernità”. Gianfranco Fini ha ricordato di essere stato bollato a destra come ‘compagno’ per aver sollevato questo tema, ma ha proposto una mediazione, spiegando che, per la cittadinanza, si potrebbe attendere che i figli degli immigrati abbiano completato il ciclo scolastico e che conoscano la lingua italiana. Insomma, no a una cittadinanza in “automatico”, ma certamente sì ad una cittadinanza dopo un adeguato percorso “formativo”. Chi è contrario è il “Carroccio”, che con  Roberto Calderoli si dice pronto “a fare le barricate in Parlamento e nelle piazze”, mentre Roberto Castelli è arrivato ad accusare il presidente della Repubblica di muoversi “al limite della costituzionalità”. In più c’è Maroni, secondo il quale  l’idea di Napolitano “è uno stravolgimento dei principi contenuti nella Costituzione”. A pochi giorni dalla nascita del governo Monti, il capo dello Stato, affronta con decisione uno dei temi che, risollevato da Bersani durante la dichiarazione di fiducia al nuovo esecutivo, aveva suscitato dure polemiche da parte di Lega e Pdl, costringendo la prima a venire allo scoperto e la seconda a smarcarsi,  con un nuovo distinguo. E lo fa approfittando per  parlare di “un nuovo clima politico” e affermare che ora ci sono maggiori possibilità di confronto anche se, ci e a precisare,  “non credo che in pochi giorni il mare in tempesta sia diventato una tavola”. Ed infatti arriva la prima tegola sul gov4rno Monti, con il caso Finmeccanica, che ha come azionista di riferimento al 30,2% lo Stato ed è stata coinvolta, negli ultimi mesi da una serie di scandali finanziari, che hanno già portato alle dimissioni il manager del gruppo Lorenzo Borgogni ed ora ad indagini sul presidente della società Pier Francesco Guarguaglini e sull’amministratore delegato della controllata Selex Sistemi Integrati (e moglie del presidente) Marina Grossi. Ieri, Mario Monti,  ha dichiarato che “si aspetta una rapida e responsabile soluzione” della situazione di Finmeccanica e quasi tutti gli osservatori hanno letto il messaggio come un invito a responsabili dimissioni da parte degli indagati. Sui Blog si riassume la questione, che è partita con le tangenti ENAV, chiarendo che la Selex Sistemi Integrati, si aggiudicava le commesse dell’Enav e poi subappaltava, con gli imprenditori che pagavano i manager,  i quali a loro volta e trattenendosi parte di quelle provvigioni, pagavano i politici che avevano il potere di decidere le nomine e chi far lavorare. Insomma, il solito vecchio trucco delle sovrafatturazioni,che toccavano picchi del 60% della commessa. Selex sovrafatturava,una parte del denaro pagata agli imprenditori ritornava indietro creando fondi neri che venivano usati per la corruzione dei politici,per sistemarne gli amici e parenti o finanziare aziende “amiche” o fondazioni di questo o quel politico. Esempio, Guido Pugliesi,amministratore delegato di Enav, che per confermare la poltrona, aveva sborsato quindici milioni per un ramo di azienda di Optimatica, vicina a Matteoli, pagandola molto più del valore di mercato. Oltre a questo, notano alcuni,  la gestione Guarguaglini va messa sotto accusa anche per come ha ridotto Finmeccanica. Il suo valore di Borsa vale un terzo di quanto valeva nel 2007. Solo in questi giorni, ha perso un altro 28% a seguito della pubblicazione delle perdite accumulate nei nove mesi, per l’indebitamento di oltre 4 miliardi,oltrechè per le inchieste che ne compromettono la credibilità all’estero. Sulla questione, dice Di Pietro, Monti ha l’occasione di mostrare discontinuità nei confronti del passato. Inoltre, se Mario Monti vale anche solo la metà di ciò che credo, dovrebbe cogliere l’occasione per un cambio di passo, che indichi agli imprenditori italiani, spesso amministratori disattenti e straccioni o capitalisti senza capitale, che  cominciano a piagnucolare se i francesi si comprano tutto, poiché, otre ad avere i colossi industrial, hanno anche le banche (capitali), che fanno sistema per favorirle, oltrechè l’appoggio incondizionato dello Stato,che si prodiga e dispone di uffici e uomini competenti; che bisogna proprio cambiare registro. Risanamento, crescita e coesione sociale: saranno queste le “parole “chiave” del Governo , secondo quanto annunciato dal ministro del Welfare, Elsa Fornero intervistata stamani da ‘Radio anch’io. Risanamento e crescita, ha detto la ministra, dovranno essere accompagnate da coesione sociale e equità. Be, aggiungiamo, anche pulizia e competenza nella scelta dei ruoli chiave della economia nazionale, se davvero si vuole non  soltanto tirare a campare.

Carlo Di Stanislao

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