Disturbi alimentari, buoni risultati con terapia cognitivo-comportamentale

Ieri,  l’Aidap (Associazione italiana disturbi dell’alimentazione e del peso), in collaborazione con la Casa di cura Villa Garda e con il patrocinio del Senato della Repubblica hanno organizzato un convegno “Trattamento dei disturbi dell’alimentazione: progressi e sfide future”. Un incontro per fare il punto della situazione su prevenzione, trattamento e ricerca dei disturbi dell’alimentazione. Nel corso […]

Ieri,  l’Aidap (Associazione italiana disturbi dell’alimentazione e del peso), in collaborazione con la Casa di cura Villa Garda e con il patrocinio del Senato della Repubblica hanno organizzato un convegno “Trattamento dei disturbi dell’alimentazione: progressi e sfide future”. Un incontro per fare il punto della situazione su prevenzione, trattamento e ricerca dei disturbi dell’alimentazione.
Nel corso della giornata formativa – che ha visto una larga partecipazione di medici, psicoterapeuti e specialisti dell’alimentazione – sono stati presentati in anteprima mondiale i dati dello studio congiunto avviato da Villa Garda e dalle Università di Oxford e Leicester.
La relazione di Riccardo Dalle Grave, presidente dell’Aidap e responsabile dell’Unità funzionale di riabilitazione nutrizionale della Casa di cura Villa Garda, ha evidenziato una considerevole percentuale di guarigione attraverso l’applicazione della terapia cognitivo-comportamentale.
“La conclusione di questi sette anni di ricerca – dichiara Dalle Grave – ci ha dimostrato la validità dell’approccio psicoterapeutico nel trattamento dei Dca, in particolare anoressia e bulimia nervose. Abbiamo trattato, insieme ai colleghi di Oxford e Leicester, un campione di 150 pazienti ed è emerso che il 64% di questi soggetti ha completato la terapia, raggiungendo la normalizzazione del peso e risolvendo il problema comportamentale”.
I risultati dello studio congiunto, che saranno pubblicati il prossimo anno, incoraggiano il trattamento dei disturbi alimentari attraverso un metodo integrato in cui uno spazio importante è dedicato all’affrontare le problematiche psicologiche specifiche di ogni paziente.
“Il nostro trattamento – prosegue Dalle Grave – è stato accettato da una percentuale elevata di pazienti giovani: 23 anni è l’età media del campione inglese, mentre 19 è quella del campione italiano. Circa il 50% dei pazienti ha risposto alla terapia in modo completo e ha mantenuto stabile il proprio indice di massa corporea. Empiricamente abbiamo riscontrato che a rispondere in maniera positiva sono i pazienti più giovani e quelli non vomitano o fanno un uso improprio di lassativi”.
Durante il convegno sono stati affrontati anche casi clinici trattati con diversi interventi, dalla terapia ambulatoriale al ricovero ospedaliero. In generale, la tempestività dell’intervento riabilitativo insieme al contemporaneo trattamento cognitivo-comportamentale garantiscono la risoluzione del problema e dimostrano come molti pazienti non particolarmente critici possono essere curati a livello ambulatoriale.

Raffaella Sirena

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