Manovra iniqua, a pagare sono sempre gli stessi

Il Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza (Cnca) considera non equa la manovra varata ieri dal Governo Monti.“Il presidente del Consiglio,” dichiara il presidente don Armando Zappolini, “aveva promesso una manovra dura, ma equa. Siamo molto delusi. L’impressione è che si faccia pagare il conto sempre agli stessi: lavoratori dipendenti, pensionati, Regioni ed Enti locali. A […]

Il Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza (Cnca) considera non equa la manovra varata ieri dal Governo Monti.“Il presidente del Consiglio,” dichiara il presidente don Armando Zappolini, “aveva promesso una manovra dura, ma equa. Siamo molto delusi. L’impressione è che si faccia pagare il conto sempre agli stessi: lavoratori dipendenti, pensionati, Regioni ed Enti locali. A tutti gli altri, in un momento drammatico per il paese, viene chiesto ben poco. Sorprende, in particolare, quanto (non) deciso in materia di evasione fiscale: la tracciabilità dei pagamenti è portata a 1.000 euro, quando gli stessi imprenditori avevano chiesto una soglia ben più bassa e, inoltre, non vengono previsti degli obblighi nelle procedure che avrebbero permesso un deciso contrasto del fenomeno. È evidente che il governo non ha voluto stanare gli evasori. Inoltre, appare del tutto inadeguato anche l’intervento sui grandi patrimoni: verranno sì tassate le case (e non solo quelle di ricchi e benestanti), ma l’imposizione di bollo su tutti i patrimoni mobiliari e la bassissima imposta aggiuntiva, una tantum, sui capitali scudati toccano marginalmente una ricchezza mobiliare davvero notevole, che oltretutto continua a godere di una tassazione di favore sulle transazioni. Invece della patrimoniale ci ritroviamo poi una ‘tassa sul lusso’ che è più un’operazione di comunicazione che di sostanza. Tutto questo mentre si agisce pesantemente sull’età pensionabile, le pensioni di anzianità, le rivalutazioni anche degli assegni di non elevata entità, i bilanci di Regioni ed Enti locali – che garantiscono servizi essenziali ai cittadini -, le aliquote Iva”.

“Il Cnca”, conclude don Zappolini, “chiede che la manovra venga fortemente riequilibrata in sede parlamentare. Deve pagare chi fino a oggi non ha pagato, deve dare di più chi ha di più. Quando si stanziano ogni anno 27 miliardi di euro per le spese militari e si investono 20 miliardi per i caccia F35 non si può dire che ‘non ci sono soldi’. Ci attendiamo, inoltre, che venga aperto al più presto un tavolo per varare alcuni provvedimenti chiave per lo sviluppo del paese e il benessere dei cittadini come il reddito minimo di inserimento, su cui si è già espresso favorevolmente il ministro del Welfare, e i livelli essenziali delle prestazioni”.

Una risposta a “Manovra iniqua, a pagare sono sempre gli stessi”

  1. Pino ha detto:

    Noto che la manovra non solo è iniqua ma inquietante per l’assoluta mancanza di contrattazione con le parti sociali e ancor più grave se verrà messa la fiducia, quando già c’è ben poca opposizione al governo tecnico.
    Per la tassa sul lusso: se ho ben capito non si tassano i proprietari di Yachts costosissimi ma viene solo aumentato il prezzo del parcheggio: ridicolo!
    Per l’Ici calcolata in base all’aumento del valore catastale aumentato del 60%: se ho ben capito non si risolve il problema: 1 né del fatto che molti proprietari in realtà sono proprietari non di casa ma del relativo mutuo e che già faticano a pagarlo; 2 si aumenta solo il valore catastale senza agire sulla categoria relativa. Intendo dire che, per esempio a Roma ci sono, magari a Piazza di Spagna, case vecchisssime accatastate ancora come A4 (si paga pochissimo) del valore reale di 30.000 euro al mq. e magari in periferia case popolari accatastate come A2 (si paga di più) del valore commericale di 3.000 euro al mq. Ebbene non viene equiparata l’imposta al valore reale dell’immobile e dei servizi della zona aumentando la categoria catastale adeguandola al reale valore attuale ma solo aumentata l’Ici del 60% sulla categoria preesistente; col risultato che chi ha una casa di cento metri quadri del valore di tre milioni di euro nella zona più ricca di Roma pagherà meno di chi abbia una casa di cento metri quadrati del valore di 300.000 euro in periferia.

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