Riflessione sulla salvezza della Festa dell’Immacolata

E’ stato Papa Pio IX, l’8 Dicembre 1854, a proclamare il dogma dell’immacolata concezione di Maria. Festa da non confondere con il concepimento verginale di Gesù, secondo il quale Gesù è stato concepito per opera dello Spirito Santo. Il nucleo del dogma dell’Immacolata dice che la Madonna, fin dal suo nascere, è stata sottratta alla […]

E’ stato Papa Pio IX, l’8 Dicembre 1854, a proclamare il dogma dell’immacolata concezione di Maria. Festa da non confondere con il concepimento verginale di Gesù, secondo il quale Gesù è stato concepito per opera dello Spirito Santo. Il nucleo del dogma dell’Immacolata dice che la Madonna, fin dal suo nascere, è stata sottratta alla condizione di peccato (limite) al quale ogni essere vivente è sottoposto. Molti problemi ha fatto nascere questa dottrina e non a caso, lungo i secoli, c’è stato un lungo dibattito teologico con nomi illustri favorevoli e contrari alla definizione di una dottrina certa. Nonostante i dibattiti e le perplessità che si fanno particolarmente intensi in culture razionalistiche o con fede incerta, c’è un senso profondo in questo mistero.

1. La venuta del Salvatore 

La riflessione sulla condizione umana, segnata da sempre dalla lotta tra il bene e il male, innesca la speranza del salvatore. Un salvatore che, nascendo come uomo, fa parte della madre. Se la figura di padre rimane quella del Dio creatore, la condizione umana doveva pur essere mediata dalla figura di donna. Si erge dunque nella storia del cristianesimo la dimensione di una donna madre; la dottrina aggiungerà il suo stato verginale. Un’esaltazione della unicità di Maria, immersa completamente nella condizione umana, ma in qualche modo estranea, perché preservata dal limite del peccato. La Genesi aveva previsto la vittoria della stirpe della donna: “Io porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno”. E’ l’immagine di alcune statue della Madonna  che si incontrano nelle Chiese. Una speranza, un bisogno di sicurezza, la certezza che il male non prevarrà? Può darsi che in queste figure di santità si nasconda la richiesta di un messaggio di speranza, immersi nel male che sembra mai debba scomparire. Il sottrarre la Madonna dalle condizioni di peccato significa riconoscerla madre di quel Figlio che si dichiarerà portatore di salvezza. E che sia donna non è un caso: l’unicità della natura umana, al di là dei generi, dice che ogni creatura è chiamata a portare salvezza.

2. Avvenga per me secondo la tua parola

Il racconto del Vangelo di Luca è disarmante nella sua semplicità: pur citando avvenimenti speciali, quali l’apparizione dell’angelo e le parole misteriose, la fanciulla Maria risponde con semplicità, rendendosi conto del grande impegno che le viene chiesto, ma non sottraendosi alla vocazione che le è stata assegnata: la Madonna ridiventa umana. Il suo essere preservata dal peccato non la inorgoglisce, ma risponde:”Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola”. Non chiede spiegazione sui perché, ma chiede come avverrà tutto ciò che le è stato rivelato. Nei grandi misteri nei quali è coinvolta, risponde con l’unico modo possibile che è quello dell’affidamento a Dio. L’abbandono alla sapienza di Dio ritornerà, per tutta la sua vita, seguendo quel figlio speciale che le ha posto molte domande, nonostante l’abbia partorito. Crederà nella missione di salvezza; non lo abbandonerà quando è lasciato morire e soprattutto, farà da guida ai discepoli incerti e impauriti. Vivrà in simbiosi con lui, senza essere invadente: soprattutto crederà in lui, rimanendo a distanza. La sua condotta richiama la semplicità e la fedeltà di molte donne e madri che accettano la missione a loro affidata e ne rimangono coerenti protagoniste. Grandi virtù, spesso nascoste, se non addirittura negate, ma fondamenta sicure di vita e di donazione.

3. Per essere santi e immacolati

Il clima si spiritualità e di santità che circonda la venuta del salvatore, grazie alla risposta di Maria si allarga, seguendo San Paolo, a tutti quanti seguono la fede in Cristo: “In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo, per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità, predestinandoci a essere per lui figli adottivi”. Sono le parole dell’inno del primo capitolo della Lettera agli Efesini. Un destino nobile, che raggiunge le alte vette della santità e della spiritualità. Un vento di cose immateriali, pure, sante che possono essere se non raggiunte, almeno desiderate. E’ il desiderio profondo che alberga in ogni cuore che desidera le cose belle e buone della vita: un desiderio che la condizione umana contraddice, ma non annienta. Il desiderio che è singolare, ma anche di gruppo, fino a raggiungere l’universalità del creato. E’ la spinta alla salvezza che ogni creatura sente dentro si sé. Ne percepisce anche la fatica e le contraddizioni, ma rimane saldo in ogni essere vivente il desiderio di bene, di bellezza, di giustizia. Rappresenta la base solida di ogni felicità, scevra da superficialità di cose transitorie, ma capace di guidare vite rese nobili dall’intenso desiderio di bene. Una ventata di santità: un desiderio immenso di perfezione.

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