Dalla teoria ai fatti

Il viceministro al Lavoro, Michel Martone, a margine dei lavori della commissione Lavoro della Camera, ha riferito che: “La commissione sta per raggiungere un accordo” sulla modifiche alla norma della manovra sulla deindicizzazione delle pensioni sino a 1.400 euro. Tra le coperture suggerite dalla commissione un contributo di solidarietà sulle pensioni d’oro, sulle baby pensioni […]

Il viceministro al Lavoro, Michel Martone, a margine dei lavori della commissione Lavoro della Camera, ha riferito che: “La commissione sta per raggiungere un accordo” sulla modifiche alla norma della manovra sulla deindicizzazione delle pensioni sino a 1.400 euro. Tra le coperture suggerite dalla commissione un contributo di solidarietà sulle pensioni d’oro, sulle baby pensioni oppure l’incremento della percentuale del prelievo sui capitali scudati. Nato a Nizza e cresciuto a Roma, Michel Martone ha 37 anni ed è l’enfant prodige del governo dei Professori, ordinario di diritto del lavoro a soli 32 anni all’Università di Teramo, docente stabile presso la Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione e professore incaricato di Diritto del lavoro presso la Facolta’ di Giurisprudenza dell’Universita’ degli Studi di Roma, Luiss Guido Carli. A lui spetta di occuparsi di un tema spinoso come il lavoro in un Paese dove un giovane su tre (nel Sud) e’ senza lavoro, che le sue idee le ha esposte già nel 2006, nel saggio, edito da CEDAM, “Governo dell’economia e azione sindacale”, XLII Volume del Trattato di diritto commerciale e di diritto pubblico dell’economia, diretto da F. Galgano, in cui si indaga il ruolo assunto dalle organizzazioni sindacali nei modelli di governo dell’economia che si sono succeduti nel corso del secolo della produzione di massa, del totalitarismo ma anche del pluralismo, del liberalismo e di tante rivoluzioni. Un percorso d’indagine che, sempre in bilico tra diritto privato e diritto pubblico, descrive la trasformazione del sindacato da potere eversivo a potere costituito. Sotto il profilo metodologico, il saggio, nel prisma del diritto vivente, ricerca ascendenti ideologici ed evidenzia ricadute socio-economiche dei diversi modelli di governo dell’economia. Così, la ricerca, muovendo dall’analisi degli istituti, legislativi o contrattuali, che hanno segnato la via dell’azione sindacale nel governo dell’economia, ne indaga l’evoluzione materiale, attraverso lo studio della giurisprudenza, costituzionale e ordinaria, ma anche delle dottrine e delle politiche del diritto che hanno ricondotto a sistema il diritto sindacale nella persistente inattuazione legislativa del disegno costituzionale. Un saggio in cui Martone individuate le categorie di riferimento nel loro “divenire”, la seconda parte pone in evidenza il rilievo politico dell’azione sindacale nello sviluppo materiale dell’ordinamento costituzionale. Particolare attenzione è, quindi, dedicata ai presupposti strutturali (fallimento della programmazione economica, legislazione di sostegno, libertà di sciopero politico, crisi economica, politica dei redditi) e alle dinamiche politiche (crisi delle ideologie, rapporti tra partito e sindacato, passaggio da un sistema elettorale proporzionale ad un sistema bipolare) che hanno trasformato il sindacato in un vero e proprio veto player capace di condizionare la politica economica come le riforme legislative. Una idea, quella di Martone, che denuncia la sempre più evidente debolezza dello Stato di fronte alla globalizzazione dell’economia e alla proliferazione dei veto players (dagli abitanti delle valli che si oppongono alla tav, ai tassisti che non vogliono il rilascio di nuove licenze) e conclude sul conflitto generazionale che sta emergendo nelle società occidentali e che mostra, almeno in teoria, una intelligenza che sta al centro dei problemi attuali, li sa comprendere ed offrire soluzioni. Una lettura sociologica del volume di Martone , offre lo spunto per una riflessione su un tema classico della modernità, la relazione tra sviluppo e conflitto sociale. Il volume, infatti, come ha commentato AndreaBianco, si segnala in primo luogo per l’ampio respiro storico (dall’unità d’Italia ad oggi), avviando l’autore il ragionamento dalle prime fasi del conflitto sociale in Italia, ossia con l’inizio dell’industrializzazione; vengono quindi ripercorse le vicende del governo dell’economia e le tappe lungo cui si è snodata l’azione sindacale, fino a giungere alla metà degli anni Settanta del Novecento. Un secondo elemento di interesse è rappresentata dalla dinamica delle interrelazioni tra i due attori collettivi: lo Stato e le Organizzazioni sindacali. Il quadro che emerge illustra come ambedue gli attori abbiano contribuito a costruire la società moderna, intrecciandosi e intersecandosi le azioni di entrambi. Infine, appare interessante la nozione che Martone sviluppa di legislazione riflessiva con riferimento alla procedura della concertazione, realizzatasi nel corso dell’ultimo quindicennio, nozione da mettere in relazione con quella di modernizzazione riflessiva. Ora Martone ha l’occasione di pasare dalla teoria ai fatti e, in questo modo, di entrare nella storia più fulgida e migliore di questo Paese. Noi nutriamo grandi aspettative e ragionevoli speranze.

Carlo Di Stanislao

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