Ue: da domani in vigore la“Six Pack”, più sorveglianza di bilancio

Domani entrano in vigore le misure del programma di governance economica europea denominato “Six Pack”.  Un pacchetto approvato da tutti e 27 gli Stati membri nello scorso ottobre. Le misure – che ruotano attorno alla ‘sorveglianza di bilancio’ e alla ‘sorveglianza degli squilibri macro economici’ – sono anche alla base dell’accordo a 26 raggiunto il […]

Domani entrano in vigore le misure del programma di governance economica europea denominato “Six Pack”.  Un pacchetto approvato da tutti e 27 gli Stati membri nello scorso ottobre. Le misure – che ruotano attorno alla ‘sorveglianza di bilancio’ e alla ‘sorveglianza degli squilibri macro economici’ – sono anche alla base dell’accordo a 26 raggiunto il 9 dicembre scorso nel vertice europeo anticrisi, si legge in una nota di Agenparl.  Da domani le sanzioni finanziarie a quei Paesi che non adegueranno i propri bilanci agli standard europei saranno applicate dal Consiglio europeo, su raccomandazione della Commissione, in maniera automatica, a meno di una espressa votazione negativa di una maggioranza qualificata degli Stati membri. Dire no alle sanzioni, in sintesi, sarà reso più difficile da una procedura di voto che mira a dissuadere ogni veto. Previsto anche un giro di vite sul debito, dal momento che i limiti europei – deficit sotto al 3 per cento e debito sotto al 60 per cento del Prodotto interno lordo – sono stati in questi anni largamente ignorati: ad oggi, 23 dei 27 Stati membri sono fuori standard. Larga parte del pacchetto mira inoltre a prevenire situazioni come le bolle immobiliari.

“Irlanda e Spagna – ha detto il commissario agli affari economici Olli Rehn parlando oggi in conferenza stampa – avevano finanze pubbliche abbastanza buona, ma grossi squilibri macroeconomici”. Un nuovo sistema di allarme, basato su un set di indicatori economici, permetterà di monitorare le economie nazionali e Consiglio e Commissione Europea potranno adottare raccomandazioni preventive, prima che gli squilibri si allarghino. Proposte che sono anche il pilastro dell’accordo “Fiscal Compact” raggiunto il 9 dicembre scorso. “Un’intesa che cambierà radicalmente il paesaggio fiscale ed economico dell’Europa”, ha detto Olli Rehn. “Dispiace che la Gran Bretagna non abbia voluto aderire. Dispiace per il bene dell’Europa e per il bene dei cittadini della Gran Bretagna”, ha detto Rehn che ha concluso: “Se questa mossa è volta ad evitare che la City sia regolamentata, questo non succederà”.

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