Costa Concordia: i sommozzatori trovano altri 5 cadaveri, i morti salgono a 11

I morti  della Costa Concordia sono 11 e 23 i dispersi. I sommozzatori della Guardia Costiera hanno appena individuato nel relitto della nave Concordia cinque cadaveri. I corpi si trovano nella parte poppiera della nave, quella sommersa. “Il naufragio a ridosso dell’isola del Giglio, le vite perdute e quelle ancora disperse, il rischio di fuoriuscita del […]

I morti  della Costa Concordia sono 11 e 23 i dispersi. I sommozzatori della Guardia Costiera hanno appena individuato nel relitto della nave Concordia cinque cadaveri. I corpi si trovano nella parte poppiera della nave, quella sommersa.

“Il naufragio a ridosso dell’isola del Giglio, le vite perdute e quelle ancora disperse, il rischio di fuoriuscita del combustibile dalla nave gigante piegata sul fianco di un mare “protetto”, sono i costi di una idea di rapporto con l’ambiente e di un senso del vivere che vanno radicalmente cambiati”. Lo sostiene Oriella Savoldi, responsabile del Dipartimento Ambiente e territorio della Cgil che commenta gli ultimi sviluppi della tragedia che si è consumata nel mare dell’isola toscana del Giglio. In particolare, secondo la Cgil – che esprime tutto il suo dolore per le vittime del naufragio – “la dotazione di un sistema di contabilità ambientale delle risorse disponibili in natura e delle risorse paesaggistiche diventa sempre più urgente, per salvaguardare con misure idonee ed efficaci una migliore qualità del vivere e favorire lo sviluppo ambientale e sociale sostenibile”.
Ora la magistratura condurrà le indagini dovute per individuare le responsabilità di questo disastro umano e ambientale. “Ma occorre anche – commenta Savoldi – che i diversi livelli istituzionali in primis, politici e sociali assumano l’urgenza e la necessità di mettere al centro della discussione la qualità dello sviluppo e il rispetto ambientale,  recuperando il ritardo nazionale e superando le tante ambiguità di decisioni che pur proponendosi “la crescita”, disattendendo le questioni ambientali, continuano a mettere a rischio il futuro di tutte e  tutti.
Per evitarlo si impone nell’immediato, insieme al Piano urgente indicato dal Ministro dell’Ambiente, un piano di ordinaria manutenzione e rilancio dell’occupazione, da sostenere e sviluppare all’interno di un ripensamento delle priorità del Paese e della gestione delle risorse ambientali e finanziarie pubbliche. Temi che saranno affrontati in un seminario che si terrà a Roma, nella sede nazionale della Cgil, Corso Italia 25, giovedì 19. Titolo “Dopo Durban 2011 verso Rio+ 20. Il seminario è organizzato, oltre che dalla Cgil nazionale, anche da Fair e Legambiente

“Chiediamo al Ministro dell’Ambiente di venire al più presto in Senato a riferire sulle misure che il governo Monti intende urgentemente assumere per lo svuotamento delle cisterne di carburante dalla nave Costa ‘Concordia’ e la rimozione della stessa onde evitare gravi danni ambientali e turistici”. È la richiesta dei senatori del Pd Raffaele Ranucci, Luigi Zanda e Roberto Della Seta al Ministro dell’Ambiente Corrado Clini. I senatori del Pd chiedono poi al Ministro di riferire sulle misure di prevenzione che il governo intende mettere in atto “al fine di regolamentare e porre limitazioni più severe al passaggio delle navi nelle zone più sensibili della penisola” nonché sulla sicurezza del mare e alla pericolosità delle estrazioni petrolifere in Adriatico e, più in generale, nel bacino del Mediterraneo”. “L’incidente del Giglio – spiegano – è l’epilogo tragico di quel che troppo spesso accade nei nostri mari, a ridosso delle coste. Un esempio calzante è quel che ogni giorno, e più volte al giorno, succede a Venezia: navi simili alla Costa Concordia entrano nella Laguna, nel bacino di San Marco mettendo ad altissimo rischio tutte le bellezze architettoniche e naturalistiche di quei luoghi. Inoltre – continuano i senatori democratici – l’Italia si trova al centro delle principali rotte mediterranee delle petroliere, con le sue 12 raffinerie, con i suoi 14 grandi porti petroliferi e con le nove piattaforme di estrazione off-shore. La gran parte di queste strutture si trova in luoghi di estrema delicatezza ambientale e culturale. Inoltre, in Italia vengono movimentati ogni anno oltre 343 milioni tonnellate di prodotti petroliferi e affini. Quantità impressionanti che evidenziano il costante pericolo che si corre lungo le nostre pregiate coste”. I senatori del Pd segnalano anche il “pesante ridimensionamento delle risorse per il disinquinamento del mare voluto dal precedente governo Berlusconi” con la conseguente attuale “fortissima preoccupazione che non si riesca a fronteggiare un’emergenza di come quella dell’Isola del Giglio. Alla luce di tutto questo- concludono i senatori-, è necessario che il Ministro informi al più presto il Senato”.

Il Codacons sta ricevendo in queste ore le segnalazioni di numerosi utenti che, avendo acquistato viaggi in crociera da effettuarsi nelle prossime settimane e nei prossimi mesi, hanno deciso di non partire più, spaventati per la tragedia della Costa Concordia. In tali casi – spiega l’associazione – la paura e lo stato di ansia sono motivazioni valide per ottenere la sostituzione del pacchetto vacanza acquistato, o il rimborso integrale delle somme pagate. L’angoscia e il timore legato all’incidente, infatti, comprometterebbero irrimediabilmente la qualità dei viaggi in crociera già acquistati dai cittadini, facendo venire meno il fine principale del viaggio stesso, ossia il relax e il sereno godimento dei giorni di vacanza. Sul sito www.codacons.it l’associazione ha pubblicato le istruzioni utili in favore di chi volesse disdettare una crociera già prenotata. Sul fronte legale invece il Codacons ha presentato oggi alla Procura della Repubblica di Grosseto un atto di intervento in cui si chiede di valutare le responsabilità amministrative e penali di Costa Crociere in relazione al naufragio dell’Isola del Giglio. Il decreto legislativo 231/2001 – spiega l’associazione – ha introdotto infatti la responsabilità penale e amministrativa delle società per i reati commessi da propri dirigenti e dipendenti e, comunque, da soggetti in rapporto funzionale con esse. Sembrerebbe poi dalle notizie emerse che il famoso “inchino” delle navi dinanzi la costa dell’Isola fosse divenuto oramai una consuetudine. Circostanza che, se confermata, potrebbe avvalorare l’ipotesi di eventuali responsabilità nell’incidente a carico della Costa Crociere.

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