(S)frenate liberalizzazioni

Ugo la Malfa diceva che in Italia si “fanno solo riforme corporative e, pertanto, vere controriforme”. Ma stavolta, dopo un consiglio dei ministri fiume, della durata record di otto ore, l’albero – Italia è stato scosso profondamente, anche se con un coraggio che poteva essere maggiore. Tutti i commentatori plaudono a quanto varato ieri da […]

Ugo la Malfa diceva che in Italia si “fanno solo riforme corporative e, pertanto, vere controriforme”. Ma stavolta, dopo un consiglio dei ministri fiume, della durata record di otto ore, l’albero – Italia è stato scosso profondamente, anche se con un coraggio che poteva essere maggiore.

Tutti i commentatori plaudono a quanto varato ieri da Monti e dal suo governo, a parte riserve espresse da l’Unità e dal Manifesto ed il Washington Post, scrive che Monti ha portato il Nostro Paese lontano dai pericoli che, ancora due mesi fa, lo avvicinavano alla Grecia.

Stefano Folli è preoccupato, piuttosto, dalle prime reazioni dei partiti, che dimostrano come, mentre Monti pensa ad un’Italia nuova, i partiti restano vecchi e atavicamente legati alle vecchie, decrepite, inutili logiche interne, di tipo fallimentare.

Al termine del Consiglio dei ministri, il premier Mario Monti ha rivendicato al decreto varato ieri, il merito di puntare su due obbiettivi principali: più spazio ai giovani e al merito e liberazione degli italiani dalle tasse occulte, costituite da prezzi e tariffe troppo elevati dovuti proprio alle incrostazioni del mercato.

I comitati dei consumatori hanno già calcolato che le riforme varate significano una riduzione di peso di 400 Euro a famiglia; meno dei 900 preventivati, ma sempre un segnale di forte significato.

Toccati il gas ed il trasporto pubblico locale, mentre si rinvia sulle ferrovie e si fa parziale retromarcia su tassisti e farmacisti.

Inquieti invece gli avvocati, che già si muovono per cambiare i testi in Parlamento.

Secondo Il Sole 24 Ore il pacchetto varato ieri significa, nel suo insieme, una crescita del Pil del 10% ed i primi sondaggi s premiano un Governo che finora ha solo tolto.

“Un pacchetto di riforme strutturali”, lo ha definito Mario Monti aprendo la conferenza stampa e spiegando che il decreto (“una grande azione economica, ma anche sociale”) cerca di rispondere a due dei grandi problemi sul tappeto: “L’insufficiente concorrenza nei mercati e l’inadeguatezza delle infrastrutture”.

Per quanto riguarda il terzo grande ostacolo, “la complicazione delle procedure amministrative in tutti i campi”, il governo procederà con un nuovo decreto la prossima settimana mirato alla semplificazione amministrativa. Monti ha spiegato che il decreto odierno, dopo il cosiddetto Salva-Italia, interviene sul problema della crescita per creare “più spazio per i giovani e per il merito, meno per le rendite e i privilegi” che sono “tasse occulte” imposte ai cittadini.

Repubblica è moderatamente contenta, come il Corriere, mentre critico è Il Fatto Quotidiano, che avrebbe volute vedere approvata per intero e senza ripensamenti, la prima bozza.

Dalla stessa parte il destro-liberale Il Tempo, che, comunque, nel complesso apprezza quanto fatto.

Passera ha ammesso, a margine della conferenza stampa di ieri, che sono saltate dal decreto le misure sui pagamenti dei crediti delle imprese nei confronti delle pubbliche amministrazioni.

La bozza del decreto prevedeva un termine perentorio di 60 giorni, oltre i quali era prevista una mora dell’8%, oltre gli interessi, per le amministrazioni in ritardo coi pagamenti. Allo stesso modo è saltata l’ipotesi di pagare le imprese con i Bot. “Non se n’è parlato, ma certamente è una cosa sulla quale c’è massima attenzione – ha detto – . Ci stiamo lavorando perchè è chiaro che dobbiamo rispettare i vincoli di bilancio ma dobbiamo anche fare qualcosa”.

Esclusa anche la vendita dei farmaci di fascia C al di fuori delle farmacie, ma introdotta una norme per 5.000 esercizi in più e, ancora, per il reintegro del “vuoto a rendere” e, infine, il ripristino delle distanze minime (da 5 a 12 miglia) per le trivellazioni in mare, nei pressi di aree protette.

Nulla di fatto, invece, e rinvio ad una autority perché studi come fare (da creare), per la separazione fra rete e operatore nella viabilità.

L’autoroty avrà il compito di definire le regole per le nuove concessioni autostradali e rendere efficaci le nuove regole sulle ferrovie.

L’Autorità dovrà quindi cercare di “capire fino fondo come rendere efficace la separazione nel mondo ferroviario” .

Inoltre, le aziende di trasporto ferroviario in compenso, non saranno più obbligate ad aderire al contratto nazionale dei ferrovieri.

Sono in molti ad augurarsi che tutto questo non produco solo un inutile e costoso e rugginoso Moloch il più.

Un’altra buona notizia viene dalla decisione di abbandonare il tentativo di ri-privatizzare l’acqua, rispettando, di fatto, il voto espresso dagli italiani nel recente referendum.

Ma, di converso, nulla si è deciso sulla vendita delle frequenze e poco o nulla sui grandi gruppi bancari, a cui in pratica viene soltanto imposto – se offrono assicurazioni sulla vita – di presentare “un menù di assicurazioni e quindi proporre al cliente anche un’altra polizza di una ditta concorrente”.

Positivo invece, almeno in parte, le misure per far si che il prezzo delle assicurazioni Rc Auto, che sono cresciute in modo esponenziale e potranno essere calmierate con sconti e franchigia, ad esempio per chi sceglierà di utilizzare una scatola nera.

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