Sei braccianti africani protagonisti di un videoclip di denuncia

Là- bas, laggiù. Sei braccianti africani raccoglitori di pomodori, originari del Burkina Fasu, sono i protagonisti di un videoclip di denuncia dove – con una base hip hop – si racconta la drammatica situazione dei lavoratori africani a Boreano, privincia di Potenza. Un messaggio di protesta e di rabbia nei confronti di tutti coloro che […]

Là- bas, laggiù. Sei braccianti africani raccoglitori di pomodori, originari del Burkina Fasu, sono i protagonisti di un videoclip di denuncia dove – con una base hip hop – si racconta la drammatica situazione dei lavoratori africani a Boreano, privincia di Potenza. Un messaggio di protesta e di rabbia nei confronti di tutti coloro che gli hanno raccontato un’Italia più vicina alla favola che alla realtà: “Io sognavo di andare laggiù, là dove il sole non brilla, là dove il male non esiste” ripete la canzone. Ma restano delusi.
“Sono arrivato due anni fa dal Burkina Faso e dalle immagini che vedevo in tv, l’Italia sembrava un paradiso – racconta Daise Bi, che studia in una scuola professionale di Sassuolo, in provincia di Modena” – il rapper ventenne protagonista della clip e autore del testo. Tutto è nato per caso, a Boreano, durante una festa della Caritas dove improvvisammo un brano: ad ascoltare c’era Mimmo Perrotta,che poi ha collaborato alla produzione del clip. E mi propose di farne un video… Ho accettato, io che di lavoro faccio il bracciante raccogliendo pomodori e pagato in nero, perché il mio obiettivo era parlare ai miei‘fratelli’ che stanno in Africa. Ma il mio sogno adesso è andare in Francia”.
Il video è stato presentato il 14 gennaio a Bologna in occasione delle iniziative per ricordare gli avvenimenti di Rosarno. La location del video è stata scelta con cura, individuando un casolare simile a quello dove i ragazzi alloggiavano, ma abbastanza distante per non fare insospettire i “caporali” della zona. “In assenza di interventi istituzionali adeguati, questi ragazzi vivono in casolari abbandonati, senza acqua corrente, con poco cibo, nella sporcizia, racconta Domenico Perrotta, sociologo, che ha contribuito alla realizzazione e alla diffusione del video. Abbiamo scelto di realizzare un videoclip perché ci sembrava il modo migliore per raccontare questa storia, e soprattutto per farla conoscere ai tanti ragazzi che fanno questo duro lavoro. Le denunce da sole non bastano: è importante fare parlare e dare un volto a questi ragazzi. Con questo video ci abbiamo provato”.
Il testo di Là-bas è un testo semplice, cantato in francese da Daise Bi e dai suoi “fratelli”. Parla di immigrazione, sofferenza. Di disillusione: “… E questi stronzi mi hanno fatto sognare il loro continente; Quando ero piccolo vedevo l’Europa come il paradiso sulla terra; Sempre gli occhi puntati al cielo e ogni volta che vedevo un aereo; Mio padre mi aveva avvertito, figlio, non è il paradiso, ma tutte queste belle immagini che vedevo alla tv, mi hanno fatto perdere la ragione ed eccomi con un visto; purtroppo vieni a vedere in Boreano 2 come vivo, tutto sporco, lavoro in campo di pomodoro, i capi si approfittano; e questa non è vita, ti dico amico, non devi mai sognare l’Italia; il visto che ho preso, se avessi saputo, l’avrei bruciato in Marocco; ti assicuro non ne posso più di questa vita; non amo questa vita; vivo e tutti mi dicono perché così”.
Tutti giovani di seconda generazione, figli di immigrati, “fratelli” di un’Italia minore. Che si riscattano con la musica, e la voglia di lottare: “I neri non sono degli assassini – cantano – non sono dei disonesti; i neri sono uomini come voi; che respirano come voi, voi avete una vita; anche loro hanno una vita; la pelle bianca e la pelle nera, è uguale; viviamo nello stesso modo il pianeta terra”. (Alessandra Caputo)

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