Sclerosi multipla, si abbreviano tempi della diagnosi

Si riducono progressivamente i tempi per la diagnosi della sclerosi multipla. Se nel 1990 passavano quasi 4 anni tra l’insorgere dei primi sintomi e l’individuazione della patologia, dal 2006 in poi il tempo medio per la diagnosi è di poco superiore a due anni. E’ uno dei dati emersi dall’indagine “La dimensione nascosta delle disabilità”, realizzata […]

Si riducono progressivamente i tempi per la diagnosi della sclerosi multipla. Se nel 1990 passavano quasi 4 anni tra l’insorgere dei primi sintomi e l’individuazione della patologia, dal 2006 in poi il tempo medio per la diagnosi è di poco superiore a due anni. E’ uno dei dati emersi dall’indagine “La dimensione nascosta delle disabilità”, realizzata dal Censis per la fondazione Serono con il supporto scientifico dell’Aism e presentata stamattina a Roma. 

Diagnosi. Il tempo medio intercorso tra l’insorgere della malattia e la formulazione della diagnosi è pari a 2,7 anni, ma il valore risulta sensibilmente più alto tra chi ha ricevuto la diagnosi nel 1990 o prima (quasi 4 anni) e tra chi oggi versa in condizioni di più grave disabilità (3,8 anni mediamente di intervallo): segno questo del progresso tecnologico che, negli ultimi decenni, ha accelerato il percorso di individuazione della patologia. Per le diagnosi formulate prima del 1990, nel 53,7% dei casi è stato necessario rivolgersi a diversi medici prima di ottenere la giusta interpretazione dei sintomi riferiti

Terapia. Il 78,1% dei rispondenti ha indicato di frequentare un ambulatorio neurologico o un Centro pubblico per la SM. Il 62,5% del campione fa ricorso a terapia a lungo termine: si tratta per lo più di pazienti più giovani, generalmente a uno stadio meno avanzato della malattia. Il 29,6% degli intervistati fa invece ricorso alla terapia sintomatica: si tratta, in questo caso, soprattutto dei pazienti più anziani. Pochissime le persone che, nell’ultimo anno, si sono sottoposte a terapia non farmacologica, ad eccezione di fiosioterapia (51,5%) e terapia psicologica (18%): solo il 4% si è rivolto a un logopedista, i 3,6% ha ricevuto terapia riabilitativa, il 3,3% terapia occupazionale e il 2,3% terapia foniatrica

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