Gravidanza: rischi per le donne over 40

Sempre meno coppie che cercano la gravidanza e parti sempre più approssimativi. Troppe paure per le gestanti e in aumento i casi di depressione post-partum. Sono queste le allarmanti tendenze che sottolineano alcuni tra gli esperti italiani, che si appellano ad una maggiore responsabilità di fronte all’evento della nascita, che va preparato con attenzione e, […]

Sempre meno coppie che cercano la gravidanza e parti sempre più approssimativi. Troppe paure per le gestanti e in aumento i casi di depressione post-partum. Sono queste le allarmanti tendenze che sottolineano alcuni tra gli esperti italiani, che si appellano ad una maggiore responsabilità di fronte all’evento della nascita, che va preparato con attenzione e, soprattutto, serenità. Oggi le donne migranti si approcciano alla natalità con dieci anni di anticipo rispetto alle italiane, anche se nel 2010 sono diminuite di 1,9% . I bimbi che nascono da madri single sono il 3%, mentre quelli riconosciuti da un solo genitore sono appena lo 0,01% (Policlinico di Modena dati 2010). Le paure più diffuse sono il travaglio doloroso, l’obesità duratura e l’ansia che si alteri il rapporto col coniuge.

Dinanzi a tali problematiche, che possono determinare complicazioni durante la gravidanza ed il parto, sia al nascituro che alla madre, gli specialisti consigliano di rivolgersi meno in Ospedale e di più in Casa di Cura. L’obiettivo che potrebbe essere raggiunto in Italia, se non vi fosse l’esasperata richiesta di risarcimenti per supposti errori sanitari, è avere 68% di parti vaginali,1,1% di vaginali operativi e 30,8% di tagli cesarei con 30% di parti pilotati. La tendenza è quindi ridurre i tagli cesarei senza però danneggiare madri, neonati, equipe sanitarie e strutture.

Il parto ospedaliero presenta vantaggi, ma anche vari punti deboli; tra questi ultimi, nelle strutture ad alta concentrazione, il cosiddetto”parto di gruppo” è impersonale e poco umanizzato. Meglio optare per un parto personalizzato, secondo quanto è stato proposto dalla Casa di Cura Villa Pia nella U.O. di Ostetricia e Ginecologia, diretta ora dal Prof.Riccardo Ingallina. «E’stata formata un’equipe di dieci specialisti in ostetricia “attiva” – precisa il Prof. Riccardo Ingallina – ai quali è stato fornito lo strumento ritenuto imprescindibile per un’assistenza al parto: la qualità delle attrezzature. Il reparto di Ostetricia , concepito secondo i requisiti e la normativa vigente, è strutturato per assolvere a tutte le esigenze di una buona organizzazione e funzionalità: la sala travaglio, le sale parto, le sale operatorie per le emergenze, l’emoteca , l’ area d’osservazione del neonato per eventuali trasferimenti (1% dei nati/anno), oltre al nido con personale medico pediatra neonatologo ed infermiere specializzate h24 , concorrono alla sicurezza di una buona assistenza madre –figlio».

Le donne devono porre molta attenzione anche a non cadere nella cosiddetta “depressione post-partum”, che coinvolge il 10-15% delle puerpere. Alla depressione sono più esposte le donne oltre i 40 anni. Esse vanno incontro, rispetto alle più giovani , anche al parto prematuro ed all’insufficienza placentare, di conseguenza anche al taglio cesareo. Sono però diminuiti i casi di sindrome di Down in nati da madri oltre i 35 anni che regolarmente si sottopongono all’amniocentesi; paradossalmente si contano invece più casi nelle gestanti di età inferiore, considerate da sempre a minor rischio.

I fattori di rischio per la depressione, secondo il Prof. Riccardo Ingallina, responsabile dell’ostetricia e ginecologia della casa di cura accreditata Villa Pia , sono: «l’aumento del l’ormone pCRH, che se carente non stimola più la produzione del cortisolo considerato l’antidepressivo naturale. Fattori causali sono i disturbi del sonno, l’ansia che in genere insorge intorno alla 32° settimana di gestazione, la depressione pregressa e familiare, intervalli brevi tra le gravidanze, eventi stressanti e conflittualità all’interno della coppia».

I consigli per non cadere in depressione: occorre pensare che la depressione potrebbe rubare la “gioia della maternità”, ma soprattutto se con l’aiuto tempestivo di psicoterapeuti si attua un progetto terapeutico ai primi segnali di allarme, come capogiri e riduzione della memoria, si rinsaldano i legami affettivi sviluppando col coniuge una cogenitorialità più responsabile ed un miglior attaccamento madre-padre-neonato.

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