Cdm approva ddl di riforma del mercato del lavoro, i commenti del mondo politico

Approvato oggi dal Consiglio dei Ministri, il ddl di riforma del mercato del lavoro. Si tratta – si legge in una nota di Palazzo Chigi – di una riforma lungamente attesa dal Paese, fortemente auspicata dall’Europa, e per questo discussa con le Parti Sociali con l’intento di realizzare un mercato del lavoro dinamico, flessibile e […]

Approvato oggi dal Consiglio dei Ministri, il ddl di riforma del mercato del lavoro. Si tratta – si legge in una nota di Palazzo Chigi – di una riforma lungamente attesa dal Paese, fortemente auspicata dall’Europa, e per questo discussa con le Parti Sociali con l’intento di realizzare un mercato del lavoro dinamico, flessibile e inclusivo, capace cioé di contribuire alla crescita e alla creazione di occupazione di qualità, di stimolare lo sviluppo e la competitività delle imprese, oltre che di tutelare l’occupazione e l’occupabilità dei cittadini. Per i licenziamenti per motivi economici “il datore di lavoro può essere condannato solo al pagamento di un’indennità. Particolare attenzione – precisa il comunicato di palazzo Chigi – è riservata all’intento di evitare abusi”. La riforma del lavoro “introdurrà elementi di premialità” verso le imprese “per l’instaurazione di rapporti di lavoro più stabili. La riforma favorirà” anche “il contrasto più incisivo agli usi elusivi degli obblighi contributivi e fiscali degli istituti contrattuali”.
“A Monti serviva piu’ coraggio, la stessa determinazione fin qui esercitata. Ora con l’approvazione di un semplice disegno di legge, e chi ha un minimo di conoscenza delle procedure parlamentari sa che non potra’ essere varato in tempi rapidi come chiedono l’Ue, le altre istituzioni internazionali e i mercati, Monti rischia il primo clamoroso fallimento”. Lo dice il senatore del Pdl Altero Matteoli, che aggiunge: “Dispiace davvero che nella decisione del premier siano prevalse le spinte di quanti vogliono il nulla di fatto e considerano la legislazione del lavoro intoccabile. Visto che finora abbiamo votato la fiducia a questo governo, questa decisione ci rammarica davvero”.
“La definizione della riforma del lavoro da parte del governo attraverso un disegno di legge ordinario rischia di essere un atto di resa ai veti ideologici e la rinuncia a quel vero cambiamento cosi’ atteso dalle istituzioni comunitarie e internazionali”. Lo dichiara Maurizio Sacconi, ex ministro del Lavoro
“Nelle concrete condizioni istituzionali e sociali che caratterizzano l’Italia- spiega- una riforma lungamente trascinata ed espressione delle variabili geometrie parlamentari e’ destinata a produrre maggiore rigidita’ e un prolungato clima conflittuale ad opera dei solitti noti. Chi si era illuso della stessa determinazione manifestata per il fisco, le pensioni e le liberalizzazioni, ritrovera’ ora, per il tema emblematico del lavoro, il gia’ noto contesto del ‘non possumus'”.

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