Pena capitale: 43 condanne eseguite negli Stati Uniti

Dal rapporto annuale di Amnesty International sulla pena di morte emerge che gli Stati Uniti d’America restano ancora l’unico paese delle Americhe e, nel 2011, l’unico stato membro del G8, a eseguire condanne a morte: 43, in 13 dei 34 stati che mantengono la pena capitale. Negli Usa tuttavia il numero delle esecuzioni e delle nuove […]

Dal rapporto annuale di Amnesty International sulla pena di morte emerge che gli Stati Uniti d’America restano ancora l’unico paese delle Americhe e, nel 2011, l’unico stato membro del G8, a eseguire condanne a morte: 43, in 13 dei 34 stati che mantengono la pena capitale. Negli Usa tuttavia il numero delle esecuzioni e delle nuove condanne a morte e’ notevolmente diminuito rispetto a 10 anni fa: l’Illinois e’ diventato il 16esimo stato abolizionista e l’Oregon ha annunciato una moratoria. In Europa ‘resiste’ la Bielorussia, che e’ stato l’unico paese membro dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa a eseguire condanne a morte, due nel 2011.
Da Iran e Cina dati sottostimati. Migliaia di persone sono state messe a morte in Cina, ma si tratta di dati su cui pesa il segreto di stato. Amnesty, che continua a rinnovato la richiesta alle autorita’ cinesi di pubblicare i dati reali, ha smesso di fornire le cifre fornite dalle fonti pubbliche cinesi, perche’ ritiene probabile che sottostimino enormemente il numero effettivo delle esecuzioni. Il governo ha eliminato la pena di morte per 13 reati, prevalentemente di natura economica, e sono state presentate al Congresso nazionale del popolo una serie di misure per ridurre il numero dei casi di tortura durante la detenzione, rafforzare il ruolo degli avvocati difensori e assicurare che gli imputati di reati capitali siano rappresentati da un legale. Per quanto riguarda l’Iran, l’organizzazione fa sapere di aver ricevuto informazioni affidabili secondo le quali “vi e’ stato un gran numero di esecuzioni non confermate o persino segrete, che raddoppierebbe il dato di quelle ufficialmente riconosciute”.
Processi, standard non rispettati. Confessioni estorte con la tortura o altre forme di coercizione rendono i processi parziali: accade in Arabia Saudita, Cina, Corea del Nord, Iran e Iraq. Secondo Amnesty “nella maggior parte dei paesi dove sono state emesse o eseguite condanne a morte, i procedimenti giudiziari non hanno rispettato gli standard internazionali sui processi equi”. In Bielorussia e Vietnam, ne’ i prigionieri ne’ i loro familiari e avvocati sono stati informati delle imminenti esecuzioni. Cittadini stranieri sono stati colpiti in modo sproporzionato dalla pena di morte, soprattutto in Arabia Saudita, Malesia, Singapore e Thailandia.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *