Vendola: ‘La ricetta del governo fa male all’economia’

Nichi Vendola, presidente di Sinistra Ecologia Liberta’, in un’intervista che appare oggi sul quotidiano Il Mattino, afferma: “Ma di quale riforma del lavoro stiamo parlando? La mia impressione e’ che la ricetta di questo governo faccia addirittura male all’economia. Vedo una continuita’ – prosegue il leader di Sel – persino impressionante tra lo stile di Sacconi […]

Nichi Vendola, presidente di Sinistra Ecologia Liberta’, in un’intervista che appare oggi sul quotidiano Il Mattino, afferma: “Ma di quale riforma del lavoro stiamo parlando? La mia impressione e’ che la ricetta di questo governo faccia addirittura male all’economia. Vedo una continuita’ – prosegue il leader di Sel – persino impressionante tra lo stile di Sacconi e di Fornero. Come si possono rappresentare in chiave propagandistica, come misure dolorose ma necessarie per spianare la strada alla ripresa economica, provvedimenti che non rispondono neanche lontanamente ai problemi principali che affliggono il mercato del lavoro? Che riforma e’ questa costruzione che lascia intatta la giungla dei contratti atipici, che rinvia a chissa’ quando l’introduzione del reddito minimo garantito, che non estende gli ammortizzatori sociali in una fase drammatica di recessione? Un tempo quando si parlava di riforma, si intendeva un miglioramento delle condizioni di vita, si alludeva ad un aumento dei diritti. Ora invece si parla di riforma ogni volta che i diritti vengono tagliati. La ricetta del governo Monti e’ una controriforma. Con il Pd c’e’ un’evidente differenza di giudizio – insiste Vendola – sono molti gli elementi negativi nella controriforma, e pazienza se non li vede. Ma cambiare l’articolo 18 puo’ essere drammatico. Se nel centrosinistra si contribuisce a stracciare questa bandiera nel nome di una modernita’ oscena e repellente, possono innescarsi conseguenze molto importanti. Cofferati dice che se resta lo stravolgimento dell’articolo 18, bisogna votare contro il provvedimento, sono d’accordo con lui e anche con la Bindi quando sottolinea che Monti e’ debole con i forti e forte con i deboli. Il welfare non e’ una palla al piede, come pensa la classe dirigente. Francamente penso che l’evocazione di un secondo tempo quando ci si occupera’ di crescita, sia un po’ uno spot berlusconiano. Ma oltre al Palazzo c’e’ l’Italia reale, le piazze, le fabbriche: siamo fiduciosi che un dissenso tanto ampio – non solo quindi della Cgil – e la preoccupazioni manifestata in tanti ambienti, a partire dalla Cei, possano avere effetti positivi e non si uccida l’articolo 18”

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