Riforma lavoro, Monti: ‘svolta storica per l’Italia’

La riforma del lavoro e’ un impegno in un certo senso di rilievo storico per l’Italia, che porta continuita’ a una svolta nel mercato del lavoro”. Cosi’ il premier Mario Monti, in conferenza stampa presenta la riforma del lavoro. La riforma del mercato del lavoro intende “contribuire alla crescita e alla occupazione”. Il provvedimento del governo […]

La riforma del lavoro e’ un impegno in un certo senso di rilievo storico per l’Italia, che porta continuita’ a una svolta nel mercato del lavoro”. Cosi’ il premier Mario Monti, in conferenza stampa presenta la riforma del lavoro. La riforma del mercato del lavoro intende “contribuire alla crescita e alla occupazione”. Il provvedimento del governo e’ “per la crescita, per il lavoro in quantita’ e qualita’ e per la crescita sociale ed economica”. Altro obiettivo e’ quella della “riduzione permanente del tasso di disoccupazione”. “La riforma del mercato del lavoro intende realizzare un mercato del lavoro inclusivo e dinamico”. “La decisione del governo mette anche in campo un ammodernamento delle rete di sicurezza universale rendendo piu’ efficiente, coerente ed equo l’assetto degli ammortizzatori sociali”. “Questa riforma e’ uno di quei casi in cui la politica economica e legislativa mirano a conseguire obiettivi di efficienza e equita’”.

Il mercato del lavoro viene “riformato” e reso “piu’ adatto ai tempi moderni, al quadro di grande competizione globale” che l’Italia deve affrontare. “Le imprese e con esse i lavoratori, che noi vediamo in modo coesivo- sottolinea Monti- potranno trovare configurazioni piu’ produttive e evitare che l’Italia sia sempre piu’ emarginata e che ci sia invece un futuro positivo per i giovani”. La riforma del lavoro intende “combattere forme di precarieta’ in entrata”. “Ora guardiamo con molto rispetto e speranza all’iter parlamentare che auspichiamo approfondito ma anche spedito”. “E’ ovvio che una fase di dibattito tra le parti sociali, su temi cosi’ delicati, radicati e sensibili, comporti anche aspetti di contrasto, ma noi crediamo di avere raggiunto un punto di equilibrio che consentira’ adesso, concluso l’iter parlamentare della riforma, di avere un contesto italiano molto piu’ propizio a uno sforzo coesivo del Paese che e’ necessario in un momento ancora difficile”.

“Noi vogliamo che l’Italia esca dall’emergenza finanziaria, ma soprattutto vogliamo che l’Italia esca da una fase di 10-12 anni in cui, senza ragione, e’ cresciuta a una velocita’ che e’ la meta’ di quella degli altri Paesi europei”. “Non possiamo considerare normale questo stato di cose, dobbiamo aspirare a una velocita’ di crescita maggiore- aggiunge- tale da soddisfare le esigenze dei giovani e tale da far si’ che l’Italia venga vista come un luogo pregiato e non poco considerato per gli investimenti”. “L’insieme delle riforme che abbiamo introdotto in questi mesi sono un pacchetto piuttosto importante per rilanciare l’Italia su basi stabili”.

INTESA CON LA POLITICA – “La flessibilita’ in uscita e’ stata accresciuta in uscita in maniera rilevante con una serie di garanzie che rispettano la necessita’ che i giudici del lavoro non entrino troppo in valutazioni che appartengono alla responsabilita’ dell’imprenditore e siano li’ a tutelare ancora piu’ di oggi i lavoratori che fossero oggetto di licenziamenti di tipo discriminatorio”. La “flessibilita’, tema molto discusso, esce in modo molto equilibrato e sereno”. “In una riunione avvenuta ieri ci siamo assicurati della condivisione delle linee del progetto e anche delle linee dettagliate, su alcuni aspetti sensibili, da parte dei leader politici che sostengono il governo”.

LE PENSIONI – In America, in Asia e in Europa la riforma delle pensioni e’ considerata un “punto di avanguardia dell’economia e della societa’ italiana”. La riforma del mercato del lavoro ha un aspetto di “equita’ perche viene spezzata questa barriera invisibile che separa una protezione, forse maggiore a volte di quella che un’economia puo’ permettersi, accordata a chi e’ incluso nel mercato del lavoro e penalizzado gli esclusi: non occupati, giovani in cerca di una prima occupazione e i deboli.

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