Costa Concordia, Codacons: scatola nera non funzionava da quattro giorni

Prime inquietanti indiscrezioni emergono dalle operazioni peritali sulla scatola nera della Costa Concordia, alle quali partecipano anche i consulenti nominati dal Codacons. Secondo i primi risultati, la scatola nera sarebbe risultata non funzionante a partire dalle 15 del 9 gennaio 2012, ossia 4 giorni prima del naufragio nei pressi dell’Isola del Giglio, avvenuto il 13 […]

Prime inquietanti indiscrezioni emergono dalle operazioni peritali sulla scatola nera della Costa Concordia, alle quali partecipano anche i consulenti nominati dal Codacons. Secondo i primi risultati, la scatola nera sarebbe risultata non funzionante a partire dalle 15 del 9 gennaio 2012, ossia 4 giorni prima del naufragio nei pressi dell’Isola del Giglio, avvenuto il 13 gennaio.

In una nota di Codacons si egge, “si scopre che del malfunzionamento delle apparecchiature erano informati tutti me nessuno si preoccupava più di tanto. Si legge infatti in una nota inviata da Costa Crociere alla ditta Fiorucci, responsabile della manutenzione tecnica: “Buongiorno, per l’ennesima volta il VDR del Concordia è andato nuovamente in fault per il solito problema sul HD. La situazione ora sta diventando veramente insostenibile e non è pensabile continuare a fare service su service spendendo così tanti soldi senza ottenere un risultato”. A tale comunicazione la Fiorucci risponde: “…dalla verifica effettuata confermiamo che il problema non è relativo all’HDD della replay station come nelle altre occasioni ma si tratta della capsula (FRM). Ci stiamo organizzando per intervenire su Civitavecchia o al più tardi su Savona”. A Savona, tuttavia, la nave non è mai arrivata. Tutti questi gravissimi elementi aggravano le responsabilità della Costa Crociere e della Carnival e saranno depositati a Miami dove è in corso l’azione di gruppo avviata dal Codacons, alla quale possono ancora aderire i naufraghi della Concordia. Se dovesse essere confermata ufficialmente il non funzionamento della scatola nera, i periti nominati dal Gip di Grosseto potranno capire cosa è successo realmente durante il naufragio del Giglio, utilizzando una copia dei dati della scatola nera memorizzati sul sistema di backup, rimasto integro solo grazie al fatto che si trovava sulla parte sinistra della plancia di comando che non è finita sott’acqua dopo il naufragio. Tuttavia tale copia contiene dati fino alle ore 23:36 del 13 gennaio, e le informazioni si fermano al momento in cui era ancora in corso l’ evacuazione della nave”. “Se, dopo i dovuti accertamenti, la scatola nera dovesse risultare realmente fuori uso a partire dal 9 gennaio, andrebbero verificate le responsabilità delle autorità marittime. Ossia – spiega il Presidente Carlo Rienzi – bisognerà capire attraverso un esposto in Procura come abbia potuto la Capitaneria di Porto di Civitavecchia (e degli altri porti presso i quali la nave ha sostato nei tre giorni precedenti il naufragio) consentire la partenza di una nave da crociera sprovvista della strumentazione perfettamente funzionante”.

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