L’estremo saluto a Miriam Mafai

Ieri pomeriggio nella Sala della Protomoteca in Campidoglio Roma ha tributato l’estremo saluto a Miriam Mafai, “la ragazza rossa” , combattente partigiana, donna scomoda, di acuta intelligenza. Una folla di politici, giornalisti, sindacalisti, semplici cittadini giovani e meno giovani, insomma un lutto che sembra voler travalicare le generazioni, si sono alternati nella camera ardente cosparsa […]

Ieri pomeriggio nella Sala della Protomoteca in Campidoglio Roma ha tributato l’estremo saluto a Miriam Mafai, “la ragazza rossa” , combattente partigiana, donna scomoda, di acuta intelligenza. Una folla di politici, giornalisti, sindacalisti, semplici cittadini giovani e meno giovani, insomma un lutto che sembra voler travalicare le generazioni, si sono alternati nella camera ardente cosparsa da un tappeto di fiori; erano l’ultimo pensiero dei figli, delle sorelle, della Presidenza della Repubblica, del Comune, della Provincia di Roma, del PD. Tutti – quale ulteriore testimonianza d’affetto, a dimostrazione della stima e dell’amicizia che nutrivano nei confronti della grande giornalista scomparsa, quasi per un gioco del destino visto che lei si professava atea, il giorno di Pasqua – hanno apposto una firma nel registro posizionato all’esterno della sala. Donna di grande intelletto e di straordinarie qualità umane, Miriam Mafai, prestigiosa penna del giornalismo italiano ha lasciato al Paese l’eredità di una donna, un’intellettuale estremamente coerente con i suoi principi, dotata di grande spirito di comprensione ma mai allineata e coperta alle direttive dell’allora PDS (Partito Democratico della Sinistra ) di cui era una dirigente e , per una legislatura, Senatrice. Presidente della FNSI ( Federazione Nazionale Stampa Italiana ) dal 1983 / 1986 ed apprezzata giornalista nei vari quotidiani in cui scriveva: L’Unita. Paese Sera, Noi Donne, fino al 1976 in cui fondò , con Eugenio Scalfari, Repubblica il giornale destinato a diventare un punto di riferimento per l’area progressista e riformista italiana.

Lei, editorialista e firma di punta tra le più inquiete ma al contempo originali poiché i suoi articoli spaziano su tutti gli aspetti della vita del Paese ivi compreso anche il costume. Possiamo dire, senza alcuna possibilità di smentita, che lei è stata un esempio vivente per tutte le ragazze di oggi; a questo proposito ricordiamo l’appello lanciato, in occasione dei suoi 80 anni alle giovani:” Alle giovani dico di non abbassare la guardia, non si sa mai. Le conquiste delle donne sono ancora troppo recenti”. Tanti i suoi libri molto graditi dal pubblico e venduti tra cui i famosi “ Botteghe Oscure addio” vincitore del premio Cimitile, nel 1996, in cui ci racconta con straordinaria onestà intellettuale, come erano i comunisti di allora con a capo il commianto Enrico Berlinguer. Nel Silenzio dei comunisti ha proposto un dialogo con Vittorio Foa e Alfredo Reichlin su quanto era giusto salvare di quella esperienza storica ed in Dimenticare Berlinguer si è occupata di tutta la sinistra italiana a tradizione comunista. Inaspettato il premio Montanelli nel 2005 con la seguente motivazione: “ per la sua attività votata allo sviluppo della cultura del 900, con particolare attenzione rivolta al mondo femminile”. Lei ha lasciato la sua impronta anche nel nostro beneamato Abruzzo dove dal 1951 al 1956 è stata assessore per il P.C.I. alle politiche sociali, incarico che svolse con grande umanità, passione politica e determinazione cercando di alleviare problemi e sofferenze alla fascia più povera della popolazione. Circa un anno dopo partì per la Francia ed al ritorno la sua vita privata subì un improvviso cambiamento; si legò sentimentalmente al comandante partigiano, Nullo, Giancarlo Paietta, potente esponente di partito e la loro unione durò un trentennio. Lei stessa in alcune interviste raccontò “ E’ stato l’ unico amore della mia vita, fondato su una reciproca autonomia rara per quei tempi ed ancora tra un week end di passione con il mio Pajetta ed un’inchiesta, io deciderò sempre per la seconda. Ciò dimostra chiaramente il carattere di una donna forte che decide, di volta in volta, le priorità in un dissidio tra ragione e sentimento.

Questa mattina, alle 12.00, nella Sala della Protomoteca gremita, la commemorazione funebre alla presenza , tra gli altri, del Sindaco di Roma, Gianni Alemanno, il presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, il presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti, l’ex presidente del Consiglio, Giuliano Amato, l’ex sindaco di Roma, Walter Veltroni, l’ex sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Eugenio Scalfari, il vicepresidente del Senato, Emma Bonino, e il giornalista Enrico Mentana. Bellissimo e toccante il saluto della figlia Laura, giornalista come lei , quando ha detto: “ E’ stata una donna generosa che non conosceva l’invidia. Buon viaggio mamma” Ed io avendola conosciuta di persona in un paio di circostanze le dico semplicemente: Ciao Miriam grazie per averci raccontato gli ultimi 60 anni di storia del nostro Paese con il sorriso della verità

Nando Giammarini

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