Vienro Russo mi ha informata su una estrema offensiva contro la civile soluzione della contesa tra patentati ottantenni e coloro che li avrebbero voluto privare del diritto di uso dell’auto.
Confesso che sono rimasta senza fiato per la meraviglia.
Sicché per queste persone un eventuale incidente automobilistico compiuto da un ottantenne equivale alla dimostrazione che gli ottantenni sono inidonei a condurre un auto, tutti, a priori, in blocco, mentre l’abituale strage sulle strade compiute da giovani sono da considerarsi nel novero della fatalistica precarietà del traffico su strada. Insomma la sinistrosità attribuita agli anziani non avrebbe diritto di esistere, mentre quella attribuita ai giovani è legittima.
Io mi dolgo e non poco dell’una e dell’altra però ritengo ingiusto e incomprensibile il diverso criterio di giudizio usato da chi vorrebbe reintrodurre l’obbligatorietà di una “visita” della CML per gli ottantenni che si è dimostrata tra l’altro troppo spesso persecutoria, ma non ha nulla da eccepire sulla guida tipica dei giovani alla quale si deve la più grave e numerosa sinistrosità su strada.
Ingiusto, perché provoca senza comprovato motivo un gravissimo danno che penalizza non solo tutti gli anziani ma anche le loro famiglie, incomprensibile, perché è privo del tutto di prove obiettive a suo sostegno e disconosce quelle inoppugnabili altrui.
Per caso oggi ho seguito un servizio TV sull’uso massiccio da parte dei giovani di droghe responsabili di gravi malattie psichiatriche. Il medico intervistato dichiarava che la struttura ospedaliera addetta alla cura di questi soggetti era a rischio di chiusura non potendo far fronte a una utenza sempre più numerosa.
Invito le persone di buona volontà a non slittare senza volerlo nel razzismo ponendo l’età come un discrimine aprioristico per o contro il godimento di un diritto costituzionale e invito la società della quale noi tutti facciamo parte ad adoperarsi di più per il salvataggio dei giovani dalla nefasta azione delle droghe.
E’ probabile che se ne gioverebbe anche la sicurezza collettiva del traffico su strada.
Gloria Capuano
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