Campania: il 30% degli studenti non arriva al diploma

Tempi duri per la scuola in Campania: diminuiscono alunni e studenti (-3,1% negli ultimi tre anni a fronte del +0,4% registrato a livello nazionale), diminuiscono le classi (-4,8%), ma aumentano gli alunni per classe (che sono 20,6) e gli alunni per docente (10,8). E di tutto questo, a farne le spese sono soprattutto loro: gli […]

Tempi duri per la scuola in Campania: diminuiscono alunni e studenti (-3,1% negli ultimi tre anni a fronte del +0,4% registrato a livello nazionale), diminuiscono le classi (-4,8%), ma aumentano gli alunni per classe (che sono 20,6) e gli alunni per docente (10,8). E di tutto questo, a farne le spese sono soprattutto loro: gli studenti. Il 29,9% degli studenti iscritti negli istituti superiori statali della Campania al termine dei cinque anni non arriva al diploma, contro una media nazionale del 26%. Lo rivela una nota del Censis.

Ma la situazione non è la stessa in tutto il territorio della regione. A Napoli si disperde il 35,2% degli studenti, a Caserta il 28,8%, a Salerno il 23,8%, mentre ad Avellino e Benevento le percentuali scendono rispettivamente al 15,2% e al 16,8%. Particolarmente grave la situazione negli istituti tecnici, dove il 45,2% degli studenti napoletani e il 37,7% di quelli casertani risultano dispersi nel quinquennio. I dati dimostrano che la dispersione si concentra soprattutto nel primo anno delle superiori, quando il 13,8% degli studenti campani abbandona gli studi (e il dato sale al 18,2% a Caserta e al 16,1% a Napoli). I giovani a maggior rischio di marginalità sono quelli iscritti agli istituti d’arte e ai professionali (il 19,6% di dispersi al primo anno) e agli istituti tecnici (17,4%). In linea con questi dati sono quelli relativi ai giovani tra i 18 e i 24 anni che hanno al massimo la licenza media e che non frequentano altri corsi scolastici né svolgono altre attività formative: in Campania sono il 23% del totale, un dato in linea con la media delle regioni dell’Obiettivo convergenza (23,2%), ma nettamente superiore alla media italiana (18,8%). Il bilancio del sistema d’istruzione campano è stato tracciato dal Censis nell’ambito di Di.Sco.Bull: un progetto promosso dal Ministero dell’Interno con i fondi europei del Pon Sicurezza per lo Sviluppo nelle quattro regioni dell’Obiettivo convergenza (Puglia, Campania, Calabria e Sicilia).

Nell’ambito del progetto Di.Sco.Bull sono stati allestiti presso gli istituti di istruzione secondaria superiore «Sannino-Petriccione» e «Miano» di Napoli e “Gallo” di Aversa tre centri che erogano servizi di ascolto e sostegno, recupero e aiuto allo studio, rivolti a studenti, famiglie, docenti, attraverso l’impiego di una équipe territoriale con competenze socio-psico-pedagogiche. Queste strutture, aperte al territorio, intendono operare in rete con enti e servizi esistenti, al fine di garantire la circolarità delle informazioni e l’ottimizzazione di risorse e opportunità.

Dei primi risultati conseguiti dai centri Di.Sco.Bull durante questi mesi di attività e delle prospettive future si è parlato oggi presso la Prefettura di Napoli nell’ambito del seminario “Dispersione scolastica e bullismo: quali rischi tra i giovani?”, a cui hanno preso parte, tra gli altri, il Prefetto di Napoli Andrea De Martino, il Sottosegretario all’Istruzione Marco Rossi Doria, il Direttore Generale del Censis Giuseppe Roma, il Direttore Generale dell’Ufficio Scolastico Regionale della Campania Diego Bouché, il Direttore della Segreteria Tecnica del Pon Sicurezza Lodovica De Caro, il Prefetto Angelo Di Caprio del Ministero dell’Interno.

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