Banche: l’Abruzzo perde BLS e Carispaq, rischio esuberi

Non è un buon periodo per il settore bancario abruzzese e ogni Provincia ha i suoi problemi. A Teramo e Pescara desta preoccupazione il commissariamento della teramana Tercas, disposto il 30 aprile scorso da Bankitalia “per gravi irregolarità e violazioni normative” riscontrate a seguito di una serie di accertamenti ispettivi. Nello stesso gruppo c’è l’istituto […]

Non è un buon periodo per il settore bancario abruzzese e ogni Provincia ha i suoi problemi. A Teramo e Pescara desta preoccupazione il commissariamento della teramana Tercas, disposto il 30 aprile scorso da Bankitalia “per gravi irregolarità e violazioni normative” riscontrate a seguito di una serie di accertamenti ispettivi. Nello stesso gruppo c’è l’istituto pescarese Caripe. Nelle Province di Chieti e dell’Aquila c’è invece il problema dell’istituto frentano Bls, Banca di Lanciano e Sulmona, e dell’aquilana Carispaq, banche che sono in procinto di essere trasformate in “divisioni” e accorpate alla capogruppo Banca popolare dell’Emilia Romagna. “Stiamo parlando di 2400 posti di lavoro in totale in Abruzzo”, ci spiega Franco Di Pretoro, segretario provinciale Uilca Chieti.

Di Pretoro ci spiega la situazione degli istituti di Lanciano e L’Aquila: ”Bls e Carispaq sono due banche partecipate da diversi anni dalla Banca popolare dell’Emilia Romagna e hanno subito un’Opa, offerta pubblica d’acquisto, la Bls nel ‘96 e la Carispaq nel ‘98-’99. Nel 2011 vi è stata una Ops, offerta pubblica di sottoscrizione: la banca capogruppo doveva ricapitalizzare un miliardo di euro e ha deciso, anziché fare un aumento di capitale sociale verso i soci che sicuramente sarebbe andato deserto, di lanciare una Ops per prendere il pacchetto di tutte le banche controllate. Questa operazione è riuscita in tutte le banche tranne che nella Banca popolare di Ravenna. Dopo l’Ops, hanno presentato un piano industriale con valenza 2012-2014, nel quale si prevede la nascita di una grande Bper, con la creazione di due divisioni al posto delle abruzzesi Bls e Carispaq. Il tutto dovrebbe partire dal primo gennaio 2013. Per quanto riguarda la materia occupazionale, hanno dichiarato gli esuberi: in Bls circa 130 Fte, equivalenti a tempo pieno, e in Carispaq di 100. Cioè non considerano la persona, ma l’attività. Quindi alla fine non saranno 130, ma potrebbero essere anche di più, circa 300”.

“Su questo – prosegue Franco Di Pretoro – abbiamo chiesto come sindacato che si attivi il piano industriale, che per il momento non ci è stato presentato. Ci sono state presentate solo slides, nelle quali c’è la cornice generale ma non si entra nello specifico. I Consigli d’amministrazione saranno sciolti. Resterà un comitato esecutivo che avrà una autonomia per quanto riguarda l’erogazione al credito in Bls di 6 milioni e mezzo di euro e in Carispaq di 6 milioni”.

“Il problema – conclude Di Pretoro – è che la Carispaq è la banca indicata per quanto riguarda l’erogazione di finanziamenti post-terremoto. Quindi ci si chiede se la divisione L’Aquila dovrà gestire questi finanziamenti sul territorio o se saranno gestiti da Modena. I tempi, in questo caso, si allungheranno notevolmente e la banca perderebbe qualsiasi tipo di collegamento col territorio. La settimana prossima terremo assemblee in direzione generale nelle due banche perchè la Bper, non rispettando le condizioni previste dal contratto, sta contattando funzionari e impiegati per quanto riguarda mobilità professionale e territoriale, anche infragruppo. Probabilmente, a metà giugno faremo una giornata di sciopero”. (bat-AgenParl)

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