Possibile relazione tra plastica e autismo

Per la prima volta un gruppo di ricercatori italiani ha identificato una possibile relazione tra plastica e autismo. La ricerca, effettuata dal reparto di Neuropsichiatria infantile del policlinico senese Santa Maria alle Scotte, diretto da Joussef Hayek, con il neonatologo Claudio De Felice, il dipartimento di Chimica dell’universita’ di Firenze, con lo staff del laboratorio […]

Per la prima volta un gruppo di ricercatori italiani ha identificato una possibile relazione tra plastica e autismo. La ricerca, effettuata dal reparto di Neuropsichiatria infantile del policlinico senese Santa Maria alle Scotte, diretto da Joussef Hayek, con il neonatologo Claudio De Felice, il dipartimento di Chimica dell’universita’ di Firenze, con lo staff del laboratorio Peptlab della professoressa Anna Maria Papini, e l’universita’ di Cergy-Pontoise di Parigi, ha studiato le caratteristiche di 48 pazienti del centro senese, confrontandoli con un gruppo di soggetti sani.
“Abbiamo scoperto- spiega Hayek- una elevatissima escrezione urinaria di metaboliti di un noto plasticizzante, lo ftalato, estremamente diffuso nell’uso quotidiano. Abbiamo sintetizzato presso PeptLab i 4 principali derivati ossidati del prodotto contenuto nella plastica e ne abbiamo cercato la presenza nelle urine dei pazienti con autismo infantile, confrontandoli con i dati di un gruppo di soggetti sani”.
Allo studio, pubblicato sulla prestigiosa rivista Asn neuro della American society for neurochemistry, hanno contribuito significativamente i ricercatori Chiara Testa, Francesca Nuti, Mario Chelli e Paolo Rovero. “La nostra ricerca- conclude De Felice- conferma e amplia il concetto emergente della neurotossicita’ degli ftalati e l’ipotesi della vulnerabilita’ ambientale nell’autismo infantile”.

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