L’Italia invecchia sempre di più, futuro sarà drammatico

Sempre più famiglie, ma più piccole, sempre più coppie senza figli e sempre più anziani. Sono queste le previsioni per il 2030 che emergono dal Rapporto biennale dell’Osservatorio nazionale sulla famiglia presentato questa mattina presso la Sala polifunzionale della Presidenza del Consiglio dei ministri a Roma. Il rapporto, in due volumi, delinea un quadro dell’esistente, […]

Sempre più famiglie, ma più piccole, sempre più coppie senza figli e sempre più anziani. Sono queste le previsioni per il 2030 che emergono dal Rapporto biennale dell’Osservatorio nazionale sulla famiglia presentato questa mattina presso la Sala polifunzionale della Presidenza del Consiglio dei ministri a Roma. Il rapporto, in due volumi, delinea un quadro dell’esistente, tra aspetti demografici e buone prassi, ma per il futuro non promette niente di buono in termini di numeri relativi alla famiglia. Se oggi ci sono 23,4 milioni di famiglie con 2,6 individui per nucleo, per gennaio 2030 le famiglie saranno 25,6 milioni ma il numero medio di individui per nucleo scenderà a 2,4. Aumenteranno anche gli anziani soli, che tra il 2010 e il 2030 cresceranno di circa 1,7 milioni, un fenomeno soprattutto al femminile. “La famiglia è e continua ad essere la grande sorgente di capitale sociale – ha affermato Pierpaolo Donati, direttore scientifico dell’Osservatorio -, ma fa sempre più fatica perché non trova un contesto sociale ed economico favorevole. Si prevede un futuro più preoccupante di quello attuale. L’Italia sta invecchiando sempre di più. Invecchiamento significa un numero crescente di anziani isolati, scollegamento tra generazioni, difficoltà dei giovani a fare famiglia, diminuzione della natalità. Siamo in un circolo vizioso. Se non si spezza, con le proiezioni che abbiamo, nei prossimi decenni il futuro sarà drammatico”.

Anche la dinamica della crescita delle famiglie sul territorio italiano nasconde delle sorprese. “La crescita delle famiglie avviene ovunque – ha spiegato Gian Carlo Blangiardo, docente di demografia presso la facoltà di Scienze statistiche dell’università di Milano Bicocca -, ma in maniera differenziata rispetto ai territori. Contrariamente a quelle che sono le attese è il Mezzogiorno quello che più rallenta rispetto a questo processo, insieme ad alcune aree invecchiate come il Piemonte e la Liguria”. Dai dati emerge con chiarezza l’aumento delle persone sole, che se nel 2010 erano quasi 7 milioni, nel 2030 ci si aspetta arrivino a 8,6 milioni. Le famiglie con figli, invece, diminuiranno, secondo lo studio, da 9 milioni a 8 milioni circa. Stesso incremento per le coppie senza figli, che passeranno da quasi 5 milioni nel 2010 a poco più di 6 milioni nel 2030.

Da sfatare anche il mito che saranno le famiglie degli immigrati a invertire la rotta. Il numero medio di figli per donna nella popolazione straniera in Italia, infatti, è diminuito negli ultimi anni, ha spiegato Blangiardo. “Se negli anni passati avevamo una media del 2,6, nel 2011 siamo arrivati al 2,07 figli per famiglia. In cinque anni gli stranieri, ampiamente al di sopra della soglia del ricambio generazionale, hanno raggiunto il livello nazionale”. Dati che nelle grandi città, sia del Nord che del Sud, sono anche peggiori. “Nelle grandi città le coppie straniere vivono in maniera ancora più esasperata la difficoltà delle coppie italiane, anche perché non hanno neanche i nonni. Illudersi che questa sia la soluzione è sbagliato. Questo è un dato che mette in evidenza le difficoltà che si incontrano nel fare famiglia”. Per invertire la tendenza, ha spiegato Donati, occorre inserire la famiglia nell’agenda dei partiti politici. “La famiglia non è un interesse immediato per la politica – ha affermato Donati -, intesa come partiti politici. Investire sulla famiglia porta vantaggi a medio e lungo termine. E la politica di oggi lavora sul contingente. Occorre una grande convergenza fra le forze politiche, che si chiama alleanza. Tutti in un certo senso hanno da sacrificare qualcosa in termini di successo politico elettorale, altrimenti non si farà nulla”. (ga)

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