Ricostruzione, Chiodi: il Governo valuti di finanziare tutte le parti comuni

Il  Commissario Delegato per la Ricostruzione, Gianni Chiodi, a commento della formale proposta avanzata dallo stesso Commissario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e al Ministro per la Coesione Territoriale, ha detto: “Il problema del finanziamento delle parti comuni, anche di edifici che per ora in base alla normativa vigente non possono accedere , deve essere […]

Il  Commissario Delegato per la Ricostruzione, Gianni Chiodi, a commento della formale proposta avanzata dallo stesso Commissario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e al Ministro per la Coesione Territoriale, ha detto: “Il problema del finanziamento delle parti comuni, anche di edifici che per ora in base alla normativa vigente non possono accedere , deve essere affrontato con una apposita norma da recepire nella prossima ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri. Ritengo che il contributo statale debba essere riconosciuto a tutte le parti comuni, con particolare riferimento a quelle dei centri storici e che abbiano pregio culturale e architettonico, prescindendo dalle circostanze di proprietà e di destinazione delle singole unità immobiliari che costituiscono l’intero immobile. I nostri centri storici sono stati riconosciuti, con il ‘decreto Abruzzo’, come bene meritevole di particolare attenzione da parte dello Stato con riferimento alla prevista maggiorazione delle risorse destinate alla loro ricostruzione. Gli scenari definiti dalle facciate, e quindi dalle parti strutturali e comuni degli edifici, fanno parte del bene ‘centro storico’. Se così è, riteniamo che i tempi e i dati in possesso della struttura commissariale, definiti anche in base all’avanzamento spedito della redazione dei piani di ricostruzione, potrebbero consentirci di quantificare le relative necessità e, conseguentemente, finanziare gli interventi anche di tutte le parti comuni. Ciò costituisce anche la materiale attuazione degli accordi presi nel famoso ‘Lodo Letta’. La proposta fatta non interferisce con la redazione dei piani di ricostruzione, individuando per le parti comuni un procedimento parallelo rispetto agli stessi”.

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