Roma, l’infinita questione rifiuti, occupato ad oltranza Pian dell’Olmo

Gestire i rifiuti, solidi urbani e non, significa avviare tutte quelle politiche volte a governare l’intero processo dalla produzione alla fase finale coinvolgendo tutti i passaggi intermedi – raccolta, trasporto, trattamento e smaltimento ivi compresi i materiali di risulta per garantire un ambiente, il più salubre possibile, necessario alla salute dei cittadini. Particolare interesse si […]

Gestire i rifiuti, solidi urbani e non, significa avviare tutte quelle politiche volte a governare l’intero processo dalla produzione alla fase finale coinvolgendo tutti i passaggi intermedi – raccolta, trasporto, trattamento e smaltimento ivi compresi i materiali di risulta per garantire un ambiente, il più salubre possibile, necessario alla salute dei cittadini. Particolare interesse si è rivolto, nell’ultimo decennio, all’impatto dei rifiuti che marcia di pari passo con il nobile fine di recuperare risorse e di ridurne la produzione. Anche l’Unione Europea sta adottando una strategia – recepita in Italia dal Decreto Ronchi del 97, successivamente modificato – come dire una terapia d’urto atta a delineare priorità d’azione in un contesto di gestione integrata del problema attraverso il riutilizzo, il reimpiego e il riciclaggio. Come in ogni questione, dalla più insignificante alla più grande,il comportamento migliore è quello della prevenzione che, per quanto concerne questo specifico problema, significa disincentivare e penalizzare economicamente se non addirittura vietare la produzione di materiali e manufatti che hanno un breve ciclo di vita e non possono essere, in qualche modo, riusati. Tutti debbono sentirsi soggetti interessati ed incentivati a ridurre la produzione di rifiuti effettuando quello che è il problema dei problemi: la raccolta differenziata. Essa consiste nella separazione all’origine dei diversi materiali e prevede, per ogni tipologia di rifiuto, una selezione da parte dei cittadini. Il problema della gestione e del trattamento dei rifiuti è stato da sempre il rompicapo di tante amministrazioni che si sono trovate a fronteggiare tale, enorme, problema. Napoli e Palermo ne sono i casi più eclatanti. E veniamo a noi, a Roma, dove a fine giugno dovrebbe chiudere la più grande discarica europea, Malagrotta, ( un’estenzione di 240 ettari ed un quantitativo di 4.500/ 5.000 tonnellate di rifiuti scaricate ogni giorno ) e a meno di una proroga dell’ultimora; sebbene la presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, ha detto che non firmerà alcuna deroga. Tutto ciò mentre su Malagrotta pende una procedura d’infrazione dell’Unione Europea. Ma se non si corre immediatamente ai ripari siamo all’emergenza ambientale e sanitaria. Tramontata definitivamente – poiché scartato dal Cdm, giustamente mi permetto di affermare poiché solo a 700 mt di distanza da Villa Adriana, un monumento tutelato dall’Unesco quale bene dell’umanità, ed in un luogo sottoposto a vincoli archeologici, paesaggistici ed in prossimità del più grande acquedotto che rifornisce la capitale : quello dell’Acqua Marcia – la scelta di Corcolle,in seguito alla rivolta dei cittadini e dei Sindaci della valle Prenestina. In contemporanea alla bocciatura di tale sito le dimissioni del prefetto Pecoraro, quale commissario straordinario all’emergenza ambientale. Immediatamente sostituito dal Dott. Sottile il problema rimane e si stanno effettuando delle manifestazioni con relativi blocchi stradali sulla Tiberina poiché è stato riproposto Pian dell’Olmo, in territorio del Comune di Riano Flaminio, quale sito più adatto. Il commissario si ostenta nella scelta di tale sito ed arriva a toni duri dicendo di essere pronto a far intervenire l’esercito probabilmente non si rende conto che se prospetta la soluzione in questi termini è già perdente, come il suo predecessore. Pienamente d’accordo che la discarica in qualche posto si dovrà pur fare ma la scelta deve ricadere in località non sottoposte ad alcun genere di vincolo e soprattutto lontano dai centri abitati e dalle falde idriche. Per il bene e la salute dei cittadini. Poi a prescindere dai poteri del commissario la scelta del sito la deve indicare il Comune poiché prima istanza Istituzionale a contatto con le reali necessità del territorio. Mentre infuria la lotta e la polemica il presidente della commissione Ambiente della Regione Lazio ha convocato una riunione cui parteciperanno oltre al commissario Sottile l’ Assessore alle attività produttive e politiche dei rifiuti, Pietro di Paolo,e sembra anche i Sindaci dei territori vicini a Pian dell’Olmo. Intanto anche il ministro dell’ambiente, Corrado Clini, che si era schierato nettamente contro il sito di Corcolle, rispettandone i vari vincoli ha dichiarato ai giornalisti:”Riano non è il massimo come scelta, il sito di Pian dell’Olmo come discarica non era il sito che il governo aveva indicato al top delle aree compatibili. La scelta non è del ministero ma è affidata ad un commissario”. Da parte loro 19 Sindaci hanno inviato una lettera al Presidente della Repubblica, Napolitano, i vari coordinamenti si sono rivolti direttamente al Parlamento Europeo e ieri hanno tenuto un sit-in di protesta a Montecitorio. Intanto la Tiberina è ancora bloccata e i manifestanti continuano nella loro protesta con presidi che si alternano nelle 24 ore e tutto può essere accettato tranne una situazione di forza tipica solo di Paesi incapaci di confrontarsi con i propri cittadini. Ma questa non è, o almeno non dovrebbe essere, la capitale d’Italia all’inizio del terzo millennio a meno che non si voglia ripercorrere una strategia già adottata in passato, ma fallimentare.

Nando Giammarini

2 risposte a “Roma, l’infinita questione rifiuti, occupato ad oltranza Pian dell’Olmo”

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