Ddl anticorruzione, Camera vota sì

La Camera ha votato le fiducie al governo sul ddl corruzione. I sì sono stati 430, i no 70 e gli astenuti 25. Dopo aver votatola prima fiducia sull’articolo 10 del provvedimento, che delega il governo a disciplinare l’incandidabilità per i condannati, ha dato il proprio ok anche sull’articolo 13 e 14. Il voto finale […]

La Camera ha votato le fiducie al governo sul ddl corruzione. I sì sono stati 430, i no 70 e gli astenuti 25. Dopo aver votatola prima fiducia sull’articolo 10 del provvedimento, che delega il governo a disciplinare l’incandidabilità per i condannati, ha dato il proprio ok anche sull’articolo 13 e 14. Il voto finale del ddl è previsto per giovedì.

L’articolo 13 prevede numerose modifiche al codice penale, tra cui l’aumenta delle pene per il reato di peculato, portato da tre a quattro anni.

ARTICOLO 13 – L’articolo 13 introduce numerose modifiche al codice penale. Il minimo sanzionatorio della reclusione per peculato (art. 314 c.p.) è portato da tre a quattro anni. E’ ridefinito il reato di concussione (art. 317) che diventa riferibile al solo pubblico ufficiale (e non più anche all’incaricato di pubblico servizio) e da cui è espunta la fattispecie per induzione (v. ultra); è previsto un aumento del minimo edittale, portato da quattro a sei anni di reclusione. E’ dettata una nuova formulazione dell’attuale reato di cui all’art. 318 (Corruzione per un atto d’ufficio), ora rubricato “Corruzione per l’esercizio della funzione”, sanzionato più severamente (la reclusione da uno a cinque anni, anziché da sei mesi a tre anni).

IDV, ‘TESTO NON SUFFICIENTE’ – “Sull’inserimento della corruzione nel settore privato, Italia dei Valori è pienamente d’accordo. Non siamo certo secondi nel chiedere strumenti efficaci di lotta alla corruzione, tanto che il nostro emendamento 14.57, a prima firma Di Pietro, prevede proprio l’inserimento della corruzione nel settore privato, in attuazione della convenzione penale sulla corruzione fatta a Strasburgo nel 1999. Il testo su cui oggi ci viene chiesta la fiducia, però, non prevede misure sufficienti, non ci convince e sarebbe stato migliorabile se il governo avesse evitato di porre la fiducia”. Così Federico Palomba, capogruppo Idv in commissione Giustizia alla Camera, in Aula, durante la dichiarazione di voto sull’articolo 14 del ddl anticorruzione. “Noi diciamo no sia al testo nel suo contenuto e sia all’aspetto politico di questa richiesta di fiducia – prosegue Palomba – Il governo ha dovuto tenere conto dei condizionamenti dei partiti che lo sostengono e siamo legittimati a pensare che l’anticorruzione abbia costituito oggetto di accordi e che la fiducia rappresenti lo strumento per tenere in piedi, contemporaneamente, il testo ed il governo con l’implicita minaccia del ‘tutti a casa’. Noi di Italia dei Valori crediamo, però, che la giustizia non possa essere terreno di incursione partitica”. “Siamo costretti – conclude il dipietrista – ad esprimere un giudizio di complessiva insoddisfazione sul testo e ci rammarichiamo per il fatto che una grande occasione per contrastare duramente ed efficacemente la corruzione non sia stata colta appieno. Mentre la corruzione fila via come una Ferrari, il contrasto ad essa arranca su una berlina. Peccato per ciò che avrebbe potuto e dovuto essere ma non sarà”.

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