In piazza i sindacati dei pensionati ‘Bisogna cambiare rotta’

Una manifestazione nazionale in tre diverse città (Milano, Roma e Bari) per protestare contro “la politica di questo governo che non tiene conto degli interessi delle persone”. Appuntamento il 20 giugno per le tre sigle sindacali dei pensionati, Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uilp Uil per ribadire in piazza la necessità di un cambio di rotta nelle […]

Una manifestazione nazionale in tre diverse città (Milano, Roma e Bari) per protestare contro “la politica di questo governo che non tiene conto degli interessi delle persone”. Appuntamento il 20 giugno per le tre sigle sindacali dei pensionati, Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uilp Uil per ribadire in piazza la necessità di un cambio di rotta nelle politiche pubbliche, per sostenere il potere d’acquisto delle pensioni, per una nuova politica fiscale e per un welfare pubblico che sia in grado di rispondere alle esigenze degli anziani, con particolare attenzione a quelli non autosufficienti. La manifestazione di Milano si terrà al Teatro Arcimboldi e vedrà la presenza di Gigi Bonfanti, segretario generale Fnp-Cisl. Alla Fiera di Roma ci sarà Carla Cantone, segretario Spi-Cgil, mentre al Palaflorio di Bari ci sarà il segretario generale Uilp Uil Romano Bellissima. Slogan comune: “Il futuro non si taglia”.
Le tre sigle sindacali affermano che “è necessario riaprire la partita della previdenza” e “intervenire a sostegno dei redditi da pensione”: serve un passo indietro rispetto alla riforma delle pensioni che “ha privato milioni di persone della già inadeguata e misera rivalutazione annuale”, “una norma messa in atto – affermano – al solo scopo di fare cassa”. Per i sindacati “non è più rinviabile un intervento a sostegno del potere di acquisto delle pensioni, fortemente eroso dall’elevata pressione fiscale, da un meccanismo inadeguato di rivalutazione all’inflazione, dal continuo aumento del costo della vita”. E’ ancora più necessaria poi, affermano i tre sindacati – mettere in atto una vera riforma del fisco che consenta di “alleggerire il carico sui pensionati”, che hanno un’esenzione troppo bassa e che sono “i più tassati d’Europa”. Fra le proposte, l’equiparazione della detrazione a quella prevista per il lavoro dipendente, la revisione del sistema delle detrazioni e deduzioni, l’eliminazione dell’Imu sulla prima casa per i pensionati, escludendo i redditi più alti. Per fare questo, viene ribadita la necessità di “tassare i grandi patrimoni e le rendite finanziarie”, oltre a “intensificare la lotta all’evasione e all’elusione fiscale” e a “ridurre efficacemente gli sprechi della spesa pubblica e i costi impropri della politica”.
Nella loro iniziativa del 20 giugno, inoltre, le tre sigle sindacali dei pensionati affermano inoltre che “la crisi non può essere la giustificazione per operare tagli ai servizi sanitari, socio sanitari e assistenziali”, che “un aumento dei servizi per infanzia e non autosufficienza può facilitare la crescita del paese” e che il problema delle persone non autosufficienti deve essere affrontato con un Piano “adeguatamente finanziato”.
“Anche se dovesse arrivare il tanto sviluppo, questo non avrà alcun seguito se non ci sarà un’immissione di denaro fresco restituendo risorse economiche ai pensionati, ai lavoratori precari e alle famiglie in difficoltà: l’aumento di produttività, se non ci sono risorse per spendere, non darà risultati e ci accorgeremo di avere perso tempo e buttato soldi”. Così Gigi Bonfanti, segretario generale Fnp-Cisl, spiega i motivi per cui le tre organizzazioni confederali hanno deciso di portare i pensionati in piazza per manifestare contro il governo e le sue politiche, e per sostenere con forza la necessità di un aumento del potere d’acquisto dei cittadini. Bonfanti parla di “lotta contro la politica fiscale del governo” e della necessità di “ridurre le tasse”. “Non è vero – dice – che non ci sono i soldi, i soldi ci sono e bisogna andare a prenderli dove sono”. Occhi puntati in particolare sulla non autosufficienza: “È sotto gli occhi di tutti l’incapacità di questo governo a garantire una vita dignitosa a chi ha un handicap e alle famiglie che si sobbarcano la cura dei non autosufficienti, di fronte al nulla di aiuto che ricevono”.

Carla Cantone, segretario generale Spi-Cgil, punta il dito sui “tagli che provocano la riduzione di servizi nella sanità, nella cura e nell’assistenza ai tre milioni di pensionati che vivono con meno di 500 euro al mese a ai tre milioni di non autosufficienti presenti nel paese”. “Si può uscire e si deve dalla crisi – dice – ma senza continuare a colpire i soliti noti e lo stato sociale pubblico”. “I pensionati – continua – pretendono una riforma del fisco e una diversa distribuzione della ricchezza, perché gli italiani hanno le pensioni più basse d’Europa e le tasse più alte”. Critiche poi al presunto “scontro generazionale” in atto: “Gli anziani non sono egoisti, non c’è alcuno scontro generazionale, i padri sono i primi a volere un futuro per i propri figli”.
“La cura intrapresa dal governo Monti – afferma netto il segretario Uilp Uil Romano Bellissima – è sbagliata, ha prodotto più disoccupazione, un aumento del debito pubblico, un aumento della povertà delle famiglie e delle persone anziane, un aumento della disoccupazione”. “La politica – dice – va cambiata, e per questo serve una riforma fiscale che redistribuisca le ricchezze nel paese”. “Se per farci ascoltare – afferma – bisognerà fare casino, state certi che convinceremo gli anziani a fare casino”, perché “non è facendo stare peggio gli anziani che si fanno star meglio i giovani e si risana il paese”.

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