Arriva Caronte

Figlio di Erebo e Notte, psicopompo all’ingresso dell’Ade, Caronte era il nocchiero delle anime, a patto che queste avessero un obolo da offrire. Dante, che lo riprende da Virgilio, ce lo descrive come un vecchio ancora nel pieno del vigore, con occhi fiammeggianti e barba bianca, che grida alle “ombre” in attesa di passare: “”Guai […]

Figlio di Erebo e Notte, psicopompo all’ingresso dell’Ade, Caronte era il nocchiero delle anime, a patto che queste avessero un obolo da offrire.
Dante, che lo riprende da Virgilio, ce lo descrive come un vecchio ancora nel pieno del vigore, con occhi fiammeggianti e barba bianca, che grida alle “ombre” in attesa di passare: “”Guai a voi, anime prave! ”.
E Caronte è stato soprannominato il secondo anticiclone che si affaccerà da noi da venerdì, proveniente dalla sabbie infuocate della Tunisia, a sostituire il già fiammeggiante Scipione, che le sue calure anzitempo ci ha regalato in questi primi giorni d’Estate.
Sarà lui ha donarci, si fa per dire, ondate smisurate di calore, sino a 40 gradi, fra sabato e domenica, con calura canalicolare prevista fino a metà di luglio.
E Caronte è anche il nomignolo, appioppatogli anni fa da un turista tedesco, di un vecchio marinaio del Giglio, oggi a riposo, un tempo “traghettare” di turisti, quando, fino al 1985, le navi attraccavano dove ora c’è la Concordia.
E come il suo omonimo nocchiero d’Oltretomba, adesso, a 82 anni suonati, urla imprecazioni ai turisti, giunti nell’isola solo per scattare foto del relitto.
E per la rabbia, dopo tanti anni, ha ripreso a fumare, Marlboro, una dopo l’altra.
Nel Giglio, d’inverno, gli abitanti non sono più di 30, ma dopo la “scellerata manovra” (come l’ha definita il gip di Grosseto) del comandante Francesco Schettino, dall’assedio di giornalisti, soccorritori e operatori e dell’ordinanza del prefetto di Grosseto Giuseppe Linardi che ha chiesto agli abitanti del Giglio, ai commercianti e ai proprietari di case e seconde case di riaprire il più possibile l’isola, non c’è stata più pace, né in inverno, né tantomeno in estate.
Sicchè ora il Caronte isolano, che in realtà si chiama Andrea, impreca contro tutto e tutti, come faceva quello de Le rane di Aristofane, che lanciava insulti nei riguardi di tutti i presenti.
Impreca verso quella gente che vuole fotografe e farsi fotografe con il relitto alle spalle, che non si preoccupa affatto delle conseguenze sul mare e sul turismo, con una balena di ferro che è ancora lì e vi resterà per molto, proprio dove lui andava a pescare i totani migliori.
Gianni Onorato, direttore generale di Costa Crociere, poche ore fa ha assicurato la rimozione del relitto per marzo.
Anche oggi, sotto gli occhi vigili di Andrea, fra volute di fumo grigiastro della Marlboro, per tutto il giorno e come ogni giorno, sono proseguite le attività di taglio di alcuni radar e antenne sulla poppa della nave che, una volta ultimati, consentiranno il corretto posizionamento della piattaforma per le caratterizzazioni dei fondali e l’avvio delle attività di palificazione in mare.
Nel primo pomeriggio è anche arrivato sul molo il secondo pezzo di falso fondale che sarà utilizzato per far appoggiare la nave una volta ancorata e riportata in galleggiamento.
E sono andate avanti anche le attività di caretaking, ovvero di pulizia dei fondali, con i materiali raccolti vengono caricati sul motopontone Cosentino e portati a Talamone al centro di raccolta dei rifiuti speciali.
Ma intanto Andrea-Caronte continua nervosamente a fumare.

Carlo Di Stanislao

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