Barca: ‘Niente più Stato con molti soldi, generoso e disattento all’utilizzo delle risorse’

“Lo Stato sociale non tornerà più ad essere quello paternalista, con molti soldi, generoso e disattento all’utilizzo delle proprie risorse. Il modello è da costruire con le pratiche nuove nei territori, di incontro fra privato, terzo settore e pubblico”. E’ quanto ha affermato il ministro della Coesione territoriale, Fabrizio Barca, intervenuto al Convegno in occasione […]

“Lo Stato sociale non tornerà più ad essere quello paternalista, con molti soldi, generoso e disattento all’utilizzo delle proprie risorse. Il modello è da costruire con le pratiche nuove nei territori, di incontro fra privato, terzo settore e pubblico”. E’ quanto ha affermato il ministro della Coesione territoriale, Fabrizio Barca, intervenuto al Convegno in occasione dei 15 anni del Forum del Terzo settore tenutosi questa mattina a Roma. Secondo il ministro Barca oggi la sfida per il Terzo settore è enorme e “si svolge sul terreno del metodo – ha affermato -. Di fronte alla situazione di grave crisi dello Stato sociale in Europa, il Terzo settore si trova ad essere tirato per la giacca in due direzioni: la supplenza dello Stato e dei partiti. Due tentazioni entrambe rischiose, soprattutto la seconda perché carica di un ruolo che soltanto i partiti in democrazia possono svolgere”. L’impegno per i prossimi mesi per tutti gli attori del Terzo settore, quindi, dovrà essere quello fare attenzione ai rischi paventati dal ministro, ma soprattutto di lavorare alla definizione di un metodo nuovo. “Ho ritrovato in questi mesi, girando il territorio, forme di organizzazione viventi che producono un misto di servizi privati, collettivi e pubblici. Il punto è che attualmente non stiamo riuscendo a tradurli in metodo, che consenta loro di essere replicabili, comprensibili e che possano diventare una visione per l’Italia e l’Europa per i prossimi dieci anni. Abbiamo bisogno di uno sforzo metodologico e di estrarre dalle esperienze che stiamo facendo alcuni messaggi generali, condivisibili e misurabili nella loro efficacia”. Per il ministro, infatti, è necessario sia per l’Italia che per l’Europa, ritrovare la giusta strada. “Parte non secondaria della gravissima crisi dell’Unione europea deriva dallo smarrimento di una delle finalità fondamentali dell’Unione, quella della coesione sociale. Il ritrovamento della strada giusta per l’Europa, oltre che dall’assunzione di importanti decisioni, deriverà anche col ritrovare una strada sociale”. (ga)

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