L’Aquila, da Piazza Duomo a Piazza D’Armi il mercato trapiantato

Eccolo, finalmente il nuovo mercato cittadino dell’Aquila in Piazza D’Armi. Dopo anni di lunga attesa e di dispersione, i commercianti possono ora beneficiare di un luogo dove poter svolgere le proprie attività. Tutti soddisfatti? Non proprio. Le varie reazioni hanno sollevato diverse questioni: lo spazio amorfo e grigio, senza colori; la mancanza di servizi e […]

Eccolo, finalmente il nuovo mercato cittadino dell’Aquila in Piazza D’Armi. Dopo anni di lunga attesa e di dispersione, i commercianti possono ora beneficiare di un luogo dove poter svolgere le proprie attività. Tutti soddisfatti? Non proprio. Le varie reazioni hanno sollevato diverse questioni: lo spazio amorfo e grigio, senza colori; la mancanza di servizi e il caotico traffico cittadino.
Il mercato dovrebbe essere un luogo di aggregazione, una passeggiata piacevole dove fare shopping e rigenerarsi dal tran tran quotidiano. L’atmosfera che gli aquilani vivono oggi è ben diversa da quella che si respirava in Piazza Duomo, dove il senso di comunità raggiungeva la sua massima espressione.
Su una tra le aree verdi salvate nel corso dei decenni incombe una colata di cemento…….
“E’ come il giorno e la notte”, questo il commento di un commerciante che in Piazza D’Armi ha riavviato la sua attività. Con molta rassegnazione che scaturisce dalla precarietà del momento ci si sente dire : “bisogna accontentarsi …la ricchezza sociale di cui godevamo prima del sisma è ormai difficilmente raggiungibile”.
All’Aquila al momento non si può parlare di una città urbana sostenibile, il mercato di Piazza D’Armi ne è la dimostrazione. Purtroppo, si è realizzato uno scempio e non si è riusciti a rivitalizzare tutta l’area e farla diventare un esempio di sostenibilità e un punto di aggregazione accogliente per la comunità locale: in orario extra espositivo, infatti, la Piazza mercato è una favolosa cementificazione con pessima qualità dell’aria, traffico, carenza di aree verdi fruibili, assenza di luoghi di socializzazione all’aperto e di spazi di aggregazione culturale….

Questo scenario dovrebbe suggerire riflessioni importanti per affrontare responsabilmente le scelte future della ricostruzione, riconfigurando il paesaggio urbano nel segno della qualità della vita  invece  che assecondare gli interessi dei soliti “comitati di affari”.

Marina Salvatori
Lorenzo Petrilli
Mirko de Frassine

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