Cgil, disoccupazione giovanile rappresenta drammatica emergenza nazionale

“La disoccupazione giovanile rappresenta una drammatica emergenza nazionale. Ancora una volta, infatti, e quasi incredibilmente, il dato sulla disoccupazione dei giovani peggiora e, sommato alla quantità di lavoro precario, rappresenta una priorità da affrontare con un piano per il lavoro”. E’ il commento del segretario confederale della Cgil, Serena Sorrentino, ai dati diffusi oggi dall’Istat […]

“La disoccupazione giovanile rappresenta una drammatica emergenza nazionale. Ancora una volta, infatti, e quasi incredibilmente, il dato sulla disoccupazione dei giovani peggiora e, sommato alla quantità di lavoro precario, rappresenta una priorità da affrontare con un piano per il lavoro”. E’ il commento del segretario confederale della Cgil, Serena Sorrentino, ai dati diffusi oggi dall’Istat su ‘occupati e disoccupati’ a maggio.

Nella lettura dei dati la dirigente sindacale sottolinea come “la disoccupazione conferma una tendenza negativa che sta determinano una riduzione strutturale della base occupazionale”. Per Sorrentino serve quindi “un cambio urgente della rotta per quanto riguarda le scelte di politica economica: serve l’adozione di un piano straordinario per l’occupazione, come quello che la Cgil sta elaborando in questi giorni; così come c’è bisogno di intervenire sulla leva fiscale, anche attraverso l’adozione di una patrimoniale, dando risorse a lavoratori e pensionati per rilanciare i consumi”.

Senza dimenticare però le urgenze che questi dati, connessi al provvedimento sul lavoro appena approvato, richiamano: “E’ davvero impellente affrontare la modifica della legge sul mercato del lavoro per quanto riguarda il capitolo ammortizzatori sociali: la riforma li ha ridotti nonostante, come i dati Istat dimostrano, la crisi sia ancora durissima e mentre a fine anno scadrà l’accordo con le Regioni sulla copertura per gli ammortizzatori in deroga. Nuove emergenze da affrontare, quindi, e strategie da adottare che devono mettere al centro l’unica risposta possibile alla crisi: il lavoro”, conclude.

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