Istat: una famiglia italiana su cinque è povera o quasi povera

Una famiglia italiana su cinque è povera o quasi povera. È quanto sostiene l’Istat nel report sulla povertà in Italia nel 2011 secondo cui sono “sicuramente povere” circa 1 milione 272 mila famiglie, il 5,1% del totale di quelle residenti, mentre per il 2011 sono in condizione di povertà relativa 2 milioni 782 mila famiglie, […]

Una famiglia italiana su cinque è povera o quasi povera. È quanto sostiene l’Istat nel report sulla povertà in Italia nel 2011 secondo cui sono “sicuramente povere” circa 1 milione 272 mila famiglie, il 5,1% del totale di quelle residenti, mentre per il 2011 sono in condizione di povertà relativa 2 milioni 782 mila famiglie, l’11,1%. Secondo l’Istituto di statistica, inoltre, il 6% delle famiglie residenti in Italia risulta “appena povero” e tra queste più della metà (il 3,3% del totale delle famiglie) presenta livelli di spesa per consumi molto prossimi alla linea di povertà. Non sono immuni le famiglie non povere, dove l’Istat individua gruppi a rischio di povertà: “si tratta delle famiglie con spesa per consumi equivalente superiore, ma molto prossima, alla linea di povertà: il 3,7% delle famiglie residenti presenta valori di spesa superiori alla linea di povertà di non oltre il 10%, quota che sale al 6,5% nel Mezzogiorno”. “Sicuramente non povere”, invece, l’81,4% del totale delle famiglie, con valori pari al 90,5% del Nord, all’87,5% del Centro e al 63,8% del Mezzogiorno.

In povertà assoluta risultano il 5,2% delle famiglie residenti, cioè 1 milione e 297 mila famiglie, per un totale di 3 milioni e 415 mila individui (il 5,7% dell’intera popolazione). “Aumenta l’incidenza di povertà assoluta tra le famiglie con persona di riferimento non occupata (dal 5,9% al 6,6%) – spiega l’Istat -, in particolare se è ritirata dal lavoro (dal 4,7% al 5,4%) e, in assenza di redditi da lavoro, almeno un componente è alla ricerca di occupazione (dall’8,5% al 16,5%). Un peggioramento si osserva anche tra le famiglie con a capo una persona con basso livello professionale (operaio, dal 6,4% al 7,5%) e con basso titolo di studio (con al più la licenza elementare dall’8,3% al 9,4%, con la licenza di scuola media inferiore dal 5,1% al 6,2%). Infine, peggiora la condizione delle coppie con un figlio (dal 2,9% al 4%), in particolare se minore (dal 3,9% al 5,7%)”. I dati confermano inoltre lo svantaggio delle famiglie più ampie. “L’incidenza è pari al 12,3% se i componenti sono almeno cinque – aggiunge il report – e al 10,4% tra le coppie con tre o più figli e tra le famiglie con membri aggregati. Analogo svantaggio emerge per le famiglie con almeno un anziano (6%, quota che sale al 6,8% se vive solo) e per le famiglie monogenitore (5,8%)”.

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