L’Aquila: studenti universitari vessati dai locatori

Un ragazzo, studente universitario, denuncia al quotidiano L’Impronta la sua storia infinita degli affitti in nero all’Aquila.  Gli studenti fuori sede vengono spesso e volentieri vessati dai locatori. Dopo il sisma il fenomeno sembrava diminuito ma non è così. Per comprendere meglio il fenomeno gli abbiamo posto alcune domande, di seguito la sua testimonianza. Come hai iniziato […]

Un ragazzo, studente universitario, denuncia al quotidiano L’Impronta la sua storia infinita degli affitti in nero all’Aquila.  Gli studenti fuori sede vengono spesso e volentieri vessati dai locatoriDopo il sisma il fenomeno sembrava diminuito ma non è così. Per comprendere meglio il fenomeno gli abbiamo posto alcune domande, di seguito la sua testimonianza.
Come hai iniziato a cercare casa? Ho cominciato a cercare annunci come tutti su giornali e siti internet, prendendo dimistichezza con prezzi esorbitanti (esagerati per le condizioni di molti appartamenti e per la situazione in cui si trova L’Aquila) e con doppie da completare, “splendide mansarde” e via dicendo. Ho passato così circa una settimana a cercare.
A cosa si riferiva l’annuncio in questione? In particolare a me interessava una stanza singola, quindi la mia attenzione si è focalizzata su un’offerta che sembrava più vicina alle mie esigenze e soprattutto per le mie tasche. Una singola in Via Abruzzo (zona Torretta) a 160 euro. Oltre ad altre stanze presenti nello stesso appartamento; ma a me interessava quella.
E non ti è parso strano quel prezzo anche alla luce dei prezzi che si trovano in giro? All’inizio si, però avevo bisogno di una stanza e quello oggettivamente era un buon prezzo.
Quindi che cosa hai fatto? Ho chiamato il numero presente nell’annuncio; mi ha risposto una ragazza che abita in quell’appartamento ed ho chiesto informazioni. In particolare ho chiesto come mai il prezzo della singola fosse così basso. Mi fu detto che il proprietario faceva un contratto a prezzo ridotto.
A prezzo ridotto? Si, non ho compreso  che tipo di contratto fosse e sinceramente ho cominciato a nutrire seri dubbi, quindi ho preso appuntamento per vedere la casa.
E una volta in casa cosa è successo? Sono stato accolto da due ragazze che vivevano lì ormai da due anni. Mi hanno fatto visitare l’appartamento e tra una chiacchiera e l’altra ho chiesto  di nuovo del prezzo della singola e del contratto.
Cosa ti  hanno risposto? Che il prezzo era così basso perché il padrone di casa fa un contratto ridotto, cioè il proprietario fa pagare (ed a tutt’oggi è ancora così) 800 euro mensili per tutto l’appartamento, ma nel contratto  risulta solo 500 euro. A detta delle ragazze questo è un buon metodo perché dopo il sisma è pericoloso non fare alcun contratto così si cerca di farne uno “ridotto”. Le stesse ragazze mi hanno affermato che in questo modo ci guadagniamo tutti.
E tu cosa ne pensi di queste affermazioni? Io penso che una cosa è certa, a guadagnarci da questi “contratti ridotti” è soltanto il proprietario di casa che intasca 300 euro in nero e le ragazze, al contrario di quello che dicono, devono comunque pagare e non guadagnano nulla.
In conclusione? Non ho accettato di far guadagnare dei soldi in nero. L’Italia deve smetterla di essere il paese dei balocchi degli evasori fiscali, e per quanto mi riguarda tolleranza zero con gli evasori.

Ringraziando questo ragazzo per l’intervista rilasciata al nostro giornale c’è da sottolineare un punto importante.  Sono molti purtroppo gli studenti fuorisede che non hanno un regolare contratto d’affitto e che ogni mese si ritrovano a pagare ai proprietari della casa in cui vivono un affitto in nero. Spesso questa situazione è accettata da entrambe le parti: i proprietari evitano di pagare le tasse per la registrazione del contratto e gli inquilini in cambio pagano un canone inferiore a quello che gli verrebbe richiesto in caso di contratto. Ma le cose potrebbero cambiare. ….. basterebbe una maggiore presa di coscienza da parte di studenti, genitori e degli stessi proprietari  per il raggiungimento di maggiore equità nei rapporti umani.

Lorenzo Petrilli

2 risposte a “L’Aquila: studenti universitari vessati dai locatori”

  1. Selene ha detto:

    E succede sempre a L’Aquila… Sempre! Io ed il mio compagno ci siamo rifiutati di firmare contratti “falsi” dove si dichiara una cifra e se ne paga un’altra. Tra l’altro i miei cari compaesani (perché anch’io sono aquilana… ahimè!) non si fanno scrupoli nei confronti degli studenti universitari che sono una risorsa per la città. A loro interessa solo il guadagno e quando mi sono permessa di chiamare “Evasore fiscale” un proprietario di casa in un momento di discussione, mi ha anche minacciato di denuncia! Io ci metto anche la faccia, se mi faceste parlare ne avrei di cose da dire…

  2. Lorenzo Petrilli ha detto:

    Ciao Selene, grazie per il tuo commento, serve per raccogliere sempre più informazioni e far conoscere storie nuove. Il tutto se serve a far fuori (penalmente) chi approfitta di necessità altrui è ancor più utile. Ti va di scambiare qualche commento nella mia email? lorenzo.petrilli@libero.it

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