Premi, premiazioni e raccomandazioni

Il 24 luglio assegnati i premi della 42esima edizione del Giffoni Film Festival, con la giuria (di 3.300 elementi) super impegnata a valutare le 170 pellicole in concorso e programmate nelle sei sezioni (Elements +3 , Elements +6 , Elements +10, Generator +13 , Generator +16 e Generator +18). La divisione per fasce d’età si […]

Il 24 luglio assegnati i premi della 42esima edizione del Giffoni Film Festival, con la giuria (di 3.300 elementi) super impegnata a valutare le 170 pellicole in concorso e programmate nelle sei sezioni (Elements +3 , Elements +6 , Elements +10, Generator +13 , Generator +16 e Generator +18).
La divisione per fasce d’età si è dimostrata ancora una volta vincente, in una edizione attraversata da temi importanti ed attuali: la voglia di riscatto, i grandi sogni e le forti emozioni.
Queste ultime hanno spinto i ragazzi di + 6 a premiare “Famous Five”, del tedesco Mike Marzuk; un classico film di avventura che rivisita la serie televisiva anni ’70 “La banda dei cinque”; mentre i ragazzi di +10, hanno scelto “Victor and the secret of Crocodile Mansion”, di Cyrill Boss & Philipp Stennert; un thriller che utilizza la lezione di Hitchcock, con suspense e mistero – per presentare ai giovani la non facile idea della morte.
La necessità di sentimenti assoluti e primari, il bisogno di libertà, la ricerca di amicizia, il bisogno degli adolescenti di superare gli ostacoli che, spesso vengono posti dagli adulti, sono al centro delle pellicole vincitrici delle sezioni dei ragazzi più grandi: per +13 “Frisson des collines”, del canadese Richard Roy; che, ambientato alla fine degli anni ’60, segue il piccolo protagonista, Frisson appunto, nella sua forsennata ricerca e scoperta della libertà; per +16: “A bottle in the Gaza Sea”, di Thierry Binisti., sul conflitto Istraelo-Plestinese.
Il traffico illegale di bambini è al centro di “Barbie” del sud coreano Sang-woo Lee, film vincitore della sezione +18.; pellicola indipendente a basso costo, che mostra l’impari lotta i tra quella che dovrebbe essere la spensieratezza dell’infanzia ed un mondo di adulti in cui si è disposti a tutto pur di alleviare il proprio dolore, anche a discapito degli altri.
Infine, per i più piccoli (sezione +3) premiato il divertente cortometraggio di animazione “Spycat and the paper chase” (Singapore 2012) , di Darren Lim.
Sempre martedì scorso, assegnato al Giffone 2012, anche il “Premio CIAL per l’Ambiente” , istituito nel 2005 con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente, con la giuria, composta da dieci studenti selezionati da CIAL e dal Giffoni Film Festival, attraverso un concorso scuola nazionale denominato “Obiettivo Alluminio – Movie Experience”, che ha scelto il film “170 HZ”, che racconta la storia di un amore fortissimo ed incondizionato fra due adolescenti sordomuti, fatto di silenzi e gesti che rendono i due ragazzi, protagonisti di un mondo esclusivo ed isolato.
Il film olandese, uscito a marzo 2012, è stato diretto da Joost van Ginkel, che è al suo primo lungometraggio.
E, a proposito di “opere proime”, la giuria popolare guidata dallo scrittore e regista Mario Moretti, ha premiato con la Rosa D’Oro e una borsa di 2.500 euro, il film “Sulla strada di casa”, scritto e diretto da Emiliano Corapi, una delicata commedia talentuosamente realizzata, dal bassissimo costo e dalle straordinarie risorse narrative, alla XVII edizione del Roseto Opera Prima.
Nato a Roma nel 1970, Emiliano Corapi è sceneggiatore ed autori di vari cortometraggi, fra cui, “La Storia Chiusa”, del 2001, vincitore del Nastro d’Argento, prestigioso premio assegnato, dal 1946, dal Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici Italiani (SNGCI), il più antico premio cinematografico d’Europa e il secondo nel mondo (preceduto solo dall’Academy Award, meglio noto come Oscar).
Particolarmente emozionato il regista, introdotto dal direttore artistico Tonino Valerii, sul palco dell’Arena Comunale di Roseto, è riuscito, con un budget ridottissimo, nessun effetto speciale e una piccola troupe, nella grandiosa impresa di rivelarci per immagini che il nostro non è “‘o paese d”o sole”, che ci hanno raccontato tante belle favole, che non è vero che se studiamo, ci impegniamo e formiamo una famiglia modello la nostra vita andrà necessariamente bene e che non esistono né una giustizia divina né una qualche forma di meritocrazia e che, soprattutto, non esistono eroi.
Dopo la premiazione, con le parole del sindaco Pavone che mi sono spiaciute, poiché dimostrano che il Primo Cittadino del mio Paese Natale, non ha esattamente colto la portata di un Festival di caratura nazionale, realizzato con poche migliaia di euro ed il sacrificio e la passione di tanti (a partire da Mario Giunco); la proiezione di “C’eravamo tanto amati”, pellicola del 1974 di Ettore Scola, manifesto del fallimento di una intera generazione, con splendide soluzioni narrative e formali.
La copia proiettata, pure restaurata come meglio si è potuto dato i 41 anni di intensa attività nelle sale, a cura dell’Istituto Lanterna Magica de L’Aquila; ha mostrato defaillance nel sonoro della prima parte, ma ha lo stesso entusiasmato il pubblico cinefilo presente.
Lo scorso 4 maggio, in un parterre pieno di star del cinema italiano (da Nanni Moretti ai Taviani, da Crialese a Liliana Cavani fino a Giordana, Ozpetek e tanti altri), al Quirinale, durante la presentazione del candidati al David di Donatello, Giorgio Napolitano ebbe a rimproverare i “politici italiani, che da sempre trascurano il nostro cinema”.
E lo fanno, evidentemente, a tutti i livelli se anche il sindaco di un paese di media grandezza, non si rende conto della portata di un evento invidiato nella Regione ed oltre.
Vorremmo allora che, a tempo perso e nella fasi di riposo da un gravoso impegno istituzionale, oltre a promuovere la “mostra del vino” a Monte Pagano, il sindaco Pavone si (ri)leggesse l’appello ai politici firmato da Liliana Cavani e soprattutto quel passaggio che dice: “speriamo in un miracolo, fra i molti attesi oggi e cioè che qualcosa possa far comprendere alla politica il valore strategico del cinema”.
O, magari, tenesse conto che il cinema è comunque importante se, solo in questi ultimi mesi, la Regina Elisabetta decide di entrare in un clip per le Olimpiadi e il Primo Ministro finlandese ricopre un ruolo fondamentale in un lungometraggio: “”The Only Ones, commedia romantica di Saara Cantell, finanziata dallo stesso politico per la non indifferente somma di 1,5 milioni di Euro.
Tratto dal romanzo omonimo di Pia Pesonen, adattato da Elias Koskimies, il film parla del noto Presidente Urho Kaleva Kekkonen, che l dovrebbe fermarsi all’Ali’s Bar in una cittadina sulla strada che sta percorrendo verso la Finlandia settentrionale ed invece entra in un cinema e comprende che un film apre la mente e può davvero cambiare una vita.
Il film sarà nei nostri cinema a settembre e, come spesso capita, poco dopo ne uscirà la versione Home che ci premuniremo di far recapitare, con raccomandazione di visione, al sindaco di Roseto.

Carlo Di Stanislao

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