La spending review è legge. Mannaia sulla spesa pubblica

Il Presidente della Repubblica promulga la spending review: Il Parlamento, afferma Napolitano a proposito del sì definitivo della Camera, “ha ancora una volta dato a larga maggioranza e in piena, responsabile consapevolezza, il suo consenso, nel quale si esprime, in Italia come in ogni Paese democratico, l’imprescindibile, autonomo e decisivo ruolo del Parlamento”. “Quanto al […]

Il Presidente della Repubblica promulga la spending review: Il Parlamento, afferma Napolitano a proposito del sì definitivo della Camera, “ha ancora una volta dato a larga maggioranza e in piena, responsabile consapevolezza, il suo consenso, nel quale si esprime, in Italia come in ogni Paese democratico, l’imprescindibile, autonomo e decisivo ruolo del Parlamento”.
“Quanto al frequente ricorso alla decretazione d’urgenza e alla posizione di questioni di fiducia, si tratta, come è noto – si legge nella nota del Quirinale – di una prassi di antica data, su cui il presidente Napolitano ha espresso le sue preoccupazioni, tendendo a porvi freno, fin dall’inizio e in tutto il corso del suo mandato”.
”Peraltro è innegabile – si legge – che nel corso dell’ultimo anno il governo precedente e quello attuale hanno dovuto affrontare emergenze e urgenze senza precedenti, insorte in sede europea, ed è altrettanto innegabile che la ripetuta sollecitazione ad approvare in Parlamento modifiche costituzionali e riforme regolamentari che garantissero un iter più certo e spedito dei disegni di legge ordinari, non ha trovato riscontri in conseguenti iniziative e deliberazioni nelle due Camere, neppure nella presente legislatura, almeno fino a questo momento”.
“C’è dunque materia – aggiunge Napolitano – per riflessioni critiche e per impegni concreti da parte sia di chi governa sia delle forze politiche, per assicurare tanto un pieno rispetto, e un libero svolgimento, del ruolo del Parlamento, quanto il tempestivo ed efficace assolvimento dei compiti propri dell’esecutivo”.
Monti prepara un piano anti debito a settembre e la seconda fase della spending ad autunno.
Tagli che continuano a sollevare preoccupazioni e malumori, dalle Regioni agli amministratori locali, secondo i quali non di revisione della spesa si tratta, ma di un’altra manovra. E soprattutto sul taglio degli organici pubblici (ma anche sulla sanità) protestano anche i sindacati, Cgil e Uil in testa, che hanno già indetto lo sciopero generale per fine settembre. Il processo di spending review continuerà nei prossimi mesi – ha ammesso il sottosegretario all’Economia Gianfranco Polillo – si userà ”il bisturi” per incidere sulla spesa pubblica, forti anche del contributo che continuerà a dare il supercommissario Enrico Bondi. I prossimi interventi, in arrivo dopo la pausa estiva, si dovrebbero concentrare sui dossier Amato (finanziamenti ai partiti e permessi sindacali) e Giavazzi (incentivi alle imprese), oltre che sul riordino delle agevolazioni fiscali e su una nuova tranche di revisione della spesa degli enti locali, che sfora la ‘mediana’, secondo i documenti presentati da Bondi, di circa 10 miliardi.

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