Perdonanza Celestiniana, Patrimonio immateriale dell’Umanità

Tra le emergenze di maggiore interesse che hanno caratterizzato la da poco conclusa 718^ edizione della Perdonanza Celestiniana di Collemaggio, all’Aquila, va segnalata la presentazione ufficiale del dossier che, su iniziativa di un apposito autorevole Comitato promotore presieduto dal Presidente Onorario dell’Accademia della Crusca, l’abruzzese prof. Francesco Sabatini, è stato inviato all’Unesco per ottenere l’inserimento […]

Tra le emergenze di maggiore interesse che hanno caratterizzato la da poco conclusa 718^ edizione della Perdonanza Celestiniana di Collemaggio, all’Aquila, va segnalata la presentazione ufficiale del dossier che, su iniziativa di un apposito autorevole Comitato promotore presieduto dal Presidente Onorario dell’Accademia della Crusca, l’abruzzese prof. Francesco Sabatini, è stato inviato all’Unesco per ottenere l’inserimento dell’annuale evento nella Lista del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità.

Sull’eremita Pietro del Morrone (il santo Papa Celestino V, sec. XIII), e sulla Perdonanza da lui concessa, si sono succeduti nei decenni trascorsi numerosi approfondimenti storici e culturali, con convegni, dibattiti e pubblicazioni a livello internazionale. Per riassumere le portata dell’evento e conoscere le motivazioni di questa candidatura, sarà comunque sufficiente fare ricorso al succinto ma chiaro documento approvato e diffuso quasi tre anni addietro dal ricordato organismo proponente.

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DOCUMENTO INIZIALE DEL COMITATO PROMOTORE

Il disastroso sisma che il 6 aprile 2009 ha colpito violentemente L’Aquila ha suscitato nel mondo intero una fortissima emozione per le vite perdute e per le sofferenze della popolazione locale, ma anche un moto di sorpresa per la ricchezza del patrimonio di cultura e d’arte che si conservava in quei luoghi e si è improvvisamente rivelato. Pochi, anche nel nostro Paese, sapevano che cosa era stata L’Aquila fino a quel momento: com’era nata, quali fattori ne avevano fatto uno dei gioielli dell’Italia tra Medioevo e Rinascimento, quali tradizioni il suo popolo aveva generato e tramandato. Altrettanta meraviglia ha destato, poi, l’attaccamento deciso, irremovibile della popolazione al cuore della sua città. Si è manifestata in questo modo la volontà di una comunità, di almeno centomila persone, che chiede di continuare a vivere nel territorio dove affondano le proprie radici e desidera far vivere nel proprio seno un patrimonio di tradizioni.

Nella prima riunione riorganizzativa degli Enti culturali locali, promossa dalla Deputazione di Storia Patria per gli Abruzzi e tenuta nel sobborgo aquilano di Bazzano già il 25 luglio del 2009, emerse subito il tema della necessità di un richiamo forte ai valori culturali che nella situazione venuta a crearsi rischiavano di disperdersi per sempre: non solo monumenti, patrimoni artistici, bibliografici e archivistici, ma tradizioni che per secoli hanno dato senso alla vita in questi luoghi di un’intera popolazione. Tra queste tradizioni è apparsa in primo piano la celebrazione annuale, a L’Aquila, della “Perdonanza”.

Questa manifestazione prese forma nel 1294 nel contesto del grandioso avvenimento dell’ascesa al trono pontificio dell’eremita Pietro da Morrone, che assunse il nome di Celestino V. Scontri tra partiti politici ed ecclesiastici e tra fazioni cittadine avevano trovato composizione con l’elezione di un religioso umile e sostenitore di un risanamento della Chiesa: alla sua elezione, avvenuta a Perugia il 5 luglio. Fece seguito il 29 agosto l’incoronazione a L’Aquila nella basilica di S. Maria di Collemaggio. A suggello di una simile conclusione carica di forti significati spirituali e sociali, il neoeletto creò, con proprio decreto proclamato con una bolla del 29 settembre 1294, l’istituzione della “Perdonanza”, che consisteva nel perdono concesso a tutti coloro che vivevano o si sarebbero recati all’Aquila, ogni anno, nella ricorrenza della sua incoronazione (28-29 agosto), Perdono da intendersi come esortazione al buon comportamento individuale ma anche, e via via soprattutto, come desiderio di riconciliazione tra parti opposte, tra singole persone e intere comunità. Fu questo un fattore di grande efficacia per dare identità e coesione alla popolazione che aveva fatto nascere da pochi decenni, con grande spirito di iniziativa, il nuovo Comune.

Al di là del significato connesso al suo momento di origine e del valore che ha acquistato come alimento che nutre tuttora il senso di appartenenza dei cittadini aquilani, la Perdonanza, celebrata a L’Aquila ininterrottamente nei secoli e immancabilmente ancora nel presente, con grande partecipazione di popolo e di organismi rappresentativi della comunità, ha un valore che supera di molto il contesto locale. La singolare vicenda che si compie a L’Aquila è, da una parte, un atto che caratterizza integralmente la figura del pontefice forse più emblematico dei travagli della Chiesa romana (tra l’altro venuto poi a trovatosi al centro dei giudizi contrastanti di due massimi testimoni della cultura italiana, Dante e Petrarca), dall’altra parte è diventata espressione dell’intera società abruzzese. Per la sua precedente immedesimazione, come eremita, con la vita della montagna abruzzese, la figura di Celestino V è divenuta il simbolo della spiritualità, religiosa e laica, della popolazione abruzzese (ne è ancora testimonianza la riproposta che ne ha fatto Ignazio Silone nell’Avventura di un povero cristiano) e dunque un fattore di forte identità per essa.

L’elaborazione di queste riflessioni e la considerazione dei criteri con i quali l’UNESCO ritiene di poter attribuire il proprio riconoscimento ai patrimoni culturali, siano essi materiali o immateriali, hanno suggerito ai promotori di questo incontro di indicare la tradizione abruzzese della Perdonanza aquilana come bene meritevole del riconoscimento mondiale. Tale riconoscimento darebbe un grande sostegno al durissimo sforzo che le popolazioni colpite dal sisma stanno compiendo per conservare la propria coesione.

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L’intenso lavoro preparatorio ha portato alla definizione di un dossier in tre lingue, rigorosamente compilato secondo le indicazioni dell’Unesco, con numerosi allegati tra cui una documentazione fotografica, un documentario video e una serie di importanti adesioni. Si tratta delle cosiddette “dichiarazioni informate” (l’aggettivo “immateriale” fa comprendere che non si tratta di un sito, bensì di una tradizione non soltanto antica, ma soprattutto tuttora celebrata e fortemente radicata nella comunità che la custodisce e annualmente la fa vivere), circa 130 documenti autografi attestanti che la Perdonanza aquilana è conosciuta, apprezzata e condivisa. Hanno aderito alla sottoscrizione autorità e istituzioni aquilane, abruzzesi, italiane e internazionali, Università degli studi, Ordini professionali, Istituzioni socio-culturali, Enti economici produttivi e di servizio, Rappresentanze della comunità locale coinvolte nella celebrazione, oltre quaranta Municipalità abruzzesi ed italiane, nonché tutte numerose Città gemellate con L’Aquila, tra le quali quelle provenienti da Germania, Polonia, Romania, Libano, Cina.

Tra il 27 e 28 agosto scorso, all’apertura dell’annuale celebrazione della Perdonanza, in un apposito convegno e nel corso del consueto Forum delle città gemellate, è stato presentato ed illustrato il dossier e proiettato il documentario allegato allo stesso. E’ significativo che le Città gemellate abbiano confermato il proprio sostegno, in particolare quelle straniere che hanno assicurato il voto favorevole da parte dei rappresentanti dei loro Stati accreditati presso l’Unesco di Parigi. Tutto il materiale ha preliminarmente ottenuto il contributo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali che ha anche provveduto alla “schedatura” del bene e ha favorevolmente trasmesso il dossier all’Unesco. Quest’ultimo organismo, come noto istituito e dipendente dall’ONU, ha accolto la documentazione senza osservazioni né richiesta di correzioni o integrazioni.

L’Unesco potrebbe quindi esaminare il Progetto Perdonanza Celestiniana già nella prossima primavera. L’auspicio è che il favorevole esito della complessa pratica permetta di aggiungere quanto prima il logo dell’Unesco accanto a quello della municipalità aquilana e delle tante istituzioni che sono impegnate tutti gli anni, dai vespri del 28 agosto a quelli del giorno successivo, in un evento che anche quest’anno ha richiamato decine di migliaia di visitatori da ogni parte del mondo. L’ambito riconoscimento potrà avere positive ricadute anche in relazione al difficile momento attraversato da una Città ricca di cultura e di monumenti e dal suo vasto Contado, duramente colpiti dal distruttivo sisma del 6 aprile 2009 ed impegnati in una epica ed ardua ricostruzione non solo delle cose materiali ma, anche e forse soprattutto della duramente ferita identità comunitaria.

Walter Capezzali

Presidente della Deputazione Abruzzese di Storia Patria

 

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